Grande alleanza tra Ue, Giappone e Usa contro le auto elettriche cinesi
Da Tokyo arriva la notizia di un piano per mettere insieme forniture, materie prime e investimenti. Intanto il colosso Great Wall si scaglia contro l'inchiesta anti-dumping Ue COLONNINE PER LA RICARICA DELLE AUTO ELETTRICHEL’auto elettrica e la minaccia cinese sta creando inedite alleanze tra aree geografiche e Case automobilistiche sino a ieri in aperto conflitto tra loro. Il quotidiano nipponico Nikkei svela infatti il progetto di Yasutoshi Nishimura, ministro dell’Industria del Giappone, che prepara l’alleanza del Paese del Sol Levante con Unione europea e Stati Uniti, protagonisti dei tavoli i veicoli a batteria. Le trattative – secondo l’autorevole giornale nipponico – potrebbero partire già quest’anno, con l’obiettivo di condividere una strategia su forniture di materie prime, incentivi e investimenti nella transizione. Da parte sua, Tokyo sarebbe pronta a mettere sul piatto ben 20.000 miliardi di yen (125,5 miliardi di euro) in 10 anni.
Battaglia Ue-Cina
Intanto proseguono le schermaglie tra Ue e Cina dopo che la Commissione europea ha annunciato l’apertura di una indagine anti-dumping nei confronti delle Case di Pechino. Di pochi giorni fa la notizia che la Cina ha stretto le maglie sull‘export di grafite. Dopo il gallio e il germanio, vengono quindi introdotti nuovi controlli tesi a limitare la disponibilità di un minerale indispensabile nella produzione di batterie dell’auto elettrica. La misura in realtà non colpisce solo l’Ue ma anche gli Stati Uniti che dal canto loro hanno varato una stretta sui semiconduttori.
Great Wall contro Bruxelles
La linea dura della Cina trova conferma nelle parole di Mu Feng, presidente di Great Wall, colosso da oltre un milione di veicoli all’anno con già all’attivo una joint venture con la Bmw e un accordo con la società svizzera Emil Frey per vendere la berlina Ora e la suv Wey in Germania e in altri mercati europei . “Abbiamo bisogno di un ambiente commerciale giusto e aperto, spiega il manager . “E contiamo di avere la fiducia necessaria per vincere la competizione a livello globale”.
Nel sottolineare che l’Europa è “uno dei mercati strategici più importanti per Great Wall, il presidente Mu ha spiegato che l’azienda ha grandi progetti di espansione nel Vecchio Continente, dove punta a costruire presto una fabbrica. I Paesi in lizza sarebbero l’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Germania. Produrre veicoli in Europa consentirà al colosso del Dragone cinesi di aggirare i dazi che Bruxelles potrebbe imporre sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina. L’Unione europea afferma, per giustificare l’inchiesta anti dumping, che i modelli di Pechino vengono venduti a prezzi stracciati anche grazie agli imponenti sussidi statali.
L’indagine (e gli eventuali dazi contro la Cina) preoccupa però parte dell’industria europea. Clepa – l’associazione che riunisce i fornitori automotive – lancia l’allarme: “La guerra con Pechino potrebbe rivelarsi un boomerang”. Le più importanti Case automobilistiche (gruppo Volkswagen in testa) realizzano infatti una fetta consistente del proprio fatturato grazie al mercato europeo. Inoltre l’indagine avviata dalla Commissione europea non è circoscritta alle auto elettriche cinesi, ma si estende anche ai modelli alimentati a batteria prodotti in Cina da alcuni costruttori occidentali, tra i quali la californiana Tesla, la Renault e la Bmw.