Calef (NS Partners): "Meglio puntare sulla Space economy" - V&A
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AperturaRisparmio Lun 09 ottobre 2023

Mercati, Calef (NS Partners): "In questo momento complesso meglio puntare sulla Space economy"

Il gestore sottolinea l'incertezza dei mercati a causa della scarsa crescita cinese. Ma indica anche un settore su cui puntare. Mercati, Calef (NS Partners): "In questo momento complesso meglio puntare sulla Space economy"
Gianluca Baldini
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Gianluca Baldini

L’economia globale si appresta a rallentare e a preoccupare più di tutto l’immobiliare, in particolare quello cinese, oggetto di una crisi senza precedenti. Verità & Affari ne ha parlato con Giacomo Calef, Country Manager Italia di NS Partners.

Come interpreta l’attuale fase di mercato?

“Le performance negative degli ultimi due mesi lasciano credere che ci avviamo verso una fase burrascosa per i mercati e per l’economia. Gli effetti delle strette monetarie delle banche centrali cominciano a riflettersi sui fondamentali economici, rallentando la crescita, mentre l’inflazione, sebbene in continuo calo, resta ancora a livelli deleterei. Oltre a questa cronica preoccupazione, negli ultimi mesi si sono aggiunte le paure relative alla Cina, che stenta ancora a mostrare una decisa ripresa, oltre alla crescita dei prezzi del greggio, dovuta ad un’estensione del taglio alla produzione da parte di Arabia Saudita e Russia. Tuttavia, la debolezza della seconda economia globale resta la principale causa del ritracciamento di agosto-settembre”.

In particolare, preoccupa il settore immobiliare cinese…

“Esatto, proprio quest’ultimo, che pesa per più di un quarto dell’intero Pil del Paese, rischia di minare qualsiasi segnale positivo. In più ci sono anche i timori riguardo alla resilienza dell’economia americana cominciano a farsi più evidenti dopo che la Federal Reserve ha alzato i tassi di interesse al massimo da ventidue anni, tra il 5,25% e il 5,5%. Il dollaro è quindi tornato a rafforzarsi considerevolmente sulle altre principali valute che, a partire da fine luglio, hanno sofferto particolarmente l’aggressività sui tassi Usa perdendo rispettivamente il 3,8%, il 6,9%, il 4,7% e il 4,6%”.

Quale tipo di asset è più adatto per navigare al meglio questa fase di mercato?

“In questo particolare contesto di mercato gli investitori sono quindi in cerca di sicurezza, ribilanciando il proprio portafoglio per prepararsi ad eventuali scossoni. A essere privilegiati sono quindi i titoli azionari più sicuri che garantiscono ritorni stabili e crescenti, godono di alte barriere all’ingresso e offrono generosi dividendi, come quelli dei consumi non-ciclici. A frenare la crescita degli indici sono anche gli attraenti rendimenti sull’obbligazionario, diretta conseguenza delle politiche monetarie restrittive. Tuttavia, anche le recenti decisioni delle banche centrali, che hanno invocato la retorica dell’higher for longer, hanno intimorito non poco gli operatori. Alla luce di tutto ciò, sembra che il 2023 possa chiudersi nel complesso con un andamento contrastato”.

Cosa aspettarsi dai prossimi mesi?

“Il rally di inizio anno, pressoché interamente trainato dai titoli tecnologici legati all’intelligenza artificiale, si è ormai esaurito, mentre sul piano macroeconomico le prospettive sono fosche e restano indissolubilmente legate alle dinamiche cinesi. Un’eventuale ripresa del gigante asiatico potrebbe infatti ridare fiducia ai mercati e incoraggiare uno slancio sui principali indici verso gli ultimi mesi del 2023, con l’attuale fase di wait-and-see che quindi potrebbe rivelarsi solo transitoria, sebbene le criticità continuino a persistere”.

Parlando di tech, a quali settore pensa?

“Spesso non viene ricordata ma vedo interessanti opportunità nella Space economy. La corsa allo spazio è terminata da molti anni, ma le possibilità offerte al di fuori della nostra atmosfera stanno generando un rinnovato interesse verso le possibili applicazioni di nuove tecnologie, con notevoli ricadute positive su quelle esistenti. Gli analisti stimano che, entro il 2040, la Space economy potrebbe diventare un mercato da circa $1 trilione; quindi, non stupisce che diverse aziende abbiano iniziato ad interessarsi ad un settore che è in forte espansione”.

Vede dei trend di particolare interesse per gli investitori?

“Il trend più promettente legato a questo settore resta quello dei satelliti, le cui dimensioni negli ultimi anni sono state notevolmente ridotte, e la capacità di utilizzo resa più duratura, progressi che hanno portato ad una forte compressione dei costi. A confronto, i satelliti governativi attualmente in orbita, che possono arrivare a costare anche $1 miliardo, sono ormai stati superati in numero da apparecchi del tipo LEO (Low-Earth Orbit) che invece vengono lanciati in “costellazioni” e non superano i $100mila per mezzo. Le potenzialità date dallo sfruttamento dello spazio sono quindi enormi e potranno implementare nuovi sviluppi tecnologici in molti comparti tra cui quello energetico, agricolo e delle telecomunicazioni”.

 

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