Imballaggi, Bruxelles decide sul nuovo regolamento. Allarme rosso per l'Italia
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Imprese/Apertura
AperturaImprese Gio 09 novembre 2023

Imballaggi, Bruxelles decide sul nuovo regolamento. Allarme rosso per l'Italia

Il rischio è che le nuove regole sugli imballaggi uccidano la fiorente industria del riciclo che si è sviluppata nel nostro Paese Imballaggi, Bruxelles decide sul nuovo regolamento. Allarme rosso per l'Italia Imballaggio
Claudio Antonelli
di 
Claudio Antonelli

Il 22 novembre può essere il D-day per l’industria degli imballaggi di cui l’Italia è leader. Non solo in Europa. Ma il 22 novembre, giorno in cui il Parlamento Ue sarà chiamato ad approvare o rigettare in seduta plenaria il regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio potrebbe anche essere la Caporetto del nostro Pil.

Nel primo caso, gli eurodeputati potrebbero rispedire al mittente il testo approvato in commissione Ambiente (Envi) a firma di Renew. Nel secondo, ovviamente, lasciare scivolare la pratica. A differenza dei testi approvati prima della pausa estiva dalle commissioni Agricoltura e Industria, ben più equilibrati, la relazione della belga Frédérique Ries confermerebbe, infatti, e a tratti persino peggiorerebbe l’impostazione originaria della proposta della Commissione europea, rischiando di collocare il Parlamento Ue su posizioni molto pericolose per il sistema produttivo e distributivo nazionale.

Una proposta indecente per l’Italia

Si tratta di una proposta che, se approvata nella sua attuale formulazione, provocherebbe effetti pesantemente negativi sulle filiere produttive nazionali e sui consumatori oltre che opposti agli obiettivi di sostenibilità che dichiara di voler perseguire. Ucciderebbe l’industria del riciclo, spostando tutto il settore (soprattutto l’Agrofood) sulla logica del riuso. Senza contare, oltre ai danni economici, anche lo spreco alimentare che finirebbe con il causare.

“Tale proposta, infatti, stravolge completamente la strategia finora utilizzata per la riduzione dei rifiuti di imballaggio passando dal principio del riciclo – che ha caratterizzato tale strategia negli ultimi anni – a quella del riuso”, si legge in una lettera inviata a tutti i capigruppo dell’Europarlamento. Lettera che prosegue così: “Il nostro Paese è diventato negli ultimi anni punto di riferimento globale nel materiale innovativo riciclabile e ha già raggiunto in termini di riciclo obiettivi superiori alla stragrande maggioranza degli altri Paesi: il tasso di riciclo complessivo degli imballaggi in Italia è arrivato a quota 73,3% nel 2021, superando l’obiettivo del 70% fissato per il 2030, collocando il nostro Paese al secondo posto in Europa per riciclo degli imballaggi pro-capite”. A colpire sono certamente le parole e il contenuto della lettera che sintetizzano il muro verso cui la nostra economia rischia di schiantarsi.

Ma è l’elenco dei firmatari che stupisce

Si va dalla Coldiretti a Filiera Italia, passando per tutte le sigle sindacali e arrivando all’intera filiera delle Coop. Per la prima volta il mondo produttivo si allea e mette i propri loghi sotto la medesima pagina. Assieme si rivolgono ai partiti italiani presenti a Bruxelles, chiedendo di votare non per ideologia o appartenenza di gruppo ma di votare per il proprio Paese. La stessa Confindustria, la cui firma non spunta in calce a questa lettera, ha già provveduto come Uniplast a veicolare più o meno stesso concetto.

LUIGI SCORDAMAGLIA FILIERA ITALIA

Una mobilitazione più unica che rara

Fatto che rende palese il timore dell’intero sistema produttivo. Alla lettera ha fatto seguito ieri sera un incontro in un noto ristorante di Bruxelles: aziende e politici riuniti con l’intento di trovare una soluzione. “Si tratta di un incontro fondamentale a cui hanno aderito i relatori italiani del provvedimento oltre a 40 eurodeputati italiani appartenenti a tutte le forze politiche e che ha alcuni obiettivi molto chiari”, commenta Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia.

“Il primo obiettivo è di ricreare l’asse trasversale degli eurodeputati italiani a prescindere dall’appartenenza politica. In questo caso il mondo produttivo agricolo e industriale, privato e cooperativo, non vuole solo tutelare interessi propri ma è insieme alla rappresentanza delle principali catene distributive e di tutti e tre i sindacati nazionali in rappresentanza dell’intero mondo del lavoro”.

Incomprensibilmente, nelle varie proposte fatte finora, nessuno “ha mai citato che l’Italia sia leader nelle bioplastiche totalmente biodegradabili e che queste possono costituire un elemento di forza per coinvolgere anche nelle fasi successive della discussione Paesi schierati su posizioni diverse, rappresentando soluzioni incontestabilmente sostenibili”, prosegue Scordamaglia.

Obiettivo numero tre

Terzo obiettivo insito nella lettera è quello di chiedere l’esclusione dal riuso oltre che del vino (già ottenuto), anche della birra e dei succhi e di “non mettere più alcun limite al peso dell’ortofrutta”, conclude Scordamaglia, “da imbustare”. Ulteriore richiesta è stata quella di escludere dal riuso tutti quei Paesi e filiere che hanno già raggiunto l’85% del riciclo.

È chiaro che una decisione opposta distruggerebbe il settore del fresco di cui l’Italia – vale la pena ribadire – è leader globale. Così, se la tensione per le trattative sale da un lato, dall’altro resta l’incertezza. A livello di Parlamento c’è la concreta possibilità che buona parte del Ppe si allinei alla destra e quindi finisca a fare da ago della bilancia fermando la follia green socialista. Resta, però, la grande incognita del Consiglio. Al recente appuntamento di Ecomondo i rappresentanti del governo hanno ribadito la contrarietà italiana. Il punto che è Roma è da sola. Restano pochi giorni. Ma urgono alleanze con altri Paesi in modo da scardinare la posizione di Francia e Germania. Cosa c’è in ballo dovrebbe essere chiaro a tutti.

Condividi articolo