La Fed resta ferma. I tassi Usa rimarranno alti per molto tempo
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AperturaFinanza Mer 01 novembre 2023

La Fed resta ferma. I tassi Usa rimarranno al top per molto tempo

Come previsto la Fed tiene i tassi fermi nel range 5,25%-5,50% cosi' come gia' fatto a settembre, al massimo da 22 anni La Fed resta ferma. I tassi Usa rimarranno al top per molto tempo JEROME POWELL FEDERAL RESERVE FED
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

 

Inflazione ancora lontana dal 2%

Come previsto la Fed tiene i tassi fermi nel range 5,25%-5,50% cosi’ come gia’ fatto a settembre, al massimo da 22 anni. E’ la terza volta, a partire da marzo, che la Fed non interviene sul  costo del denaro. Un livello così alto, dice il comunicato, sarà mantenuto per lungo tempo perchè l’inflazione resta ben al di sopra dell’obiettivo del 2% e il Pil è ancora robusto. Nel terzo trimestre la crescita ha sfiorato il 5% . Nella conferenza stampa finale il presidente Jerome Powell non ha escluso  nuovi interventi se la situazione dovesse mutare.  Wall Street è in crescita con il Nasdaq che intorno a metà seduta guadagna circa un punto.

La guerra in Ucraina e la crisi in Palestina

L’inasprimento del costo del denaro dell’ultimo anno e mezzo e’ stato deciso per contrastare l’impennata dei prezzi legata alle tensioni geopolitiche globali, a partire dalla guerra in Ucraina, a cui ora si e’ aggiunto il nuovo scenario di crisi in Medio Oriente. Sul fronte macroeconomico, l’indice  Pmi manifatturiero negli Stati Uniti e’ scivolato a 46,7 nel mese di ottobre dal massimo di 10 mesi di 49 del mese precedente, ben al di sotto delle aspettative di 49, segnando l’undicesima contrazione consecutiva del settore manifatturiero statunitense. La soglia critica è 50 punti: sopra questo livello vuol dire che c’è crescita. Sotto è la stagnazione che può trasformarsi in recessione con la caduta progressiva del pennino.

Ordini  e manifattura in calo

  I dati hanno sottolineato l’impatto  dell’aumento del tassi mettendo ulteriormente in discussione la capacita’ di ripresa dell’industria manifatturiera Usa. La contrazione dei nuovi ordini è diventata sempre più profonda  (45,5 contro 49,2 di settembre), segnando il 14esimo calo consecutivo. A determinarlo la minore domanda nazionale ed estera. Di conseguenza, la produzione e’ rallentata (50,4 contro 52,5), con una crescita che si e’ quasi arrestata a causa del forte calo degli ordini arretrati (42,2 contro 42,4) che ha compensato il calo della domanda di nuovi prodotti. Nel frattempo, l’occupazione ha subito una contrazione rispetto al rimbalzo del mese scorso, poiche’ le fabbriche hanno ridotto la  capacita’ produttiva. Inoltre, i prezzi delle forniture sono scesi per il sesto mese consecutivo, anche se a un ritmo inferiore.

Occupazione in aumento

Il numero di posti di lavoro disponibili invece e’ aumentato di 56.000 unita’ rispetto al mese precedente, raggiungendo i 9,55 milioni a settembre, il livello piu’ alto degli ultimi quattro mesi, superando il consenso del mercato di 9,25 milioni. Le imprese private negli Stati Uniti hanno aggiunto 113.000 lavoratori alle loro buste paga a ottobre, al di sotto delle aspettative del mercato di un aumento di 150.000 unita’. Tuttavia, i nuovi posti di lavoro hanno continuato a superare la fascia di 70.000-100.000 richieste ogni mese per accogliere la crescente popolazione in eta’ lavorativa, suggerendo che il mercato del lavoro sta effettivamente mostrando segni di graduale rilassamento ma rimane robusto, anche a fronte delle misure restrittive della Federal Reserve.

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