Popolare Bari, dopo le perdite slitta il rinnovo del Consiglio
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ApprofondimentiBanche Lun 24 aprile 2023

Popolare Bari: Mcc non presenta candidati, slitta il rinnovo del Consiglio

L’assemblea della Popolare di Bari si limiterà ad approvare una proroga a tempo del cda attuale e approvare il bilancio 2022. Popolare Bari: Mcc non presenta candidati, slitta il rinnovo del Consiglio
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Slitta il rinnovo del cda di Popolare Bari

Tutto rinviato per il rinnovo del cda della Popolare di Bari, previsto all’assemblea di oggi 24 aprile. L’assemblea, come anticipato, si è limitata ad approvare una proroga a tempo del cda attuale e approvare il bilancio 2022, chiuso con una perdita di 45 milioni. La decisione sul nuovo consiglio è rinviata a una prossima assemblea, ancora da convocare. Lo slittamento si è reso necessario perché l’azionista Mcc non ha comunicato le sue candidature, secondo quanto ricostruito. Sui nuovi vertici permane quindi l’incertezza. Per la presidenza sono circolati i nomi dell’industriale della pasta Vincenzo Divella e di Domenico Di Paola. Per l’ad, la riconferma di Cristiano Carrus non è scontata.

Il vuoto di Mcc

Dopo il passaggio di Bernardo Mattarella alla guida di Invitalia, Mcc è ancora in attesa della nomina di un nuovo amministratore delegato. Il mese scorso però lo stesso azionista è stato chiamato a iniettare nuove risorse. Mcc ha infatti sottoscritto un bond subordinato da 60 milioni per il rafforzamento patrimoniale della banca.

Nei giorni scorsi i dipendenti avevano indetto il primo sciopero nella storia dell’istituto. Tra le richieste, oltre alla fine della solidarietà, anche una maggiore chiarezza sul futuro dell’istituto. Il progetto della Banca del Mezzogiorno, che pure è nel piano industriale dell’istituto, è ancora congelato. La ragione dichiarata è la necessità di procedere con il risanamento prima di pensare di aggregare altre realtà, magari in difficoltà.

I guai degli Jacobini e la lite con Amco

Ma il risanamento della Bari sembra ancora complicato. La decisa riduzione della perdita e il miglioramento della redditività sono stati in parte resi vani dall’aumento degli accantonamenti per i rischi legali e dalle svalutazioni su una vecchia operazione su un fondo immobiliare. Se è vero che gran parte dei guai, anche attuali, della banca arrivano dalla gestione Jacobini, anche le gestioni recenti non sono state esenti da problemi. La prova è nella richiesta di risarcimento avanzata da Amco, la controllata del Tesoro che nel giugno del 2020 aveva rilevato un pacchetto di Npl della banca.

L’operazione venne avviata e chiusa durante il commissariamento della banca, iniziato nel dicembre del 2019. Amco acquisì un pacchetto di Npl del valore nominale di 2 miliardi. Salvo poi accorgersi che una parte importate delle posizioni acquisite (20 mila) avevano la documentazione incompleta o del tutto mancante. Rendendo quindi impossibile di fatto la riscossione dei crediti.

La ricerca di un accordo

Per capire la rilevanza della questione, basterà dire che i 133 milioni chiesti da Amco sono pari a oltre un quarto (il 26,6%) dei 500 milioni pagati nel 2020 per i acquisire i crediti. La banca, si legge nelle risposte ai soci preparate per l’assemblea, ha “contestato integralmente” le richieste di Amco e tra le due parti è stato avviato un confronto per arrivare a dirimere la controversia.

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