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ApprofondimentiBanche Sab 22 luglio 2023

Unicredit, l'Ucraina nazionalizza Sense Bank ma Orcel aspetta ancora 300 milioni

Nelle mani di Kiev l'istituto del gruppo Alfa Bank, che fa capo a due oligarchi. Orcel ha venduto il 9,9% ma non ha ancora incassato i soldi Unicredit, l'Ucraina nazionalizza Sense Bank ma Orcel aspetta ancora 300 milioni
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Unicredit aspetta ancora oltre 300 milioni dalla Russia

L’ultima tegola è stata la decisione della Banca centrale ucraina di nazionalizzare da oggi Sense Bank, una delle principale banche del paese. La partita russa per Unicredit diventa ancora più complicata. Per l’istituto, è in ballo non solo l’uscita dal paese, annunciata ma ancora non realizzata per via delle guerra e delle nuove leggi russe sulle società estere. Ma anche 305 milioni che avrebbe dovuto incassare dalla cessione del 9,9% di Abh Holding, la holding lussemburghese che controlla Sense Bank e soprattutto Alfa Bank. Ovvero, la principale banca privata della Russia, che ha come soci personaggi del calibro di Mikhail Fridman e Petr Aven, oligarchi iper-sanzionati in Occidente. Così come è sanzionata anche in Europa Alfa Bank.

Gli accordi del 2016

Unicredit era diventata azionista del gruppo russo nel 2016, nell’ambito della cessione ad Alfa Bank della sua controllata ucraina, Ukrsotsbank. Cessione decisa da Jean Pierre Mustier nell’ambito del ridimensionamento del gruppo che ha visto la cessione Fineco e Pioneer e l’uscita da mercati ritenuti non più strategici come l’Ucraina. In cambio, aveva ricevuto le azioni di Abh Holding e un posto nel consiglio della holding.

Il suo ultimo rappresentante nel cda di Abh, Andrea Maffezzoni, si è dimesso il 4 marzo del 2022 in concomitanza con le sanzioni europee su Alfa Bank ed è successivamente diventato cfo di Banca Mps. Maffezzoni è stato a lungo a capo della divisione di strategie e M&A di Unicredit. Nel consiglio della holding sedevano, fino alle sanzioni, anche gli stessi Aven e Friedman. 

Il nodo della Russia

Unicredit è presente in Russia con una banca commerciale con il proprio marchio. Il numero uno di Unicredit, Andrea Orcel, ha più volte dichiarato la volontà di uscire dal paese ma non a qualunque costo. Perché “regalare una banca non sarebbe stata la cosa giusta sia dal punto di vista etico che per il rispetto delle sanzioni”. Intanto però una serie di leggi volute dal Cremlino dopo l’inizio della guerra permettono l’esproprio di attività detenute in Russia da soggetti di paesi che hanno sanzionato Mosca. Nei giorno scorsi la divisioni di Carlsberg e Danone sono state di fatto “regalate” a due fedelissimi di Vladimir Putin.

Il mancato incasso dell’opzione

Nel novembre del 2021, mentre Orcel era ancora alla ricerca di acquisizioni per crescere sul mercato russo, Unicredit ha esercitato l’opzione, prevista dagli accordi del 2016, per uscire dal capitale. A comprare avrebbero dovuto essere gli altri azionisti di Abh, compresi dunque Aven e Fridman. La transazione avrebbe dovuto essere regolata nel primo semestre del 2022, ma l’invasione dell’Ucraina e le sanzioni hanno ritardato il closing e il relativo pagamento. Nel bilancio del 2022, la banca italiana spiega che la transazione “sarà regolata quanto prima”. Al momento però il pagamento della cessione non risulta essere stato effettuato. Nel bilancio consolidato 2022 di Abh, appena depositato in Lussemburgo, si dice solo che gli azionisti della holding sono scesi da sette a cinque per l’uscita di due azionisti. Nel marzo scorso Aven e Friedman avrebbero ceduto le loro quote a Andrei Kosogov, a lungo partner dei due e non colpito dalle sanzioni. Al momento però i due risultano entrambi ancora azionisti.

Il rischio-esproprio

Nel giugno del 2022 il presidente ucraino aveva annunciato la possibilità di nazionalizzare banche che fanno capo a soggetti russi sanzionati in seguito all’invasione. Ieri la Banca centrale ha annunciato la nazionalizzazione di Sense Bank, che fino al novembre scorso si chiamava Alfa Bank Ucraina. La banca ha circa tre milioni di clienti ed è la decima banca del paese. Ha chiuso il 2022 con una perdita di 189 milioni di dollari.  

Unicredit presenterà i conti del trimestre il prossimo 26 luglio. Secondo quanto ricostruito, la nazionalizzazione di Sense Bank non dovrebbe impattare sul valore della put su Abh, in quanto l’opzione è già stata esercitata alle condizioni previste dai contratti. 

 

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