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AperturaFisco Mer 21 febbraio 2024

Fisco, via libera del Cdm alla revisione del sistema sanzionatorio

Per quanto riguarda le sanzioni amministrative è prevista una maggiore proporzionalità tra le sanzioni rispetto alle condotte contestate. Fisco, via libera del Cdm alla revisione del sistema sanzionatorio IL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Redazione Verità&Affari
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Una complessiva revisione del sistema sanzionatorio tributario è stata approvata dal Consiglio dei ministri in attuazione della legge delega per la riforma fiscale. Gli ambiti di intervento del decreto riguardano: le disposizioni comuni alle sanzioni amministrative e penali, con l’integrazione fra le diverse fattispecie sanzionatorie, la revisione dei rapporti tra processo penale e processo tributario, l’introduzione di meccanismi di compensazione tra le sanzioni da irrogare e quelle già irrogate (divieto del ”bis in idem”) e la riduzione delle sanzioni; le sanzioni penali, con particolare riferimento alla revisione dei profili sanzionatori per gli omessi versamenti non reiterati; le sanzioni amministrative, prevedendo una maggiore proporzionalità tra le sanzioni rispetto alle condotte contestate, ferma restando la maggiore rilevanza di comportamenti fraudolenti, e realizzando una revisione della disciplina della recidiva dei cumuli e delle continuazioni.

“La riforma fiscale procede. In dirittura di arrivo anche il decreto attuativo della delega sulla riforma fiscale che riguarda le sanzioni amministrative e penali tributarie che è oggi sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Il governo Meloni ridurrà le sanzioni nel caso di un accordo con il fisco” ha dichiarato in una nota il senatore Nicola Calandrini, presidente della 5a Commissione Bilancio. “L’obiettivo è portare sempre più persone a risolvere i contenziosi allineandosi e riuscendo così anche ad evitare anche procedimenti penali, che restano comunque per i reati gravi, per esempio la frode. Il testo potrebbe ridurre le sanzioni amministrative fino a portarle al livello della media europea. Non più quindi maggiorazioni del 120 – 200%, ma al massimo del 60%. Ritengo lungimirante arrivare ad un accordo con chi, magari anche a causa della pandemia o in momenti di difficoltà, in questi anni ha omesso i pagamenti. Fornire loro gli strumenti per tornare in regola è necessario per tornare a lavorare con più serenità, non solo per la propria famiglia, ma per tutta la nazione”.

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