L'allarme dell'analista: «Con questo debito sovranità limitata»
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ApprofondimentiCommento Sab 27 agosto 2022

L’allarme dell'analista: «Con questo debito siamo un Paese a sovranità limitata»

L’opinione di Michele Morra, portfolio manager di Moneyfarm. Le emergenze spiega, sono diverse: l’elevato debito L’allarme dell'analista: «Con questo debito siamo un Paese a sovranità limitata»
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Il problema del debito dell’Italia

L’affidabilità dell’Italia e a rischio. È questa l’opinione di Michele Morra, portfolio manager di Moneyfarm. Le emergenze spiega, sono diverse: l’elevato debito, che ha superato il 150% del Pil durante la pandemia, l’inversione di marcia della Bce che ha rimosso tutte le coperture. Non bisogna dimenticare che Francoforte negli ultimi due anni è stato il principale acquirente del debito pubblico italiano.

Ora arriva la nuova emergenza visto che da Londra sono ripartite le scommesse al ribasso su Btp. «Quando gli investitori cominciano a nutrire dubbi sulla capacità di un Paese di ripagare il debito, diminuisce la domanda di titoli di Stato e aumenta il costo, poiché lo Stato, per attirare investitori, deve pagare un premio» spiega Morra. Per quanto riguarda l’Italia, «tale premio si esprime generalmente attraverso lo spread». Si tratta del «termometro» del rischio percepito intorno all’Italia; «Basti ricordare – aggiunge il manager – quando, tra il 2011 e il 2012, la speculazione si abbatté sul sistema Italia e lo spread arrivò a oltre 500 punti».

L’affidabilità dell’Italia

Il differenziale di rendimento non è legato soltanto ai fondamentali, ma anche alla percezione di affidabilità che trasmette, in base a logiche non sempre lineari o facili da comprendere. Come spiega Morra: «L’Italia ha un ingente debito che necessita del sostegno del mercato: quando il sostegno, per qualunque motivo, cala, lo spread aumenta. Il debito diventa più costoso mettendo il Paese a rischio di perdere la capacità di finanziarsi». Quando questo avviene, solo scelte drastiche di politica economica o un intervento della Banca centrale possono riportare il debito sotto controllo. «Le implicazioni sono evidenti – aggiunge – dal momento che avere un ampio debito, in un certo senso, limita la sovranità del Paese e la sua libertà di autodeterminazione».

A partire dalle elezioni del 2018, «per via della difficoltà di trovare una maggioranza omogenea e delle posizioni poco chiare dei partiti vincitori delle elezioni riguardo alla collocazione dell’Italia in Europa, i livelli dei tassi sono sensibilmente aumentati». Da allora il mercato ha sempre richiesto un premio per l’acquisto del debito italiano, nonostante la collocazione del nostro Paese all’interno dell’Euro e dell’Unione Europea non sia stata mai effettivamente messa in discussione.

Osservata speciale

Secondo Morra, «Il tema della percezione internazionale del Paese sarà centrale nei prossimi mesi». Purtroppo l’Italia sembra oggi occupare la scomoda poltrona del paziente «sotto osservazione speciale». Guardando al futuro, gli elementi che potrebbero generare ulteriore sfiducia verso il Paese sono due secondo Morra. Il primo è la «frammentazione ed incertezza del quadro politico»: la complessità del sistema partitico non sempre viene compresa a livello internazionale e sicuramente la chiarezza dei programmi elettorali e delle coalizioni sarà un elemento stabilizzatore. Il secondo sono i «dubbi sulla capacità del Paese di proseguire sull’attuale traiettoria di crescita». Quando si parla di «sostenibilità del debito» si pone sempre l’accento sul rigore e mai sulla capacità di generare crescita, mentre il secondo elemento è importante almeno quanto il primo. In questo senso la capacità di mettere in campo politiche espansive efficaci sarà decisiva.

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