Elezioni Ue, il centrodestra cresce e von der Leyen scende dall'auto elettrica
Dopo l'annuncio della ricandidatura cambia rotta sul diktat del 2035 contro l'endotermico: "Non solo elettrico ma altre tecnologie a zero emissioni".Grande fuga dall’auto elettrica in vista delle elezioni europee di primavera, con il partito dei talebani del green che perde sempre più pezzi. A certificare come il vento stia davvero cambiando ci ha pensato Ursula von der Leyen con le dichiarazioni a sorpresa durante una conferenza stampa sul famigerato stop alla vendita di nuove auto a benzina e diesel dal 2035. La presidente della Commissione europea più precisamente ha parlato della clausola di revisione fissata per il 2026. Ebbene l’esponente politico ha dichiarato senza mezzi termini che intende sfruttare proprio quella data per “garantire un‘apertura” a eventuali tecnologie alternative all’elettrico. Agli E-Fuel in particolare.
Deciso cambio di rotta
Von der Leyen cerca la riconferma alle prossime elezioni europee di giugno ed è l’unica candidata del Partito Popolare alla presidenza della stessa Commissione. In questi anni era stata proprio la cosiddetta “maggioranza Ursula” a portare aventi con cocciuta decisione la normativa contro l’endotermico ed in favore del solo elettrico a partire dal 2035. Una strategia giudicata “folle” dalle Case automobilistiche europee e dalle associazioni di categoria che hanno a più riprese denunciato gli effetti fortemente negativi di una transizione green in tempi così rapidi sull’industria Ue con una perdita stimata di 700 mila posti di lavoro. Affidarsi al solo elettrico avrebbe inoltre l’effetto di consegnare il mercato dell’auto (che fa il 10% del Pil Ue) ai costruttori cinesi che grazie al possesso delle materie prime delle batterie, alle economie di scala ed agli aiuti di Stato, possono proporre veicoli elettrici ad un prezzo molto più basso rispetto ai marchi del Vecchio Continente. Tematiche che però non avevano spinto la maggioranza Ue a cambiare strada. In questi mesi però il centrodestra sta guadagnando consensi un po’ in tutta Europa e la stessa Von der Leyen, ha compreso che, se vuole mantenere il posto, deve abbandonare l’ambientalismo più ideologico ed intransigente.
Spazio ad altre tecnologie a zero emissioni
“Entro il 2035 le emissioni dovranno essere pari a zero – ha detto von der Leyen, – ma ciò non significa solo elettrico”. La presidente della Commissione ha quindi ricordato che nel 2026 ci sarà un primo step al piano-green (che dovrebbe culminare nei divieti del 2035) in cui verranno valutati i risultati raggiunti e lo stato dell’arte tecnologica”. Ebbene, proprio in quella occasione, ha detto la politica tedesca “bisognerà assicurarsi che ci sia un’apertura tecnologica”. Di più. “L’appuntamento servirà anche a garantire la possibilità di scelta per i consumatori e per le imprese – ha aggiunto von der Leyen, – di decidere su cosa investire e su quale sia per loro la mobilità del futuro”.
Un punto a favore di Italia e Germania
Va ricordato che il programma green dell’ambientalismo ideologico Ue era già stato in parte ridimensionato grazie al muro posto da Italia e Germania che si erano opposte al solo elettrico come tecnologia ammessa. Ne era nato un braccio di ferro con una mini retromarcia della Commissione e una prima apertura agli E-Fuel (come voleva Berlino), ma non ai biocarburanti come chiedeva l’Italia. La ricandidatura della Von der Leyen e l’avvicinamento al nostro premier, Meloni, fa pensare che anche i B-Fuel potrebbero ottenere semaforo verde. Tra l’altro alla conferenza stampa della politica tedesca ha partecipato anche il presidente del Ppe, Manfred Weber, che di recente ha promesso il totale ritiro del bando alle auto endotermiche in caso di vittoria.