Primi effetti di Euro 7 "soft": le Case rilanciano le citycar diesel e benzina - V&A
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

AutoIn evidenza Lun 08 gennaio 2024

Primi effetti di Euro 7 "soft": le Case rilanciano le citycar diesel e benzina

Volkswagen posticipa il lancio della "piccola" a spina. Anche Gm e Toyota rivedono le tempistiche. Stellantis rimette in catalogo due modelli. Primi effetti di Euro 7 "soft": le Case rilanciano le citycar diesel e benzina IMPIANTO VOLKSWAGEN
Maurizio Cattaneo
di 
Maurizio Cattaneo

Arrivano i primi effetti della  decisione, presa un paio di mesi  fa, di alleggerire le norme europee relative a Euro 7. Le Case automobilistiche  infatti stanno in parte cambiando i programmi sull’elettrico mantenendo in vita modelli endotermici, prima destinati ad andare in pensione, e posticipando il lancio di alcune vetture a spina. Anche perché la retromarcia della Commissione Ue sulle regole green  fa il paio con vendite ben inferiori al previsto dei modelli elettrici.

Nuova vita per le citycar endotermiche

Il cambio di rotta avviene principalmente nella fascia delle citycar. Quasi tutte le Case automobilistiche avevano previsto di smettere di vendere auto di piccole dimensioni entro la fine del decennio visto che i nuovi limiti antinquinamento Euro 7 ne avrebbero fatto salire il prezzo fino a renderle non redditizie. Ma ora lo scenario è cambiato e l’urgenza di avere alternative a zero emissioni nel segmento A e B si riduce.

Volkswagen esce allo scoperto

Volkswagen ha deciso di posticipare la produzione della ID.2, inizialmente programmata per il 2025 e ora slittata a maggio 2026. Il motivo è proprio quello che è stato appena spiegato. La Polo in Germania è venduta a partire da 22.000 euro (in Italia da un po’ più su: 23.350 euro). La ID.2 quando sarà immessa sul mercato, partirà da 25.000 euro. Un gap di prezzo che rischia di tradursi in un favore alla concorrenza in una fascia di auto e di prezzi particolarmente affollata. Di fronte a questa prospettiva la decisione è continuare a a vendere la Polo endotermica visto anche che tanta fretta per la ID.2 non c’è (la stessa Vw ha dovuto rallentare la produzione di auto elettriche vista la scarsità della domanda).

Anche Gm e Toyota, nelle scorse settimane,  hanno annunciato l’intenzione di  rinviare il lancio  di alcuni modelli elettrici. Stellantis dal canto suo, pur confermando i programmi sulle vetture “a spina” ha riesumato dalla soffitta due citycar endotermiche di successo.  E, da prime indistrezioni, anche Renault starebbe valutando i nuovi scenari.

I numeri che pesano sull’elettrico

D’altra parte, guardando ai numeri di auto vendute nel 2023, balza all’occhio il peso che ancora ha l’endotermico nei bilanci delle Case automobilistiche. Tra le dieci auto a benzina più vendute lo scorso anno troviamo: Citroen C3 (24.275), Volkswagen T-Cross (21.891), Volkswagen T-Roc (21.466), Jeep Avenger (20.770), MG ZS (20.395), Peugeot 208 (18.801), Volkswagen Polo (18.223), Opel Corsa (17.009), Toyota Aygo X (15.600) e Dacia Sandero (15.070). Se prendiamo invece in considerazione il podio dell’elettrico i numeri cambiano considerevolmente: la più venduta è la Nuova Fiat 500 ( 4.749 unità), poi  la4 Smart EQ Fortwo (4.639 unità) e la Dacia Spring (2.267 unità).

Appuntamento a due anni

Addetti ai lavori e le stesse Case automobilistiche sono concordi nel ritenere che l’auto elettrica sarà davvero “per tutti” quando il mercato proporrà modelli a prezzi accessibili.  Ma, nonostante gli annunci  le auto elettriche allo stesso costo di quelle endotermiche non arrivano. In più, per quanto riguarda il nostro Paese, al problema del prezzo si aggiunge quello della scarsità delle centraline di ricarica sul territorio. Ma il flop delle vendite di auto a spina non riguarda solo la Penisola. In Germania, ad esempio, con la fine degli incentivi governativi si è assistito ad un crollo degli ordini di vetture elettriche. Tutti sono concordi nel ritenere che il prezzo endotermico-elettrico troverà certamente un punto di contatto ma tra non meno di due anni. Nel frattempo ci si consola con l’ibrido e a metter sprint ai bilanci sono  ancora benzina e diesel.

Condividi articolo