Auto elettriche: più tasse quando si fa "il pieno" - V&A
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AperturaAuto Dom 17 marzo 2024

Altra stangata sui possessori di auto elettriche: più tasse quando si fa "il pieno"

Una ricerca Usa rivela che le accise sono maggiori sulle Bev. Costa meno la ricarica domestica. Il caso Italia dove solo il 20% delle abitazioni dispone di box o posti auto Altra stangata sui possessori di auto elettriche: più tasse quando si fa "il pieno" TESLA MOTORS RICARICA AUTO ELETTRICA
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Gli automobilisti italiani si lamentano delle troppe accise su benzina e diesel? Con l’avvento dell’auto elettrica potrebbe andare anche peggio. Si è scoperto infatti che  in alcuni Stati degli Usa i possessori di veicoli a spina si trovano a pagare più spese e tasse rispetto agli automobilisti termici. Dal dossier  di Atlas Public Policy, (società che fornisce alle aziende ed ai politici strumenti per prendere decisioni strategiche)  emerge che la stangata sull’elettrico avviene in ben 36 Stati americani, compresa la capitale, simbolo di quell’Inflaction reduction Act voluta da Biden per spingere la transizione al green.

Le tasse maggiori sono per le ricariche pubbliche

Il problema negli Usa, spiega lo studio,  riguarda principalmente  le ricariche pubbliche, poiché l’energia elettrica viene sovraccaricata di ulteriori tasse rispetto a quella prelevata da casa. Dunque, secondo Moe Khatib, autore del dossier,  l’unico modo per risparmiare in tasse è  possedere una centralina di ricarica domestica. Se questo negli Stati Uniti  rappresenta una opzione praticabile per gran parte della popolazione, ciò non vale per altri Paesi, soprattutto europei. in cui lo  sviluppo del tessuto non solo urbano non permette di avere spazi da dedicare alla ricarica.

Stangata in vista per gli automobilisti italiani

Già oggi in Italia i costi sono diversi tra ricariche pubbliche e private. I prezzi delle colonnine pubbliche al consumo toccano in alcuni casi quota 1 euro/kWh mentre nelle abitazioni private la spesa è di pochi centesimi. Tenuto conto che il nostro Paese ha già i costi di ricarica tra i più alti d’Europa, è inevitabile aspettarsi una ulteriore stangata per compensare il mancato gettito di IVA e accise sui carburanti quando calerà il numero di vetture diesel e benzina in circolazione. Per ora infatti la diffusione delle auto elettriche è ancora limitata e l’endotermico garantisce un congruo gruzzolo alle casse statali,  ma tra pochi anni il problema non potrà non esplodere. Anche perché un recente studio (vedi articolo di Verità & Affari) realizzato da una piattaforma di vendite immobiliari, evidenzia che su 1,3 milioni di case in vendita solo il 20% dispone di box o posti auto. Ciò significa che la stragrande maggioranza dei proprietari italiani di  vetture a spina  saranno costretti a ricaricare pubblicamente, spendendo in tasse più di oggi.

La “tassa di registrazione”

Tornando alla ricerca di di Atlas Public Policy sulla tassazione negli Stati Uniti, si scopre che gli utenti elettrici messi peggio vivono nello Utah, dove la maggior tassazione sulle Bev pesa per 368,76 dollari all’anno. La Georgia è il secondo stato più caro, con  325,61 dollari all’anno in più, mentre in Kentucky si spendono 260,23 dollari in più all’anno. La Top 10 continua con Tennessee, Alabama, Mississippi, West Virginia, Texas, Oklahoma e North Carolina, dove si spendono 185,54 dollari di extra.Va  meglio nell’Oregon, dove però si pagano 90 dollari delle tasse di registrazione.   E questo pone un ulteriore problema: visto che chi usa mezzi elettrici non paga tasse sul carburante, diversi Stati Usa obbligano gli utenti Bev a pagare una tassa di registrazione extra, al fine di colmare il gap nelle casse del fisco. Insomma, con l’auto elettrica, in un modo o nell’altro,  arriva anche una nuova stangata fiscale

 

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