Il Covid non molla: le assemblee degli azionisti restano online
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AperturaMercati Ven 21 aprile 2023

Il Covid non molla: le assemblee degli azionisti restano online e solo Enel torna in presenza

Solo Enel torna in presenza. Le società quotate preferiscono le assisi in remoto. La legge lo consente fino a fine luglio Il Covid non molla: le assemblee degli azionisti restano online e solo Enel torna in presenza riunione in remoto
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Il Covid non molla: le assemblee dei soci restano online. Solo Enel in presenza

Solo Enel tra le grandi società italiane, farà l’assemblea dei soci in presenza a Roma presso l’Auditorium della musica il 10 maggio prossimo. Mentre le altre big di Piazza Affari continuano ad approfittare della norma Covid che prevedeva le assemblee in remoto. Infatti sono bastate tre righe nel decreto Milleproroghe ad estendere di un anno, al 31 luglio 2023, il regime speciale introdotto tre anni fa, dopo che la pandemia sdoganò le assemblee a distanza, con il rappresentante unico degli azionisti delegato al voto.

L’emendamento del Milleproroghe, proposto dalla Lega, ha accolto le istanze dalle grandi quotate italiane: 25 società che rappresentano l’85% della capitalizzazione di Piazza Affari preferisce l’online. Il problema è che per i piccoli azionisti partecipare da remoto oltre ad essere  complicatissimo, non ha alcun scopo dato che manca l’interazione con i vertici societari, presidente e amministratore delegato che era il sale delle assemblee dei soci.  Il risultato è che  Unicredit, Tim, Mps hanno già fatto le loro assemblee online. Una modalità  che rende perfino inutile attendere fino al giorno dell’assemblea per avere il risultato delle votazione alle richieste dato che i voti vengono raccolti prima. Ma anche Intesa, il 28 aprile, Leonardo, il 9 maggio ed Eni il 10 dello stesso mese hanno già stabilito di non fare assemblee fisiche.

I costi delle assemblee in presenza sono elevati

Ovvio che sia meglio dato che una assemblea dal “vivo” costa parecchio, oltre 1 milione di euro e impegna manager e consulenti per molte ore. Inoltre  è il pulpito ideale per piccoli azionisti che cercano il loro quarto d’ora di popolarità.  Dato che all’assemblea online partecipa solo il rappresentante delegato  ai manager viene anche evitato il disturbo di dover rispondere a domande scomode che erano fatte non solo da disturbatori professionisti ma anche da persone preparate e consapevoli dei problemi aziendali come possono essere i rappresentanti sindacali.

Insomma niente contraddittorio con i vertici aziendali che si risparmiano critiche e fatica. C’è però un problema come sottolineato da molti osservatori dato che gli appuntamenti annuali assembleari con i soci erano il fulcro del confronto tra le aziende e il mercato, la collettività e l’informazione.

“Gli investitori istituzionali del mercato, e i proxy loro consulenti – ha detto Dario Trevisan avvocato che rappresenta gli investitori istituzionali per delega nelle assemblee delle grandi quotate- non vedono con favore l’assemblea solo virtuale, che spesso si risolve in una rapida conta dei voti. L’opzione che preferiscono, e già usata negli Usa, nel Regno Unito e in altri Paesi europei, è l’assemblea ibrida, in cui chi vuole si collega e vota a distanza e altri partecipano fisicamente. Il dibattito dal vivo  ha  un valore diverso rispetto alle risposte per iscritto”. 

In remoto solo fino a fine luglio

La legge attuale salva le grandi quotate dalle assemblee solo fino al 31 luglio ma ci sono già proposte di riforma delle regole assembleari per consentire l’intervento dal vivo solo ai soci dotati di un pacchetto significativo (soglia minima  50-100mila euro),  una misura che eliminerebbe disturbatori in cerca di visibilità. Da sottolineare che Beppe Grillo riuscì ad avere molta eco mediatica, prima di fondare l’M5S proprio partecipando, dal 2007 alle assemblee Telecom.

Per i piccoli azionisti partecipare a una assemblea convocata con le modalità Covid dove è possibile votare solo tramite il delegato scelto dalla società è difficilissimo anche perché le banche che inviano ai detentori delle azioni loro clienti  le comunicazione di assemblea non sono in grado di fornire le spiegazioni necessarie.

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