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BancheIn evidenza Lun 11 dicembre 2023

La beffa di Siena: i colossi degli investimenti dovranno pagare le spese legali

Il Fondo pensioni dei dipendenti pubblici della California e del Colorado e il colosso dei fondi State Street erano tra i ricorrenti La beffa di Siena: i colossi degli investimenti dovranno pagare le spese legali
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Alla fine il Fondo pensioni dei dipendenti pubblci della California, quello dei dipendenti pubblici del Colorado e il colosso dei fondi State Street dovranno anche pagare le spese legali. Si tratta di tre dei grandi investitori istituzionali che avevano creduto alle promesse di rilancio della banca dopo il caos del 2013 e avevano aderito agli aumenti di capitale dell’era Viola-Profumo. La sentenza che assolve i due manager condanna anche loro, insieme a una pletora di investitori più o meno piccoli, hedge funds e persone fisiche, a pagare le spese del processo.

Gli aumenti di capitale del 2014 e 2015

Tra il 2014 e il 2015, la banca ha raccolto sul mercato 8 miliardi di euro in due distinti aumenti di capitale. Aumenti di capitale bruciati in pochi mesi, fino all’intervento di salvataggio che nel 2017 ha messo il 64% del capitale di Monte dei Paschi nelle mani dello Stato. Con migliaia di correntisti e piccoli risparmiatori, a credere al rilancio del Monte erano stati anche colossi globali degli investimenti come State Street, Calstrs e CoPera

Per meglio inquadrare di chi stiamo parlando, State Street gestisce 3700 miliardi di asset. Calstrs, il fondo pensioni degli insegnanti californiani, gestisce oltre 300 miliardi. CoPera, il fondo dei dipendenti pubblici del Colorado, è il più piccolo: gestisce “appena” 55 miliardi di asset

Le promesse non mantenute

La sentenza della Corte d’Appello di Milano, che ha assolto Alessandro Profumo e Fabrizio Viola dalle accuse di aggiotaggio e falso in bilancio, ha ribaltato la sentenza di primo grado che aveva invece condannato i due manager a sei anni di reclusione e 2,5 milioni di multa. Le accuse erano relative ai bilanci dal 2013 al 2015, approvati durante la gestione dei due manager. Proprio sulla base di quei bilanci, gli investitori come Calstrs e State Street erano stati convinti a investire negli aumenti di capitale. Non a caso quando a fine 2016 era partita una nuova richiesta di capitale da parte della banca, proprio i grandi fondi d’investimento avevano risposto “no, grazie“. Rendendo inevitabile la ricapitalizzazione precauzionale a carico dello Stato. Per i due aumenti precedenti, oltre alle perdite registrate c’è da pagare anche le spese.

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