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AperturaTech Ven 30 giugno 2023

Usa, causa collettiva da 3 miliardi contro OpenAi: rubati 300 miliardi di dati agli utenti

L'accusa: raccolte "vaste quantità" di dati degli utenti senza consenso. L'azione legale chiama a rispondere anche Microsoft Usa, causa collettiva da 3 miliardi contro OpenAi: rubati 300 miliardi di dati agli utenti
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Causa da 3 miliardi contro OpenAi

L’intelligenza artificiale fa paura anche negli Usa. Per questo è arrivata una denuncia collettiva contro OpenAi, la società che ha realizzato ChatGPT. L’accusa è di aver condotto una operazione clandestina raccogliendo “vaste quantità” di informazioni personali dal web senza consenso. A scopo di lucro e in violazione delle leggi sulla privacy.

Certo il fatto non è sorprendente ma il numero di informazioni raccolte è impressionante. I documenti della causa, 157 pagine, accusano OpenAI di aver raccolto segretamente 300 miliardi di dati da internet, inclusi dati personali. Lo scopo è quello di  utilizzare le informazioni personali dei consumatori per migliorare i processi cognitivi dell’intelligenza artificiale.

Violate le leggi sulla privacy

La causa arriva  pochi mesi dopo il lancio della funzione di ChatGpt chiamata “modalità incognito”. Che dovrebbe garantire che il chatbot non salvi  le conversazioni degli utenti o di sfruttarli per migliorare le capacità dell’intelligenza artificiale.

I querelanti, rappresentati dallo Studio Legale Clarkson, sostengono comunque che OpenAI abbia violato le leggi sulla privacy impegnandosi in quello che descrivono come “furto”. Invece di seguire i protocolli stabiliti per l’acquisto e l’uso delle informazioni personali.

La causa stima danni potenziali pari a 3 miliardi di dollari, citando il danno causato a milioni di individui colpiti dalle presunte azioni di OpenAI. Anche Microsoft, che ha pesantemente investito in Chat Gpt, sarà coinvolta nella battaglia legale.

Lo stop dell’Italia

Il continuo sviluppo dell’intelligenza artificiale ha portato all’intensificarsi delle preoccupazioni riguardanti l’utilizzo dei dati degli utenti per migliorare i modelli di Ai. All’inizio di quest’anno, l’amministrazione Biden ha detto di voler arrivare a un attento scrutinio per quanto riguarda la gestione di grandi quantità di dati degli utenti.

Da sottolineare che in Italia il problema era già noto. Infatti è stato il primo paese, nel marzo 2023, a vietare ChatGPT e poi ha permettere  la ripresa del servizio a condizioni ben precise, tra cui il diritto degli utenti di opporsi al trattamento dei dati personali.

Il ruolo di Microsoft

Microsoft e OpenAI  hanno annunciato nel gennaio scorso  una collaborazione a lungo termine sull’intelligenza artificiale tramite un investimento pluriennale le cui cifre non sono state rese note ufficialmente. Anche se si parla di circa 10 miliardi di dollari. L’accordo prevede che ciascuna delle due aziende (anche se OpenAI  è una non profit company) possa utilizzare e vendere in modo indipendente i prodotti della tecnologia che muove ChatGPT.  Da qui il coinvolgimento di Microsoft nella causa miliardaria di richiesta danni.

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