Il flop del green, c'è chi paga pur di disfarsi delle auto elettriche
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AperturaAuto Sab 24 febbraio 2024

Il flop del green, c'è chi paga pur di disfarsi delle auto elettriche

Il valore dell'usato delle vetture a spina va a picco e i responsabili di flotte aziendali e società di noleggio bloccano gli acquisti. Il flop del green, c'è chi paga pur di disfarsi delle auto elettriche RICARICA AUTO ELETTRICA
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Mentre anche Mercedes ammette di aver sbagliato le previsioni sulle vendite di vetture green, si scopre che le Case automobilistiche sono ormai disposte a pagare pur di piazzare le auto elettriche.  A rivelare il flop della “spina” è Bloomberg secondo cui i produttori hanno iniziato addirittura a rimborsare le società di leasing per il crollo dei valori dell’usato delle auto non endotermiche.

Bloomberg parte dalle dichiarazioni di  Tim Albertsen, amministratore delegato della Avvens, oggi maggior fleet manager europeo (cioè colui che si occupa delle flotte aziendali) con 3,4 milioni di veicoli multi brand di cui quasi 500 mila a batteria. La società, rivela il dirigente,  ha già ricevuto i primi assegni da parte dei costruttori come forma di compensazione per il forte calo delle quotazioni.

In ginocchio per vendere le auto elettriche

“Oggi i produttori, dopo gli investimenti fatti, sono costretti a continuare a vendere veicoli elettrici – ha spiegato Albertsen. – Ma noi abbiamo bisogno che ci garantiscano una sorta di protezione dalle fluttuazioni dei prezzi”. Ayvens gestisce enormi flotte aziendali, un canale che solo in Europa vale il 60% circa delle immatricolazioni totali e che, in mancanza di domanda da parte degli automobilisti privati, sostiene il mercato dell’elettrico.

I contratti di leasing prevedono il pagamento di canoni calcolati tramite un formula che include anche una stima del valore del veicolo usato al momento della scadenza: se tale valore scende più del previsto, come avvenuto negli ultimi mesi con le elettriche, le società subiscono delle perdite su ogni singolo contratto.

Inoltre, le vetture sono contabilizzate a bilancio a determinati valori che, nell’attuale situazione, stanno registrando continue svalutazioni, il che determina forti conseguenze sul fronte della sostenibilità del conto economico e dello stato patrimoniale. Da qui l’ultimatum alle Case: “O cala il rischio green o smettiamo di comprare auto a spina”

Le formule per riaccendere la batteria

Ayvens, come i maggiori colossi del settore, ha avviato specifiche trattative con le Case per individuare forme di coperta del rischio di svalutazione. Si va dalla possibilità di rinnovare i contratti di noleggio anche due o tre volte in caso di veicoli in buono stato manutentivo. Fino alla richiesta ai produttori di intervenire con misure quali il riacquisto delle elettriche.

Altri operatori, invece, stanno alzando i tassi di interesse da pagare sui canoni. C’è poi un salvagente assicurativo. Negli Stati Uniti una compagnia offre una speciale copertura proprio sul valore residuo delle auto. In ogni caso sta emergendo il paradosso che la guerra dei prezzi iniziata da Tesla, anziché spingere le vendite, rischia di affossare il mercato.

Anche Mercedes si pente

Si allunga intanto l’elenco delle Case che schiacciano il freno sul fronte della transizione verso la mobilità elettrica. Ford,  General Motors e Volkswagen ora si aggiunge la Mercedes. In occasione della pubblicazione dei risultati del 2023, il gruppo di Stoccarda ha fatto sapere di aver ridimensionato le aspettative sulla crescita delle richieste di auto elettriche e  pertanto, ha annunciato la decisione di proseguire con lo sviluppo dei motori endotermici. Questi ultimi saranno aggiornati anche nel prossimo decennio, ossia dopo quel 2030, data in cui, secondo le precedenti strategie di Mercedes, si doveva passare al “tutto elettrico”.

Durante la presentazione dei dati  l’amministratore delegato Ola Kallenius è stato chiaro: “Le elettriche costeranno più delle auto tradizionali per molti anni, allontanando sempre di più quella parità di costo che si pensava a portata di mano”. “La strada verso la mobilità elettrica non è un cammino in linea retta – ha aggiunto il manager, –  e il ritmo della trasformazione sarà determinato dai clienti e dal mercato“.

E questo si traduce in una maggior flessibilità nella gestione dei motori a combustione. “Stiamo sviluppando – ha concluso  Kallenius,  – tutta la gamma endotermica per rispondere alle future normative sulle emissioni”. Il primo segnale concreto di questo cambio di strategia è lo sviluppo di un  “nuovissimo quattro cilindri benzina entry level, che sarà lanciato sul mercato poco meno di un anno dopo il debutto del medesimo modello a spina.

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