Planeat, la pausa pranzo senza sprechi che fa pure risparmiare
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AperturaStartup Sab 09 dicembre 2023

Planeat, la pausa pranzo senza sprechi che fa pure risparmiare

È nata nel 2020 a Milano Planeat, che unisce il concetto del risparmio al tema della sostenibilità, combattendo lo spreco di cibo. Planeat, la pausa pranzo senza sprechi che fa pure risparmiare
Emanuele Bonora
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Emanuele Bonora

Giornalista de La Verità, esperto di nuovi media. Responsabile dell'edizione online del quotidiano e delle strategie digitali.

Per un piatto di pasta, l’acqua, un dolcetto e un caffè in pausa pranzo si possono spendere fino a 14,89 euro al giorno. L’8% in più del 2019, secondo l’Osservatorio di Federconsumatori. Se si va a fare la spesa degli stessi piatti pronti al supermercato il costo, invece, è di 10 euro. E se, infine, il pranzo ce lo portiamo da casa, come fanno ormai 4 lavoratori su 10, la spesa per le materie prime è dicirca 4 euro. Partendo da queste considerazioni è nata, nel 2020, a Milano Planeat, che unisce il concetto del risparmio al tema della sostenibilità.

L’ideatore è un volto noto nel mondo delle startup: Nicola Lamberti, già fondatore di  7Pixel e Trovaprezzi, che poi aveva venduto a Mutuionline. È proprio dopo la sua uscita da 7Pixel, che ha preso forma, insieme ad un gruppetto di una 30ina persone, Planeat. Tra loro, molti ex colleghi, compreso l’attuale socio Giovanni Di Benedetto, che prima gestiva proprio la mensa del comparatore di prezzi. L‘obiettivo dichiarato: combattere lo spreco di cibo, risparmiando. Infatti, prenotando la pausa pranzo attraverso Planeat si arrivano a spendere a Milano tra i 5 e i 7 euro.

“Il segreto è la pianificazione – spiega  Lamberti -. Chiediamo ai nostri clienti di comunicare il giorno prima gli ordini della pausa pranzo. Abbiamo messo a punto, infatti, un sistema regolato al millimetro per gestire tutto il processo di approvvigionamento, preparazione e distribuzione scegliendo materie prime di ottima qualità, a  prezzi e condizioni rispettose per i nostri fornitori: nulla viene acquistato in più e nulla sprecato. Da questo risparmio derivano i prezzi accessibili per i clienti”.

Attualmente sono 45 le aziende convenzionate nelle quali i dipendenti possono usufruire del servizio di Planeat. Sono tutte concentrate tra Pavia, Milano, Monza e i comuni limitrofi e tra queste ci sono anche realtà come AstraZeneca, Galbusera, SeaVision, BeSharp, Mind e Geico. Una sorta di mensa a domicilio, che ha registrato una crescita tripla rispetto allo scorso anno, toccando un fatturato di 350mila euro mensili. Il breakeven della start up è a meno di mezzo giro di boa e dovrebbe essere raggiunto intorno ai 600mila euro di ricavi al mese entro settembre del prossimo anno. Per farlo c’è ancora tutto il ricco mercato delle pausa pranzo delle aziende da conquistare e a cascata quello delle famiglie.

Oltre ai piatti pronti, infatti, Planeat fornisce anche la spesa per casa, attraverso dei kit che consentono di non comprare più del necessario e con oltre 400 ricette da realizzare. “Massimizzare il bene comune e rendere la sostenibilità accessibile a tutti è la nostra mission – prosegue Lamberti -. Cerchiamo di rendere questo mondo un pochino migliore di come lo abbiamo trovato”. Ad iniziare, quindi, da dei consumi più sostenibili. Dalla sua nascita, l’azienda ha consegnato circa 244mila ordini, permettendo di risparmiare 30 tonnellate di cibo. E presto i contenitori monouso compostabili, con cui attualmente riforniscono i clienti, saranno sostituiti da dei contenitori modulari riutilizzabili con il concetto del vuoto a rendere, studiati direttamente per lo scopo.

All’orizzonte, dopo il primo aumento di capitale sottoscritto da Startip di Giovanni Tamburi, Mercurio Holding Srl, HB4 Srl, Karim Riccardi, c’è un nuovo finanziamento ponte di 2 milioni nei prossimi mesi per duplicare il centro di produzione e per far crescere le consegne. Con l’idea poi di mettere a disposizione il software sviluppato a dei partner selezionati sul territorio nazionale che sposino la filosofia di Planeat.

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