Tim, Giorgetti non esclude un nuovo incontro con Vivendi
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Primo pianoTlc Mar 10 ottobre 2023

Tim, Giorgetti non esclude un nuovo incontro con Vivendi

A margine dell'audizione sulla Nadef, il ministro delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito che la rete Tim è strategica Tim, Giorgetti non esclude un nuovo incontro con Vivendi SEDE TIM TELECOM
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Prima l’offerta per la rete di Telecom Italia, il 15 ottobre prossimo, è poi, ma solo  se sarà necessario, un nuovo incontro tra il ministro Giancarlo Giorgetti e il socio di maggioranza dell’ex-monopolista con il 23,7%, Vivendi. Lo dice lo stesso Giorgetti  aggiungendo che  il governo  “continua  a lavorare su un dossier su cui abbiamo avuto il via libera”. A margine dell’audizione in Parlamento sulla Nadef, Giorgetti ha ribadito che la rete “è un asset importante per il Paese. Dobbiamo trovare soluzioni nell’interesse di un’infrastruttura fondamentale, che non danneggi nessun azionista. E dunque Vivendi ma anche i piccoli azionisti”.

GIANCARLO GIORGETTI MINISTRO DELLE FINANZE

Non slitta l’offerta per la rete da parte di Kkr prevista per il 15 ottobre 

Il nuovo incontro,  dopo  quello poco concludente di giovedì scorso nella sede del Mef, potrà avvenire però solo in seguito alla  presentazione dell’offerta vincolante per la rete, che dovrebbe oscillare tra i 20 e i 23 miliardi di euro,  da  parte del fondo Usa  Kkr.  Ma avverrà prima del cda di Tim che dovrebbe esaminare l’offerta e  che è previsto entro la fine del mese di ottobre. I

n attesa del nullaosta della Corte dei Conti e dell’Antitrust, è probabile che l’offerta per NetCo sarà presentata inizialmente solo da Kkr, con un successivo coinvolgimento del Mef. «La conferma delle tempistiche sarebbe un elemento positivo per l’operazione viste le incertezze sorte in questi giorni sul mercato- dicono gli analisti- Ci aspettiamo, in effetti, che gli accordi tra Kkr e Mef consentano a quest’ultimo di entrare nell’offerta anche a valle della presentazione dell’offerta vincolante».

Il mercato è infatti apparto rinfrancato tanto che  il titolo è rimbalzato di oltre il 3% in Borsa, dopo le perdite dei giorni scorsi a seguito dell’incontro avvenuto tra Giorgetti e Vivendi che era stato giudicato inconcludente.

Troppi dipendenti per la società dei servizi l’allarme dei sindacati 

Dal canto loro i francesi non sono riusciti a proporre al governo una soluzione migliore per Tim oberata da un debito pari a 24 miliardi di euro che pesa come un macigno  sui conti anche a causa dei tassi di interesse in forte rialzo. Oltre alla valutazione per la rete, giudicata dai francesi troppo bassa, c’è anche la questione dei dipendenti che dovrebbero confluire nella società dei servizi: ossia circa 17 mila. Troppi dato che WindTre e Vodafone per gestire i servizi di telefonia fissa e mobile ne hanno circa 6 mila. Vivendi ne vorrebbe infatti al massimo 8mila.

Ma Tim ha in tutto circa 40mila dipendenti e solo 20-22 mila potranno confluire nella rete, anche in questo caso troppi dato che il concorrente Open Fiber ne ha meno di 2mila. Altri 4mila dovrebbero essere ripartiti tra Tim Enterprise che riunisce cybersecurity, cloud e IoT e i call center. E quindi si capisce l’allarme dei sindacati che,da sempre, hanno visto come il fumo negli occhi la separazione della rete dai servizi.

Tra le ipotesi c’è anche il fatto che  il nuovo possibile incontro tra Giorgetti e Vivendi potrebbe avvenire anche per un possibile miglioramento dell’offerta economica e della struttura della nuova società dei servizi.

 

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