Tim, Labriola entro luglio il closing per Netco e poi consolidamento
I prossimi mesi saranno determinanti per il futuro di Tim con l'ad comunque sicurissimo di riuscire a portare a termine il piano di scorporo della rete La sede di Rozzano (Milano) di Tim“L’accordo con il fondo Usa Kkr per la vendita della rete è vincolante e dunque, qualunque cosa succede, sarà chiuso tra giugno e luglio”. E’ categorico Pietro Labriola ad di Tim nella conference call con gli analisti, l’ultima del gruppo integrato verticalmente tra rete e servizi, dove sono stati illustrati i conti del 2023 chiusi rispettando la guidance. Il fatturato è stato pari a 16,3 miliardi di euro in crescita del 3,1% rispetto al 2022 soprattutto per merito dei buoni risultati della controllata brasiliana che ha visto il fatturato in aumento del 10%.
Scorporo rete contratto con Kkr vincolante si farà anche senza Labriola
I prossimi mesi saranno determinanti per il futuro di Tim con l’ad comunque sicurissimo di riuscire a portare a termine il piano di scorporo della rete e la creazione della società dei servizi “qualunque cosa succeda”.
Con o senza di lui alla guida del gruppo dunque, dato che la battaglia con Vivendi per il rinnovo del consiglio di amministrazione, che dovrebbe passare da 15 a 9 consiglieri, è appena cominciata e si concluderà con l’assemblea del 23 aprile prossimo. Nel frattempo Labriola presenterà il 7 marzo il piano industriale per le due società divise mentre sta lavorando per ottenere dall’Antitrust tutte le autorizzazioni necessarie per procedere.
Sicuri del via libera dall’Antitrust Ue: non c’è consolidamento
“Su Netco continuiamo ad essere tranquilli sulle tempistiche- ha detto Labriola- La richiesta fatta da Kkr all’Antitrust Ue è correlata alla concentrazione, nel nostro caso stiamo parlando dell’opposto. Ossia da una società ne stiamo facendo due. E dunque stiamo seguendo le indicazioni dell’Unione Europea che ha chiesto un player puro wholesale (ossia all’ingrosso ndr)”.
Nessuna domanda degli analisti sui probabili esuberi
Labriola è un fiume in piena e non si sottrae alle domande, compreso quello del consolidamento del settore in Italia chiarendo che la sua preferenza è quella di un accordo tra Iliad e Vodafone piuttosto che con Fastweb, anche se nessun analista tocca il tema più caldo, ossia quello dei probabili esuberi che l’operazione porterà dato che Tim ha 40 mila dipendenti. E dunque mentre la società della rete NetCo ne potrebbe sostenere circa 20mila, sul fronte di quella dei servizi per la telefonia fissa e mobile e per i servizi Enterprise, farsi carico dell’altra metà è molto complesso dato che competitor come Vodafone e WindTre ne hanno molti meno, circa 6 mila.
Consolidamento del settore tlc in Italia: Tim nel mirino di Iliad?
Quanto al consolidamento del settore Tim potrebbe partecipare. “Sicuramente almeno fino a luglio, quando si chiuderà il deal possiamo stare solo alla finestra – spiega Labriola- perchè è difficile partecipare a queste mosse mentre finalizziamo lo scorporo e otteniamo le autorizzazioni. In futuro possiamo far parte della partita, dobbiamo stare pronti e agire”. Da sottolineare che la Tim dei servizi con la telefonia fissa e mobile potrebbe anche finire nel mirino di Iliad che ha fallito per ben due volte nell’acquisizione di Vodafone.
Il Mef ha chiesto di mantenere quota di minoranza
Quanto alla vendita della società dei cavi sottomarini Sparkle secondo Labriola sarebbe stato l’acquirente, ossia il Mef cioè il governo a chiedere a Tim di mantenere una quota di minoranza “come sostegno all’operazione perchè non è un acquirente industriale e così starebbe più traquillo” , ha detto l’ad.