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ApprofondimentiTech Mar 12 settembre 2023

Antitrust Usa contro Google, parte il processo che può cambiare le big tech

Il colosso è accusato di violare la concorrenza per fare installare il suo browser nei telefonini. Il precedente di Microsoft Antitrust Usa contro Google, parte il processo che può cambiare le big tech
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Antitrust Usa contro Google, parte il processo

Parte oggi, 12 settembre, un processo Antitrust che potrebbe cambiare la storia della tecnologia. Il processo è contro Google, accusata di aver violato le leggi contro il monopolio. Dato che la società ha il 90% di quota di mercato tra i motori di ricerca. Il Golia che ha scatenato il processo è DuckDuckGo un motore di ricerca per smartphone che garantisce la massima privacy agli utenti. L’istallazione di DuckDuck ovviamente è possibile ma “occorrono 15 complicati passaggi – ha spiegato Kamyl Bazbaz, vicepresidente di DuckDuckGo – per riuscire ad istallarlo come opzione predefinita su uno smartphone Android. 

Gli accordi con i produttori

La strategia con cui Google ha soppiantato i competitori  ha messo in allarme l’Antitrust. Infatti è riuscita ad ottenere la supremazia del suo motore di ricerca ai danni, oltre che del piccolo DuckDuck  anche del più potente Bing di Microsoft. Per ottenere questo risultato, Google paga circa 45 miliardi di dollari all’anno ad Apple, Samsung, Lg e Motorola, affinché il suo motore di ricerca sia inserito di default negli smartphone. Inoltre secondo l’analista Matt Stroller la promozione di Google Chrome avviene anche tramite pagamento alle principali società statunitensi di telecomunicazioni (tra cui A&T, Verizon e T-mobile) e ai browser Mozilla e Opera.

Il precedente di Microsoft

Il processo, che dovrebbe durare almeno 10 settimane, si appresta dunque a segnare per sempre la storia dato che costituirà  un importante precedente per la giurisdizione statunitense con impatto anche al di fuori degli Stati Uniti. La questione non è di poco conto. Innanzitutto, manca dal punto di vista normativo che giurisprudenziale un’effettiva regolamentazione di mercato delle aziende digitali.  Infatti lo Sherman Act, la legge Antitrust, è stata varata nel 1980 con riferimento a monopoli e oligopoli di acciaio, zucchero e ferrovie. Sarà quindi interessante vederne l’applicazione in ambito digitale dato che l’unico precedente risale al 1998 e il caso Microsoft.

Il processo si muove sulle basi dell’indagine antitrust avviata contro Google ed Apple nel 2019, su indicazione dell’allora presidente Trump, divenuta poi una vera e propria accusa di abuso di posizione dominante, a cui si sono accodati 35 Stati Usa. Google viene accusata di aver attuato strategie monopoliste, soprattutto riguardo alle tecnologie impiegate per la raccolta pubblicitaria

Evidenti sono le analogie con l’accusa mossa a Microsoft in riferimento al motore di ricerca  Internet Explorer che era integrato, fino al 2000, nel sistema operativo Windows. In quel caso Microsoft fu costretta a non integrare più Explorer nella suite Windows. Il risultato fu l’ascesa di Google come motore di ricerca, diventando la società regina dell’era degli smartphone.

La difesa di Google

In sua difesa Google sostiene che il suo motore di ricerca ha conquistato la prima posizione perché è il migliore. Inoltre dice  anche che  è impossibile separare le sue attività l’una dall’altra: il suo motore di ricerca è  profondamente integrato con i suoi più avanzati tools inclusa la sua tecnologia di intelligenza artificiale generativa che compete con ChatGpt e la funzione di riconoscimento delle immagini, Google Lens.

Le autorità Antitrust Usa comunque  potrebbero  essere caute nel dividere un leader  del settore come Google se ciò  ostacolasse l’innovazione, poiché la concorrenza con la Cina si intensifica. Una delle poche volte in cui una causa antitrust federale è stata utilizzata per smembrare un’azienda tecnologica è stato lo smembramento di AT&T nel 1982. La creazione delle  “Baby Bells”, piccole società telefoniche scatenò la concorrenza per i servizi tlc ma  alcuni studiosi la indicano anche come l’inizio del declino dei Bell Labs, la leggendaria unità di ricerca e sviluppo di AT&T, a cui  sono attribuite diverse invenzioni come il transistor, il laser, i satelliti, le celle solari e il fax.

 

 

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