TuttoFood, i produttori italiani contro le carni sintetiche
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AperturaVino & Cibo Lun 08 maggio 2023

TuttoFood, i produttori italiani alzano le barricate contro le carni sintetiche

La fiera dell'agroalimentare italiano è l'occasione per dire no ai cibi prodotti in laboratorio che rischiano di danneggiare le nostre imprese TuttoFood, i produttori italiani alzano le barricate contro le carni sintetiche TUTTOFOOD, VISITATORI FIERA
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

La filiera italiana della zootecnia contro le carni in laboratorio

Da vetrina dell’agroalimentare italiano a evento per dire no ai cibi sintetici. Al TuttoFood 2023 di Milano prende corpo la protesta dei produttori italiani contro carni, formaggi e pesce realizzato in laboratorio. Dopo le farine d’insetti, le aziende della filiera temono infatti il via libera di Bruxelles alla commercializzazione di carni sintetiche nel Vecchio continente. Un’eventualità considerata una vera e propria sciagura soprattutto per l’introduzione sul mercato di prodotti alimentari che non sono stati adeguatamente testati, ma anche per i danni che provocherebbero alle imprese italiane del settore. La questione non è da poco visto che la filiera della zootecnica italiana vale circa 55 miliardi di euro.

Di qui la presa di posizione dei produttori italiani

Arriva “una risposta unitaria eccezionale da parte di tutta la filiera zootecnica italiana, come eccezionale e mai vissuto prima è il rischio a cui tutti noi siamo esposti” ha dichiarato Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, durante l’evento organizzato da Filiera Italia e Coldiretti a TuttoFood in occasione del lancio della prima alleanza italiana di filiera contro il cibo sintetico. “Le organizzazioni qui riunite rappresentano una filiera che vale in Italia circa 55 miliardi di euro con un totale di circa 550mila addetti. Questo è quello che carne, latte, pesce sintetici metterebbero a rischio” precisa.

“Tutti insieme qui per dire no. No a cibi sintetici che a livello globale sostituirebbero 1,3 miliardi di agricoltori che vivono di zootecnia, con pochissime multinazionali e colpirebbero le esportazioni delle nostre eccellenze che oggi crescono con ritmi a due cifre” ha aggiunto. “No a chi pensa di mistificare le verità sugli impatti ambientali sulla sicurezza per il consumatore. No a chi vuole concentrare nelle mani di poche multinazionali il futuro dell’alimentazione globale, slegandola dalla terra. E soprattutto insieme per un sì alla vera indipendente ricerca scientifica ai massimi livelli che ci consentirà di bloccare questa follia” ha concluso.

Una filiera del Made in Italy agroalimentare che va forte

Mentre infatti a Bruxelles si pensa alle carni sintetiche, le produzioni italiane conquistano i mercati stranieri con numeri a due cifre. A essere cresciute di più sono le esportazioni alimentari in Francia, con un + 24%, davanti alla Germania (+19%) che, a livello assoluto con 9,4 miliardi. resta il primo mercato di esportazione per l’Italia e agli Stati Uniti (+15%).

Ma le richieste nel 2023 per il via libera alla carne prodotta in laboratorio come novel food mette a rischio i risultati del settore. Per la Coldiretti, l’arrivo sulle tavole delle carni sintetiche è “una minaccia letale per l’agricoltura italiana, la salute dei consumatori e la biodiversità del pianeta“. Contro questa ipotesi, l’associazione ha raccolto oltre mezzo milione di firme che ha portato il Governo Meloni a presentare uno schema di disegno di legge che vieta la produzione, l’uso e la commercializzazione in Italia del cibo sintetico.

Sullo sfondo c’è poi anche il tema dell’etichetta a semaforo

La questione verrà discussa il prossimo autunno. Il fronte dei Paesi del Nord è a favore per il cosiddetto sistema Nutriscore. Ma secondo Coldiretti, “si tratta di un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio e incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali. Cibi che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti sintetici di cui in alcuni casi non e nota neanche la ricetta”.

In particolare, “i sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (per esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine” come rileva l’associazione dei produttori.

Il governo italiano è pronto a dare battaglia a difesa del Made in Italy

Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha ricordato come il ministero della salute abbia fornito indicazioni precise sui prodotti realizzati in laboratorio. “Ci ha detto che il cibo sintetico non è sicuro, anzi, la potenzialità che possa essere dannoso esiste. Ed è per questo che anche in Europa abbiamo il dovere di batterci. Abbiamo iniziato in Italia, ma ci batteremo in Europa perchè non passi” ha spiegato durante l’inaugurazione di TuttoFood.

“A Bruxelles ho avanzato la richiesta di non passare dalle procedure di Novel Food legate alle produzioni sintetiche, ma di passare attraverso il processo di verifica attribuito ai farmaci, molto più lungo e approfondito, ma che garantisca rispetto a una scelta epocale di questa natura” ha aggiunto. Ci sono “due approcci alla sicurezza alimentare: c’è chi dice che noi potremmo trovare una buona soluzione di garantire cibo per tutti a prescindere dalla sua qualità, mentre noi siamo convinti che ci possa essere un’altra strada: cibo per tutti, tenendo al centro la qualità. Non ci arrendiamo all’idea che la carne si produca nei bioreattori invece che nelle nostre stalle”, ha concluso Lollobrigida. Ma è evidente che non sarà una battaglia facile perchè dietro l’angolo c’è l’opportunità di un florido business.

 

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