Open Fiber, la rete cresce, ma nel 2022 i ricavi non corrono
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Tlc Mar 14 marzo 2023

Open Fiber, la rete cresce, ma nel 2022 i ricavi non corrono

Il risultato netto di Open Fiber nel 2022 registra una perdita di 162 milioni di euro (circa -210 milioni del 2021). Open Fiber, la rete cresce, ma nel 2022 i ricavi non corrono SEDE OPEN FIBER ROMA
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

I conti di Open Fiber

Open Fiber, la società della rete concorrente di Telecom Italia guidata da Mario Rossetti, ha comunicato i dati di bilancio del 2022. Il gruppo  ha raggiunto al 31 dicembre con la rete a banda ultra larga una copertura di 15,5 milioni di unità immobiliari (di cui 13 milioni in FTTH e 2,5 milioni in FWA). I ricavi, pur in crescita sono ancora bassi:  circa 470 milioni di euro, in aumento (+24%) rispetto ai circa 380 milioni di fine 2021. E dunque nonostante la società abbia coperto 15 milioni di unità immobiliari a fine 2022 il totale dei clienti attivi sulla rete di Open Fiber  era pari a 2,3 milioni.

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Il margine lordo è in crescita del 18%, dai circa 152 milioni di euro del 2021 a circa 179 milioni, con una marginalità che si attesta al 38%, pur scontando i costi per la partecipazione alla gara per il PNRR e l’avvio delle attività di costruzione negli 8 lotti aggiudicati nell’ambito del Piano Italia 1 Giga in 3.881 comuni. Il risultato netto registra una perdita di 162 milioni di euro (circa -210 milioni del 2021). La posizione finanziaria netta ammonta a -4,6 miliardi di euro, di cui circa 660 milioni di prestiti soci, mentre gli investimenti effettuati nell’anno di riferimento sono oltre 1,5 miliardi di euro.

Gli investimenti sostenuti

Notevoli gli investimenti: 6,2 miliardi di euro già impiegati su un piano complessivo da oltre 15 miliardi. Lo sviluppo della rete, recita il comunicato della società, ha visto nel 2022 una decisa accelerazione, in particolare sulle Aree Bianche dove si sono concentrati i maggiori sforzi: con circa 20 mila chilometri incrementali di rete costruita rispetto al 31 dicembre 2021, è stato realizzato oltre il 50% di quanto fatto sin dall’inizio del piano, per un totale di oltre 57 mila sui circa 88 mila chilometri complessivi del progetto.

La commercializzazione dei servizi è aperta in 238 città grandi e medie (Aree Nere) e in circa 4.700 comuni di piccole dimensioni (Aree Bianche, dove OF opera come concessionario pubblico), di questi ultimi circa 3.300 sono in FTTH. Insomma investimenti per ora enormi se paragonati agli esili ricavi. Quello che è vero è che 2dall’ingresso sul mercato di Open Fiber, nel 2017, l’Italia ha invertito la tendenza che l’aveva spinta verso il fondo delle classifiche europee sul digitale dopo anni di bassi investimenti.

Il risultato positivo

A testimonianza del risultato positivo sono i documenti ufficiali dell’Unione Europea e dell’Agcom e i report prodotti dall’FTTH Council. E dunque adesso la copertura FTTH dell’Italia è aumentata dal 34% al 44%, vicina alla media UE (50%). La società, controllata al 60% da Cdp e al 40% dal fondo australiano infrastrutturale Macquire, è stata fortissimamente voluta dal governo di Matteo Renzi per i motivi sopra citati. Il problema è che gli investimenti per la realizzazione della rete sono, come si è visto, molto importanti e dunque la presenza di due reti infrastrutturali sta diventando difficile.

La soluzione sarebbe di far confluire Open Fiber in Telecom dopo aver risolto il nodo dello scorporo della sua rete fissa. Ma anche questa questione appare difficile per i limiti Antitrust posti dalla Ue che potrebbe imporre alcuni rimedi come la vendita di alcuni “tratti” di rete delle due società che si sovrappongono nelle aree nere e grigie. In questo caso i compratori non mancherebbero, prima di tutti Fastweb che potrebbe incrementare la sua rete. Il dilemma è che Telecom e Open Fiber riunite si troverebbero davanti un nuovo competitor nella rete di accesso. Un po’ come è successo quando ci fu la fusione tra Tre e Wind e in Italia arrivò Iliad, che con la politica dei prezzi bassi e dei molti giga, portò lo scompiglio nel mercato della telefonia mobile.

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