Stellantis, Vw e Renault: prove di accordo europeo per l'auto elettrica
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AperturaAuto Mar 20 febbraio 2024

Stellantis, Vw e Renault insieme per creare l' "Airbus" dell'auto elettrica

Tra divieti Ue e invasione cinese i prossimi cinque anni sono decisivi per le Case europee: o si vince o si muore. E Bloomberg avanza l'ipotesi di nozze "impensabili" tra ex nemici Stellantis, Vw e Renault insieme per creare l' "Airbus" dell'auto elettrica Ricarica auto elettrica
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Cinque anni. Nei prossimi cinque anni, secondo gli analisti di Bloomberg, si deciderà la sopravvivenza o la morte delle Case automobilistiche storiche europee ed americane che sino a ieri parevano fortezze inattaccabili. Il diktat dell’Unione europea in favore dell’elettrico con il divieto di vendita di auto endotermiche dal 2035, l’Inflaction reduction act Usa (sempre verso il green), la nascita di Tesla e l’attacco all’Occidente da parte dei colossi cinesi sta provocando il più grande sconvolgimento della sua storia per l’industria delle quattro ruote.

Accordi impensabili fino a ieri

Volkswagen, Renault e Stellantis starebbero pensando all’impensabile, ovvero studiando un possibile accordo per arrivare a produrre veicoli elettrici più economici e respingere la minaccia di Elon Musk e del Dragone. D’altra parte i dati parlano chiaro: a fronte di un aumento dei prezzi delle auto elettriche europee dal 2015 del 38% i listini delle auto conesi sono calai di oltre il 50% e Tesla continua a sforbiciare i prezzi.L’industria automobilistica europea si troverà di fronte a un bagno di sangue se non si adatterà” hanno ammesso il Ceo di Stellantis, Carlos Tavares e quello di Renault, De Meo.

Il green non decolla

L’ipotesi di accordi, joint venture ed aggregazioni per arrivare a limare i listini nasce anche dal fatto che le vendite di auto elettriche crescono meno del previsto. Con le case che oltre alla sfida dei prezzi ora devono rivedere le strategie sull’endotermico, rallentando la messa in pensione dei modelli diesel e benzina. L’inaspettato rallentamento delle vendite di vetture a spina si è plasticamente evidenziato nel crollo del 20% delle azioni Tesla che in un anno ha visto bruciare circa 150 miliardi di dollari dalla sua capitalizzazione di mercato, più del doppio del valore di Volkswagen.

Meno incentivi e incognita elezioni

Lo scarso entusiasmo con cui i governi affrontano oggi il tema dei nuovi incentivi per l’auto elettrica è legato alla presa di coscienza del rifiuto degli automobilisti europei ed americani ad acquistare vetture più costose del 30-40% degli stessi modelli endotermici con, oltre tutto, una rete di centraline di rifornimento insufficiente. Le elezioni in Europa e negli Stati Uniti potrebbero poi segnare una svolta nella politica green proprio mentre si avvicinano le prime scadenze dei piano voluti dalle componenti ambientaliste di Bruxelles e Washington. Nel 2025, nell’Unione Europea entreranno infatti in vigore norme più severe sulle emissioni, il che significa che i produttori dovranno vendere più auto elettriche a batteria o incorrere in multe salate.

Demagogia e multe salate

Le Case dunque si trovano di fronte ad un mercato dell’elettrico che non decolla e con l’obbligo di cancellare la produzione di auto diesel e benzina, pena pesantissime multe. Un esempio: sempre secondo Bloomberg, la Volkswagen potrebbe dover affrontare sanzioni per oltre 2 miliardi di euro se non riuscisse a ridurre sufficientemente le emissioni.

I  cinesi ridono

Mentre cresce la pressione sulle case automobilistiche europee affinché vendano più veicoli elettrici, i produttori cinesi (sostenuti dallo Stato, come sembra certificare l’indagine anti dumping avviata dall’Ue) stanno sbarcando in Europa con modelli economici Il Dolphin di Byd, ad esempio consta circa 7.000 euro in meno rispetto a un Volkswagen ID 3 con equipaggiamenti simili, che la casa automobilistica tedesca originariamente aveva presentato come il Maggiolino (ovvero l’auto economica) dell’era dei veicoli elettrici. Non solo: il produttore cinese non si limita alla fascia più bassa. All salone dell’auto di Ginevra la prossima settimana, è prevista infatti la presentazione di nuovi modelli tra cui un Suv di lusso in grado di rivaleggiare con la Mercedes-Benz Classe G.

Le strategie europee e la sterzata Usa

Sulle strategie elettriche di Stellantis, Renault e Vw è piombata come un macigno la notizia diffusa pochi giorni fa dal New York Times. L’amministrazione del presidente Biden, ha riferito il quotidiano, sta valutando infatti la possibilità di concedere ai produttori più tempo per il passaggio alle auto elettriche. Non solo: anche i mercati finanziari stanno premiando di più le Case che dichiarano di non rinunciare alla produzione di vetture endotermiche.

Perché nessuno compra auto elettriche

Il rifiuto delle auto a spina ha diverse ragioni. Per quanto riguarda Tesla, ma non solo, i consumatori hanno dovuto fare i conti con software difettosi e spese di manutenzione inaspettatamente elevate (il doppio di un modello tradizionale). . C’è poi il problema della rete insufficiente e dei tempi biblici di ricarica. Ma i prezzi elevati, come già detto, è l’ostacolo maggiore per gli acquirenti tradizionali. Intanto si rallenta e si tagliano posti L’inaspettato rallentamento delle vendite di auto elettriche ha un impatto significativo sugli impianti produttivi Volkswagen, nel suo hub di auto elettriche nella città di Zwickau, nella Germania orientale, ha tagliato più di 200 lavoratori e annullato un turno in una delle sue catene di montaggio. Ed è solo la punta dell’ icebeg. All’indomani dello scandalo diesel del 2015, la più grande casa automobilistica europea ha presentato infatti quella che è stata probabilmente la spinta sui veicoli elettrici più ambiziosa del settore sotto la guida dell’allora Ceo Herbert Diess. Una mossa che, di fronte agli scarsi risultati gli è costata il posto. Il suo successore Oliver Blume ha ritirato molte delle iniziative, inclusa la demolizione di una fabbrica da 2 miliardi di euro in Germania. La stessa Stellantis guarda con meno convinzione al tutto elettrico mantenendo in vita modelli endotermici prima destinati alla pensione. E così sta facendo Renault che ha rinviato il debutto in Borsa dello spin off dell’elettrico. Tre case che ora, secondo Boloomberg, potrebbero unire le forze. Perché nei prossimi cinque anni o si vince o si muore.

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