Tlc, l'Antitrust Ue frena il consolidamento nel mobile - V&A
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

In evidenzaTlc Dom 02 luglio 2023

Tlc, l'Antitrust Ue frena il consolidamento nel mobile

Le condizioni di Bruxelles per la fusione tra Orange e MasMovil in Spagna favoriscono i clienti ma mettono a rischio gli investimenti Tlc, l'Antitrust Ue frena il consolidamento nel mobile Telefonini
Maddalena Camera
di 
Maddalena Camera

L’Antitrust Ue frena il consolidamento nella telefonia mobile

Gli operatori di tlc piangono miseria per le tariffe troppo basse e auspicano il consolidamento del mercato almeno nella telefonia mobile. Su questo punto non c’è intesa con la Commissione Europea che sta puntando i piedi sulla fusione  da 19 miliardi di euro fra Orange e Masmovil, rispettivamente il secondo e il quarto operatore mobile in Spagna, dato che potrebbe ridurre la concorrenza nel mobile a discapito dei consumatori. E’ quanto emerge dai primi rilievi comunicati dalla Ue, che dovrà prendere la decisione finale sul via libera all’operazione entro il 4 settembre.

Il precedente di Iliad in Italia

Martedì scorso la Commissione ha inviato agli operatori una lista di rilievi che riguardano la proposta di fusione, annunciata un anno fa per creare il secondo operatore iberico alle spalle di Telefonica e prima di Vodafone. Una delle possibilità allo studio per evitare che l’utente veda aumenti delle tariffe  è la vendita di parte della rete  di entrambe le società alla concorrenza. Uno schema già seguito in Italia al momento della fusione tra Wind e Tre e che ha dato come risultato l’apparizione di Iliad. L’operatore francese ha dato il colpo finale alle tariffe mobili decuplicando il traffico dati e praticando prezzi mensili di abbonamento molto bassi. Il risultato è che i grandi operatori ossia Tim e Vodafone hanno dovuto adeguarsi  e dunque il merger ha prodotto il risultato contrario a quello sperato dalle aziende, non un aumento ma diminuzione delle tariffe, ma con grande beneficio per i consumatori. Il problema non è solo di utili ma anche di investimenti. Infatti le telco per realizzare gli obiettivi di infrastrutturazione digitale, dovranno spendere circa 200 miliardi al 2030.

Il mercato spagnolo

Quanto al caso iberico ci sono già alcuni operatori virtuali spagnoli pronti a entrare in gioco se l’Ue stabilisse la vendita di parte della rete dei due operatori in caso di fusione. Avatel, Finetwork e Digi Mobil sono  tre delle società che farebbero offerte per questi “rimedi”. Il vantaggio di avere una rete propria è di  non dipendere più dall’infrastruttura  degli altri operatori. Con il risultato di esasperare ancora di più la competizione tariffaria. Finetwork starebbe  già negoziando le condizioni con le banche per ottenere i fondi necessari per acquisire le reti da Orange e MásMóvil. Anche Avatel si sta muovendo e Digi Mobil, azienda di origine rumena, avrebbe già la forza economica per acquisire le infrastrutture.  Sarebbe dunque  l’operatore meglio posizionato per questa operazione. DigiMobil è il quinto operatore in Spagna subito dopo Telefónica, Orange, Vodafone e MásMóvil.

Telefonica e Vodafone

Se viene approvata un’operazione con rimedi, i grandi perdenti sarebbero  gli operatori maggiori ossia Telefónica e Vodafone. Jose María Álvarez-Pallete, presidente di Telefonica, aveva detto che la cosa migliore per il settore sarebbe stata un’operazione senza condizioni. Quanto a Vodafone la  situazione è complicata. L’operatore ha perso clienti in Spagna per anni e ha anche ridotto i ricavi e potrebbe procedere con una vendita parziale ma anche totale della sua controllata spagnola. E, in vista di questa possibile operazione, l’ingresso di un nuovo concorrente ridurrà ulteriormente il valore di Vodafone Espana, cosa che i vertici della società britannica non vogliono che avvenga, ovviamente.  Orange e Masmovil devono ora rispondere ai rilievi della Commissione ma sono fiduciose sull’esito dell’accordo.

Il caso britannico

Le cose potrebbero andare meglio in Gran Bretagna per l’ annunciata fusione tra Vodafone e Three Uk ossia i  due operatori più piccoli  del paese. Il closing dell’operazione arriverà entro la fine del 2024 e dovrà essere valutato solo dalle autorità britanniche antitrust. L’esito però anche in questo caso non è scontato dato che nel 2016 l’autorità britannica aveva bocciato la fusione tra Three e O2. Secondo gli analisti l’esame Antitrust di questa operazione potrebbe durare fino a 18 mesi.

 

Condividi articolo