Profumo di nuovo nei guai, chiesto il processo per Mps
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Economia/In evidenza
EconomiaIn evidenza Ven 16 dicembre 2022

Profumo di nuovo nei guai, chiesto il processo per Mps insieme agli altri 3 ex manager

L'esperienza alla presidenza di Mps, una trappola per Alessandro Profumo. La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a  giudizio Profumo di nuovo nei guai, chiesto il processo per Mps insieme agli altri 3 ex manager
Nino Sunseri
di 
Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Il processo di Profumo per Mps

L’esperienza fatta alla presidenza di Mps si sta rivelando una trappola infernale per Alessandro Profumo, oggi alla testa di Leonardo. La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a  giudizio per l’ex banchiere insieme all’altro ex presidente Massimo Tononi, l’ex amministratore delegato Fabrizio Viola e l’ex dirigente predisposto alla redazione dei documenti contabili societari Arturo Betunio. Le accuse sono, a vario titolo, false comunicazioni sociali, falso in prospetto e manipolazione del mercato. L’inchiesta si riferisce ai crediti deteriorarti che vanno dal 2014 al 2016. È stata invece stralciata la posizione della banca, indagata per la legge 231/01 sulla responsabilità amministrativa delle società e degli enti.

Le irregolarità riscontrate dalla Procura

Le accuse sono legate alle irregolarità nella contabilizzazione degli Npl contenute nel prospetto informativo che accompagnava l’aumento di capitale della banca del 2015. “Sono tranquillo. Ho operato correttamente, nel pieno rispetto del (mutevole) quadro normativo e sempre nell’ambito di un proficuo e condiviso confronto con le Autorità di controllo”, si è difeso Profumo. Secondo le accuse i vertici di Mps  avrebbero continuato fino al 2015 a presentare conti falsificati, occultando ai mercati e all’opinione pubblica lo stato di sostanziale bancarotta in cui versava la più antica banca del mondo. Undici miliardi, l’importo del buco nascosto.

La Procura sotto la gestione di Francesco Greco aveva ripetutamente chiesto l’archiviazione andando a sbattere contro il diniego del tribunale. Ora i tempi sono cambiati, Greco è in pensione ed è sotto indagine a Brescia proprio per la sua gestione del fascicolo Mps. Indagato anche il suo superconsulente Roberto Tasca, che nella perizia giurata avrebbe omesso di citare una relazione della Banca centrale europea che certificava la voragine dei conti di Mps. I pm che anche nel filone principale del processo Mps avevano chiesto l’assoluzione di Profumo (che invece venne condannato) sono stati a loro volta incriminati a Brescia e poi prosciolti.

Condividi articolo