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AperturaIndustria Sab 24 febbraio 2024

Ex Ilva: un cda-lampo della Morselli contro l'As mentre i soci stavano trattando

Il retroscena delle ore convulse che hanno portato al commissariamento con i tentativi dei manager di scongiurare l'intervento del governo Ex Ilva: un cda-lampo della Morselli contro l'As mentre i soci stavano trattando
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Il primo stop ai tentativi del management di AdI di scongiurare l’intervento del governo è arrivato dai commissari straordinari di Ilva. Secondo i quali il piano di risanamento presentato da Acciaierie d’Italia per la procedura di composizione negoziata “non è affatto idoneo a garantire il risanamento di AdI”. Inoltre, i commissari ritengono che la società non sarebbe stata in grado di mantenere gli impegni di acquisto degli asset entro il 31 maggio prossimo, come previsto dagli accordi. E hanno quindi “formalmente preannunciato” l’impossibilità di procedere con la cessione degli impianti. Una posizione, quella della mancanza di certezze del piano, condivisa anche dall’esperto indipendente che pure aveva avviato i contatti con i creditori di AdI e che in una prima fase aveva evidenziato la possibilità di proseguire con il negoziato. 

Il cda-lampo a tarda sera

Così, lo scorso 15 febbraio, a tarda sera, il cda di AdI si riunisce a Milano, in via Moscova, per tentare l’ultima carta e chiedere l’ammissione della società al concordato preventivo, cercando di scongiurare così l’amministrazione straordinaria. Un cda lampo, 25 minuti appena, chiuso con un voto all’unanimità del presidente Lucia Morselli e dei consiglieri Andrea Bellicini e Adolfo Buffo. Tentativo vano, come noto, ricostruito grazie ai documenti ufficiali di AdI.

Il giorno successivo, 16 febbraio, i legali di AdI (lo studio Lca) abbiano presentato in tribunale la richiesta di concordato con annesse misure protettive dai creditori per la società. Ed è qui, nella richiesta avanzata dai legali, che emerge l’obiettivo del management di evitare l’amministrazione straordinaria. Una larga del documento di 40 pagine è dedicata ad argomentare come questa decisione sarebbe impraticabile o addirittura dannosa, malgrado i due provvedimenti del governo per tutelare indotto e dipendenti. 

La rottura tra Invitalia e ArcelorMittal

In quelle ore, almeno ufficialmente, i due soci Invitalia e ArcelorMittal stavano però ancora cercando di trovare un accordo. La notizia della rottura del negoziato è arrivata solo nella serata di venerdì 16, 24 ore dopo il cda che giocava la carta del concordato. La conferma però si è avuta solo domenica 18, con la decisione di Invitalia – che a causa della governance bizantina stabilita al momento dell’ingresso dello Stato non ha propri rappresentanti in AdI, ma solo in AdI Holding e quindi poteva non essere al corrente della decisione del cda di AdI – di richiedere lei l’amministrazione straordinaria in qualità di azionista. As poi concessa dal ministero delle Imprese guidato da Adolfo Urso, con la nomina di Giancarlo Quaranta come commissario.

Fatture pagate in anticipo per dare liquidità

Sulla procedura, a dare le prime indicazioni positive è stato ancora Urso. Che ieri ha rivelato di aver chiesto ai clienti di pagare in anticipo le fatture di AdI, per poter garantire al commissario di avere diponibilità di cassa. A questa richiesta, ha detto il ministro, avrebbe già risposto positivamente il gruppo Marcegaglia. Il prossimo passaggio del governo è quello con l’Unione europea: “Domani (oggi, ndr.) sarò a Copenaghen dove incontrerò anche il vicepresidente della Commissione Ue, Vestager, perché dobbiamo essere autorizzati al prestito ponte da 320 milioni, che deve essere restituito, per non essere sottoposti al vincolo degli aiuti di Stato. Dobbiamo quindi documentare la possibilità che sia restituito e, per fare questo, l’impianto deve essere rilanciato”.

Le proposte dall’estero

Per il futuro dell’Ilva, ha spiegato il ministro, bisogna “creare le condizioni da subito perché ci siano investitori privati e che con procedure di pubblica evidenza possano acquisire degli asset e segnare un’altra fase di sviluppo. Questo accadrà sicuramente entro quest’anno“, aggiunge il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, parlando al Forum in masseria a Saturnia. “Le gare sono internazionali, l’importante è che ci sia un partner, italiano, straniero, cordata, un partner che abbia davvero interesse a sviluppare uno stabilimento siderurgico ma vi sono state già in questi giorni, già con l’amministrazione straordinaria, più proposte importanti da significative multinazionali straniere“, ha aggiunto Urso. Tra i nomi circolati, quello degli indiani di Vulcan Steel e degli ucraini di Metinvest. Martedì intanto il commissario Quaranta dovrebbe dovrebbe riferire a Urso della prima ricognizione effettuata sullo stato di salute della società. 

 

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