Bcc e Casse rurali, appello all'Ue dopo la riforma
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BancheIn evidenza Sab 22 luglio 2023

Bcc e Casse rurali, appello all'Ue dopo la riforma: "Il 74% del risparmio va all'economia reale"

I dati che incorniciano i 140 anni del credito cooperativo in Italia, presentati durante l'assemblea degli associati a Roma. Bcc e Casse rurali, appello all'Ue dopo la riforma: "Il 74% del risparmio va all'economia reale"
Emanuele Bonora
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Emanuele Bonora

Giornalista de La Verità, esperto di nuovi media. Responsabile dell'edizione online del quotidiano e delle strategie digitali.

I soci delle banche di Credito cooperativo e delle Casse rurali sono oggi 1 milione e 407 mila. Un numero che è raddoppiato negli ultimi venti anni, mentre le insegne, solo nell’ultimo triennio, sono diminuite del 15%. I clienti – famiglie, imprese, associazioni, istituzioni – sono oltre 7 milioni. I dipendenti del sistema delle casse sono più di 36 mila. Dati che incorniciano il percorso fatto in questi 140 anni dal credito cooperativo in Italia. E presentati a Roma durante l’assemblea degli associati, dal titolo assai evocativo: “La buona comunità”. 

Fino a quel 20 giugno 1883 non vi era nemmeno un soldo depositato sui conti del credito cooperativo. Oggi il risparmio complessivo nelle Bcc-Cr supera i 188 miliardi di euro e la raccolta dalla clientela è crescita del 14,6% nel periodo 2019-2023. A marzo 2023 gli impieghi economici lordi delle Bcc e Casse rurali ammontavano a 140,9 miliardi di euro (+0,6% su base d’anno, a fronte del -1,2% rilevato nell’industria bancaria).

I numeri delle banche

Al netto delle sofferenze, gli impieghi delle Bcc ammontano a 138,8 miliardi di euro (+1,8%, a fronte del -0,6% registrato nell’industria bancaria). La quota di mercato complessiva degli impieghi lordi delle Bcc-cr, stazionaria rispetto alla fine del precedente trimestre, è pari al 7,9%. Considerando anche i finanziamenti erogati dalle banche di secondo livello del credito cooperativo, gli impieghi lordi ammontano complessivamente a 154 miliardi di euro, per una quota mercato dell’8,6%.

Un sistema virtuoso, come ricordato dal presidente di Federcasse Augusto Dell’Erba, fresco di riconferma, ”per le esternalità positive che produce”. Perché ”nei territori dove operano si rileva minore disuguaglianza di reddito e una maggiore crescita economica”, ha aggiunto, premendo sul fatto che le banche di credito cooperativo ”sostengono le imprese anche nelle fasi avverse del ciclo economico e nelle situazioni di incertezza e l’accesso al credito risulta più agevole per le Pmi che sono fisicamente prossime”. Tradotto: il modello bancario mutualistico ”accresce la stabilità del sistema finanziario”. “È la logica della finanza geo-circolare: si eroga credito nei territori nei quali la fiducia ha consentito di raccogliere risparmio”, ha argomentato il presidente. Ovvero, facendo la media, ”il 74% del risparmio raccolto è divenuto credito per l’economia reale”.

Il sostegno all’economia reale

Gli impieghi economici lordi erogati dalle Bcc alle imprese ammontano, infatti, a 77,7 miliardi di euro.  Al netto delle sofferenze gli impieghi erogati alle imprese ammontano a settembre a 76 miliardi di euro e risultano pressoché stazionari su base d’anno (-0,5%) in linea con il -2,4% per l’industria bancaria complessiva. Considerando anche i finanziamenti alle imprese erogati dalle banche di secondo livello del credito cooperativo, gli impieghi lordi al settore produttivo sono pari a 87 miliardi di euro e la quota di mercato della categoria è pari al 12,2%.

“Si eroga credito nei territori nei quali la fiducia ha consentito di raccogliere risparmio. Si genera un ritorno finalizzato non alla distribuzione ai singoli, ma al suo ulteriore investimento. Lo abbiamo documentato nell’edizione 2023 del Bilancio di Coerenza del Credito Cooperativo: in media, il 74% del risparmio raccolto e’ divenuto credito per l’economia reale. Un prestito è un fatto tecnico ma è anche linfa per tradurre in realtà i progetti, le aspirazioni, i sogni delle persone”, ha puntualizzato Dell’Erba.

Un concetto su cui è voluto tornare anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo all’assemblea di Federcasse. “Il credito erogato alle piccole e medie imprese – spina dorsale del sistema produttivo e occupazionale – così come il sostegno alle famiglie, fanno sì che non si tratti soltanto, come ovvio, di un esercizio oculato e lungimirante di attività bancaria ma veda le banche cooperative rappresentare un contributo significativo al capitale sociale dell’Italia”, ha detto il presidente.

L’appello all’Europa

Imprese, ma anche famiglie. Nel 2022, il 16% dei finanziamenti per l’acquisto della casa è stato erogato da una BCC-CR. E attenzione verso il Terzo settore. Ma il credito cooperativo, dopo la riforma del 2016, è anche sotto la vigilanza della Bce, che non sempre riconosce lo spirito della mutualità di queste banche. Da qui l’appello all’Ue e a Francoforte di considerare questa particolarità.

Una richiesta condivisa anche dal presidente dell’Abi Antonio Patuelli. “È molto importante che nell’economia italiana vi siano soggetti plurimi diversi in competizione economica tra loro e con altre sensibilità sociali e differenziate”, ha chiosato il presidente dell’Abi, sollecitando un aggiornamento dell’unione bancaria “nata frettolosamente in soli due anni di preparazione”. “Non sono ancora compiuti 9 anni e penso bisognerò fare un bilancio complessivo perché per andare avanti bisogna guardare alle criticità e ai limiti evidenziati – ha concluso Patuanelli -. In questo contesto chiaramente anche l’esperienza del mondo cooperativo, soprattutto in Italia cosi’ anticipatrice, porta un contributo noto a noi di Abi per un’analisi costruttiva e un aggiornamento e uno sviluppo dell’unione bancaria”.

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