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BancheIn evidenza Mar 09 gennaio 2024

Fabi, Sileoni: terzo polo schiaccerebbe le piccole banche

Al via il Consiglio nazionale della Federazione autonoma bancari italiani, il principale sindacato del settore del credito Fabi, Sileoni: terzo polo schiaccerebbe le piccole banche
Redazione Verità&Affari
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La nascita di un terzo polo bancario nazionale accanto a Intesa Sanpaolo e Unicredit “nel giro di poco tempo schiaccerebbe inevitabilmente ancora di più le piccole banche che nel medio termine rischierebbero davvero grosso, proprio perché, in silenzio e senza squilli di trombe, la Bce ha in mente una precisa strategia: quella di arrivare alla diminuzione dei grandi gruppi bancari, spingendo il più possibile verso ulteriori aggregazioni”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, aprendo i lavori del 128° Consiglio nazionale della Federazione Autonoma Bancari Italiani.

Saranno tanti i temi che verranno affrontati durante i quattro giorni di evento, dal nuovo contratto delle lavoratrici e dei lavoratori bancari ai tassi d’interesse e la politica monetaria, dal ruolo della rappresentanza all’intelligenza artificiale nella società e nella finanza, dalle elezioni europee agli effetti economici e politici delle guerre. L’evento si svolge agli East End Studios di Milano e la Fabi si attende più di 2.000 persone, che assisteranno a 22 tavole rotonde e relazioni, in cui prenderanno parola oltre 70 persone.

Inevitabilmente si parlerà anche delle performance degli istituti, con i profitti 2023 che sono stati trainati dal poderoso rialzo dei tassi di interesse attuato dalla BCE. Sileoni da mesi chiede una maggiore remunerazione dei conti alle banche italiane e una maggiore attenzione sui costi alti dei mutui.

Gli interessi su conti e prestiti

“Io ho sempre messo in evidenza questa contraddizione che è assolutamente ingiustificabile – afferma – Nel resto d’Europa sono anni che sui conti correnti attivi si praticano tassi attivi di almeno del 2%. In Italia per anni abbiamo praticato tassi dello 0% e sui tassi passivi – quindi sui tassi sui prestiti e mutui – nel resto d’Europa non si è superata mai la soglia del 4%, mentre noi in Italia oggi siamo intorno al 6-7%. Quindi questa forbice deve essere sicuramente in qualche modo ridimensionata. È chiaro che il governo deve fare la sua parte, perché se lasciamo le decisioni delle banche esclusivamente al governo della Banca centrale europea le cose continueranno ad andare in questa direzione”.

La sfida della digitalizzazione

Sull’accelerazione da parte di alcuni gruppi bancari sul fronte della digitalizzazione, basti pensare alle iniziative di Intesa con Isybank e UniCredit con Buddybank, Sileoni afferma: “Di digitalizzazione se ne parla da tempo, ma sono soltanto pochi mesi che qualche gruppo bancario ha iniziato veramente a fare sul serio. I più grandi gruppi bancari stanno creando delle banche digitali estremamente diverse fra loro. Il confronto in sede aziendale e di gruppo con il sindacato ci farà capire se ci sarà uno scontro – perché magari le banche vorranno tagliare ulteriori posti di lavoro, perché chiudendo gli sportelli con la banca digitale il problema esuberi sicuramente riemergerà – e noi saremo pronti a fronteggiare qualunque invasione di campo da questo punto di vista, se per banca digitale poi si voglia approfittare della situazione tagliando costi e magari tagliando anche ulteriori posti di lavoro“.

A una domanda sull’intelligenza artificiale, Sileoni risponde sottolineando l’importanza del fattore umano: “Nel settore bancario il fattore umano è fondamentale, perché il fattore umano significa fiducia, significa rapporto col cliente, significa rapporto con l’impresa, significa conoscenza del territorio, significa conoscenza dell’andamento delle imprese e soprattutto significa una una parola che in alcuni momenti importanti del settore bancario è venuta purtroppo meno, ovvero fiducia, cioè una fiducia ritrovata fra clientela – imprese e famiglie – e le banche”.

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