Il diktat all'elettrico dell'Ue e la sfida impossibile per le nuove auto
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AutoPrimo piano Lun 31 luglio 2023

Il diktat all'elettrico dell'Ue e la sfida impossibile per le auto

Il manager della Casa francese contro Bruxelles: "Euro 7 e ultimatum sull'endotermico sono un errore dell'Ue". Il diktat all'elettrico dell'Ue e la sfida impossibile per le auto
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

L’ambientalismo ideologico di Bruxelles, che ha portato all’approvazione degli ultimatum in favore dell’auto elettrica sembra avere fondamenta sempre meno solide. Anche dalla Francia, Paese  da sempre a favore dell’auto green ( e che in passato si è schierata contro le critiche di Germania e Italia)  arrivano voci di dissenso. L’ultima è quella di Luca de Meo, amministratore delegato di Renault e presidente di Acea (l’associazione che raggruppa i costruttori europei) che chiede senza mezzi termini alla Commissione Ue di rivedere le normative sul divieto di vendita di auto diesel e benzina dal 2035 e su Euro 7.

La strategia Euro7

“Su Euro7 voglio essere chiaro – ha detto de Meo -. Le regole vanno completamente riviste, conservando comunque la nuova attenzione all’inquinamento che proviene da freni e pneumatici. Ma per i motori è assolutamente impossibile soddisfare i limiti Euro 7 entro il 2025 con regole che non sono state a oggi ancora definite. Non è possibile farlo. E l’Euro 6 finale va benissimo”.

La data del 2035

“Non possiamo più tornare indietro sull’elettrico e più in generale sulla svolta green – ha detto, – perché non conviene dal punto di vista del business. Abbiamo già investito decine e decine di miliardi e altrettanti ne metteremo. La strada è ormai è segnata”. “Questo non vuol dire, però – ha concluso il manager – che l’Unione Europea non debba ripensare alcuni paletti: per esempio, uno slittamento dal 2035 al 2040 permetterebbe di far crescere ancora il mercato delle elettriche. E se poi ci sarà un riconoscimento della neutralità tecnologica, ancora meglio”.

La linea di Stellantis

Anche l’altra casa a trazione transalpina, Stellantis, pone l’accendo sulle scelte sbagliate di Bruxelles. È lo stesso Ceo, Carlos Tavares, a ribadirlo durante la presentazione dei risultati del gruppo. “La politica dell’Unione europea? – ha detto il manager. Non ho molto da dire, perché ho detto parecchio negli anni scorsi e non sono stato ascoltato. Ma ora, con le prime auto cinesi in vendita, il dogmatismo si scontra con la realtà. L’Unione si è svegliata in ritardo e vorrebbe proteggere la produzione interna. Ma ora c’è solo da fronteggiare la realtà. Non c’è più niente da dire: dobbiamo solo lottare. Certamente le scadenze ravvicinate verso l’auto elettrica sono un errore”.

L’Euro 6 “bis”

Ancora non sono note con certezza quali saranno le norme definitive della controversa omologazione Euro 7 che arrivano le prossime norme Euro 6e. La prima fase  del nuovo standard riguarderà i nuovi modelli omologati dal  settembre 2023 e sarà obbligatoria per tutte le immatricolazioni dal 1° settembre 2024. In questa fase ci sarà una diminuzione delle tolleranze (introdotte per dare gradualità alle nuove norme) concesse per le misurazioni su strada.  La seconda fase  sarà in vigore dal  gennaio 2025  La terza fase Euro 6e  introdurrà un ulteriore aggiustamento con obbligo di emissioni infinitesimali. Per i costruttori quindi Euro 6e potrebbe sovrapporsi a Euro 7 evitando investimenti faraonici in una tecnologia che solo pochi anni dopo diventerà fuorilegge.

 

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