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AutoIn evidenza Mer 12 aprile 2023

Biden non spegne le auto diesel e benzina e salva i posti di lavoro negli Usa

Le regole per il passaggio a zero emissioni negli Usa prevedono che un terzo delle auto nuove vendute nel 2032 sarà ancora diesel e benzina Biden non spegne le auto diesel e benzina e salva i posti di lavoro negli Usa
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Biden non spegne le auto diesel e benzina

Accelerata verso l’auto elettrica ma senza demonizzare i motori diesel e benzina. E’ quanto emerge dall’annuncio dell’amministrazione Biden  che fissa nuovi severi limiti all’inquinamento automobilistico negli Usa. Il  “calendario green” prevede infatti che i nuovi veicoli venduti negli Stati Uniti al 2030 dovranno essere elettrici per il 50%. Una percentuale che sale  al 67% entro il 2032 (con un aumento di quasi dieci volte rispetto alle attuali vendite). Siamo dunque di fronte a un’agenda ben diversa da quella imposta dall’Unione europea che prevede lo stop totale di vendite di auto a combustione interna entro il 2035 con la sola eccezione degli e-fuel.

Forti sconti per gli automobilisti

Ma c’è di più. Per dare il quadro della sostanziale insipienza delle autorità di Bruxelles rispetto a quanto deciso oltreoceano basti scorrere le altre voci legate all’industria dell’auto contenute nell’Inflaction reduction act, il mega piano da oltre 800 miliardi di dollari voluto da Biden per spingere il Paese verso le zero emissioni.

Previsti, accanto ai divieti,  maxi incentivi sia per l’industria automobilistica (con regole anti-invasione cinese), che per i produttori di batterie. E forti sconti per gli automobilisti che al momento di cambiare l’auto decidano di passare al green. Non solo: un consistente capitolo di spesa riguarda anche l’elettrificazione della rete stradale americana.

Tutto il contrario di quanto avviene in Europa dove la componente ambientalista più estremista ha imposto una transizione in tempi rapidi  verso l’elettrico senza tenere in alcuna considerazione gli enormi costi di riconversione per l’industria. Una situazione che a detta di costruttori e sindacati rischia di lasciare sul terreno quasi 900 mila posti di lavoro (200 mila solo in Italia).

Produzione made in Usa

Mancano inoltre, in Europa, regole che frenino l’invasione dei produttori stranieri come invece ha deciso di fare l’amministrazione americana. L’obiettivo Usa è quello di sussidiare la transizione ecologica prediligendo componenti e produttori americani. Difatti, gran parte dei crediti di imposta sono vincolati all’utilizzo di materiali statunitensi o comunque di Paesi che hanno con gli Stati Uniti un accordo di libero scambio, nonché all’apertura di stabilimenti sul suolo americano (non è un caso che vi sia la corsa delle case europee ad aprire impianti negli Usa).

Tra i tanti esempi gli incentivi fino a 7.500 dollari per l’acquisto di automobili elettriche, concesso solo se i materiali critici utilizzati per le batterie e il loro assemblaggio arrivano dall’America o da Stati alleati con cui vi sono i suddetti trattati di libero scambio.

Elettrificazione della rete stradale

Ma nell’ambito dell’Inflaction reduction act c’è poi il capitolo relativo all’elettrificazione della rete stradale Usa. Il progetto ha lo scopo di portare a 500 mila le stazioni di servizio per le auto elettriche. Non solo: un fondo di 2,8 miliardi di dollari intende portare negli Stati Uniti la produzione delle batterie per le auto elettriche e l’estrazione e lavorazione di materiali come litio, cobalto, nichel e grafite.

Se ci sarà lo start, come previsto, il prossimo anno, le nuove regole green appena annunciate  dall’amministrazione Usa saranno le restrizioni sulle emissioni inquinanti più aggressive per l’industria automobilistica nella storia degli Stati Uniti e consentiranno a  Biden di rispettare i suoi impegni sul clima. Salvaguardando l’industria e i posti di lavoro. 

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