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AperturaAuto Sab 23 marzo 2024

Le Case perdono oltre 5 mila euro per ogni auto elettrica venduta

Il report di Boston Consulting sulla transizione green dà risultati choc. Agli enormi investimenti dell'industria non sono seguite le vendite previste Le Case perdono oltre 5 mila euro per ogni auto elettrica venduta RICARICA AUTO ELETTRICA
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

La scommessa sull’elettrico rischia di provocare la peggiore perdita della storia dei bilanci delle industrie automobilistica. E’ la conclusione del nuovo report di Boston Consulting  group sulla transizione al green. In sostanza i massicci investimenti sul fronte dei veicoli “a spina” a fronte di vendite molto inferiori alle previsioni hanno come risultato che ogni Casa automobilistica (esclulsa Tesla) in questo momento sta perdendo 6 mila dollari, ovvero circa 5.500 euro,  per ogni Bev  venduta attorno ai 50 mila euro.

Puntare tutto sulla prossima generazione

Per ora la voragine dell’elettrico viene compensata dalle vendite di auto diesel, benzina e ibride in un mercato in crescita. Ma se la prossima generazione di vetture elettriche non saprà attirare la clientela per le Case saranno guai veri.  “Se i produttori non riusciranno a guadagnare con la prossima generazione di veicoli elettrici – ha spiegato  Andrew Loh, senior partner automotive di Boston Consulting Group, – qualcosa dovrà per forza di cose cambiare. Ciò che ci chiediamo però è: i produttori avranno la forza e il denaro per continuare su questa strada, aspettando che l’economia di scala faccia il suo corso abbassando i prezzi e quindi producendo profitti?”.

Le condizioni per passare al green

Su tremila consumatori americani  intervistati dal gigante della consulenza, il 40% ha dichiarato di voler acquistare un veicolo elettrico nel breve periodo, ma soltanto a precise condizioni: la ricarica dovrà durare massimo 20 minuti, l’autonomia dovrà superare i 550 chilometri e il prezzo non potrà essere maggiore di 50 mila dollari Attualmente solo due auto hanno simili requisiti: la Tesla Model 3 e la Hyundai Ioniq6. Questi, tra l’altro, sono i requisiti minimi per l’automobilista americano che ha una buona possibilità di spesa. E’ chiaro che in Paesi come l’Italia 50 mila euro per l’auto non rappresenta una “spesa media” e dunque il problema diventa ancor più complicato  Le case produttrici hanno già la tecnologia per permettere ricariche estremamente brevi ma la tecnologia è troppo costosa per implementarla su vetture “accessibili”.

L’elettrico negli Usa non supererà il 30%

Tenuto conto dell’evoluzione tecnologica, spiega Boston Consulting, nei prossimi 5 anni negli Usa le vendite di elettrico non supereranno il 30%. Ed è quasi sicuro che saranno le auto ibride a vendere maggiormente. “Eprobabile che entro il 2030 non avverrà alcuna rivoluzione in campo automotive – sottolinea il report. – Tutto rimarrà più o meno stagnante finché i prezzi delle elettriche non crolleranno”.

Anche Biden certifica il flop elettrico

L’amministrazione Biden ha appena promulgato nuove norme sulle emissioni di gas del settore automobilistico, ma in una versione più leggera rispetto a quella inizialmente proposta ad aprile 2023, concedendo più  tempo al settore per conformarsi alle nuove norme. In sostanza anche il presidente Usa campione del green,  ha preso atto che la transizione verso l’elettrico richiederà piu’ tempo del previsto. Per raggiungere i nuovi obbiettivi si stima che tra il 31% e il 44% delle vendite di nuovi veicoli dovrebbe essere elettrico, anziché  il 60% originariamente proposto. In particolare, le nuove regole  prevedono una riduzione delle emissioni del 49% entro il 2032 rispetto ai livelli del 2026, contro al 56% previsto dalla precedente proposta. Per gli analisti di Equita “la notizia é positiva per tutti car-maker e per i componentisti esposti alla transizione che hanno quindi meno pressione sia per realizzare gli investimenti che per rispettare obiettivi di penetrazione dei Bev”.  Anche per Intermonte si tratta di una buona notizia: “Una vittoria per i produttori tradizionali”. Così, mentre Washington rettifica il piano green venendo incontro al mercato solo l’Unione Europea resta su posizioni rigide. Almeno fino alle prossime elezioni.

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