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ApprofondimentiVino & Cibo Mar 28 marzo 2023

Al via Cibus Connecting Italy, prima fiera dopo l'accordo strategico tra Milano e Parma

Domani prende il via Cibus Connecting Italy, la prima fiera dopo l'accordo strategico tra gli enti di Milano e Parma Al via Cibus Connecting Italy, prima fiera dopo l'accordo strategico tra Milano e Parma
Mikol Belluzzi
di 
Mikol Belluzzi

Al via Cibus Connecting Italy

Cinquecento aziende espositrici, oltre mille brand, 1.300 top buyer e 20mila visitatori attesi da più di 90 Paesi. Sono i principali numeri della nuova edizione di Cibus Connecting Italy, che torna in scena a Parma il 29 e 30 marzo. Quattro le aree speciali del salone: ortofrutta fresca; ingredienti funzionali a base vegetale; nutraceutica e integrazione sportiva; ingredientistica e soluzioni tecnologiche per gelato e pasticceria. In più, ad attendere gli operatori, oltre 500 nuovi prodotti e una selezione di 100 referenze esposte fisicamente nell’Innovation Corner.

La fiera è anche il momento per fare il punto sul food & beverage tricolore: nei primi 11 mesi del 2022 l’export è aumentato del 16% rispetto al 2021 e ha superato i 54 miliardi di euro. In particolare, i prodotti alimentari segnano +20%, vini e bevande +11%, nonostante il tasso di inflazione sia a doppia cifra.

Al via l’ingresso di Fiera Milano in Fiere di Parma

Cibus Connecting Italy è anche la prima manifestazione dopo che, il 9 marzo scorso, è stato siglato l’accordo definitivo per l’ingresso di Fiera Milano nel capitale di Fiere di Parma che porterà a una gestione armonizzata delle manifestazioni dedicate al settore agroalimentare ovvero Cibus e Tuttofood. Fiera Milano diventa il secondo azionista privato di Fiere di Parma, con una quota del 18,5%, dopo Crédit Agricole Italia, che detiene il 26,44%.

Insieme a Unione Parmense degli Industriali all’6,88%, si consolida un accordo tra i soci privati che hanno guidato la società di Parma negli ultimi 14 anni che, d’ora in poi, gestirà entrambe le manifestazioni con il partner storico di Cibus e cioé Federalimentare. Invece, i soci pubblici – Comune e Provincia con il 15,97 % ciascuno e Regione Emilia Romagna col 4,15% – allargano il loro patto alla Camera di Commercio (che detiene il 9,78%), rispondendo alle recenti sollecitazioni istituzionali.

Pace fatta tra Cibus e Tuttofood

Un’operazione di natura industriale che mette pace tra le due maggiori manifestazioni italiane dell’alimentare, dopo 13 anni di competizione senza esclusione di colpi. Il Cibus di Parma, infatti, cade negli anni pari mentre il concorrente milanese Tuttofood negli anni dispari ma con la nascita di Cibus Connect, la fiera in formato ridotto che Parma organizzata negli anni dispari, la competizione si era acuita. Di qui la necessità di lavorare a “un’operazione di sistema” tra i due saloni del cibo italiano che permettesse di creare una fiera competitiva a livello internazionale con i giganti come la francese Sial e la tedesca Anuga.

Milano in cambio del conferimento di Tuttofood a Fiere di Parma ha ottenuto una quota del capitale dell’ente fieristico emiliano vicina al 18,5%, il valore di Tuttofood rispetto al totale Fiere di Parma. Nel dettaglio l’operazione prevede un aumento di capitale riservato all’ente milanese che esprimerà un consigliere nel cda delle Fiere di Parma. Quindi l’operazione consentirà a Parma di togliersi di torno un concorrente come Tuttofood e di realizzare una grande fiera globale, mentre Cibus resterà a Parma.

Per Fiere di Parma 200mila visitatori in più

Passando ai numeri il progetto prevede di portare per Fiere di Parma 200mila visitatori in più all’anno, 10 milioni di ricavi annui in più e 40 milioni di indotto annuo extra per il territorio. Per l’ente fieristico, inoltre, nello scenario più prudente già nel 2023 l’operazione porterebbe i ricavi da 36 a 50 milioni con un balzo di oltre 56 milioni nel 2026. L’Ebitda, anche nello scenario peggiore, raddoppierà rispetto a quello dell’ultimo biennio con ovvi vantaggi industriali per gli azionisti.

A livello di governance sono state poste tre condizioni per l’intesa. E cioè che nessuno potrà spostare la sede di Parma, nessuno potrà modificare lo statuto in assemblea straordinaria se non ha l’85% delle azioni, mentre saranno obbligatori una serie di investimenti commisurati ai flussi di cassa così che Fiere di Parma possano continuare a crescere.

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