Disabilità, a Roma Gualtieri taglia i fondi. Operatori sul piede di guerra
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In evidenzaLavoro Mar 30 gennaio 2024

Disabilità, a Roma Gualtieri taglia i fondi. Operatori sul piede di guerra

Il sindaco di Roma si preoccupa dei diritti Lgbt, ma ignora quelli dei disabili. Due giornate di sciopero degli educatori per l'assistenza ai bambini fragili Disabilità, a Roma Gualtieri taglia i fondi. Operatori sul piede di guerra Il sindaco Roberto Gualtieri in Campidoglio
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha due pesi e due misure sul tema dei diritti civili. Se da un lato infatti si è preoccupato di creare in Campidoglio un’unità dedicata ai diritti Lgbt, dall’altro non ha mosso un dito per evitare i tagli ai fondi destinati agli operatori per l’assistenza scolastica ai disabili. Nè tanto meno per mettere ordine in un comparto in cui da anni regna lo sfruttamento e l’abusivismo.

Oggi e domani gli Operatori educativi per l’autonomia e la comunicazione (OEPAC) scenderanno in piazza per manifestare contro una politica che danneggia gli utenti, già di per sè fragili, oltre che i lavoratori. Il 30 gennaio l’appuntamento è davanti alla sede di Legacoop a Roma (in via Guattani, 9, alle ore 10). Il 31, invece, l’incontro è alla stessa ora in piazza Bocca della Verità. 

“Il Comune di Roma e l’Assessorato alla Scuola continuano ad ignorare le istanze delle lavoratrici e lavoratori del servizio educativo per l’autonomia e la comunicazione del Comune di Roma, che, ogni giorno, in collaborazione con i docenti, consentono agli alunni e alunne con disabilità, di usufruire concretamente del diritto all’istruzione” spiega Moira Aloisio, sindacalista del CUB Scuola di Roma. 

Le contestazioni dei lavoratori

Precarietà, tagli ai fondi, impossibilità di lavorare e peggioramento della qualità del servizio per i ragazzi che hanno bisogno di essere seguiti con maggiore attenzione rispetto ai coetani senza disabilità. Sono questi gli argomenti dei sindacati Usb e Cub che sono scesi sul piede di guerra contro un’amministrazione sorda rispetto al grido di bisogno dei più fragili. Cinquanta le cooperative coinvolte per circa 4mila lavoratori che chiedono solo di poter lavorare nel rispetto delle regole.  

“Dopo l’approvazione del nuovo schema di convenzione tra i municipi e le cooperative affidatarie, non viene più consentito all’OEPAC di restare in classe durante i primi due giorni di assenza dell’ alunno. Gli operatori e le operatrici, quindi, fin dal primo giorno, vengono rimandati a casa, perdendo ore di retribuzione, oppure viene loro ordinato di essere disponibili a spostarsi da una scuola all’altra, in alcuni casi anche più volte durante la giornata di lavoro” spiega Aloisio.

Ma non finisce qui

Dal momento che il Comune di Roma non riconosce ore ulteriori per l’assistenza di ogni ragazzo con disabilità, gli OEPAC vengono, di fatto, estromessi dalle riunioni dei gruppi di lavoro operativi per l’inclusione (GLO) e non possono partecipare alle decisioni in merito al piano educativo degli alunni che assistono quotidianamente, con grave danno per la qualità del servizio” prosegue la sindacalista.

E pensare che proprio l’inclusione è stato uno dei cavalli di battaglia di Gualtieri anche in campagna elettorale. Un argomento che, subito dopo l’elezione in Campidoglio, ha portato alla nascita dell’ufficio Lgbt alle dirette dipendenze del sindaco. Ma non ha portato ad un miglioramento per i bambini disabili. Anzi. 

Basta gite per i disabili

Alla faccia dell’inclusione, sulla base della nuova convenzione, le ore di assistenza durante le uscite didattiche dovranno essere scalate dal totale della assistenza prevista per ogni alunno con disabilità. “Ciò costringe, di fatto, le famiglie a dover scegliere se far partecipare il proprio figlio alla gita o garantirgli l’assistenza durante l’orario scolastico” chiarisce la sindacalista. Per non parlare poi degli “errori sulle paghe da parte delle cooperative” con un numero di ore inferiore alla realtà e senza riconoscere alcuna maggiorazione prevista dal contratto di chi è invece inquadrato come pubblica amministrazione. 

Si tratta di “un’inaccettabile situazione di sfruttamento e precarietà per i lavoratori e le lavoratrici, che già subiscono l’interruzione del contratto, senza possibilità di accedere ad alcun ammortizzatore sociale, durante i periodi di chiusura delle scuole. Una sorta di cottimo, tollerato, se non avallato dal Comune di Roma che può e deve reinternalizzare il servizio di assistenza in questione, revocando l’esternalizzazione alle cooperative” conclude. 

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