Italia seconda in Europa per numero di operatori in valute virtuali
Sono 690mila gli italiani che detengono criptovalute per un controvalore di poco superiore al miliardo. E cioè circa 1500 euro a testa CriptovaluteUn focus sugli italiani e le crypto
Ecco l’obiettivo del primo rapporto Oam, ossia l’organismo di agenti e mediatori finanziari che tiene un registro specifico per gli operatori in asset virtuali. Da qui si scopre che, nonostante il saliscendi dei corsi dell’ultimo anno, sono 690mila gli italiani che detengono criptovalute per un controvalore di poco superiore al miliardo di euro, che vuol dire circa 1500 euro a testa.
La clientela aumenta
Sono invece 1,17 milioni i clienti complessivi che hanno un conto attivo presso un Vasp, un fornitore di servizi legati ad asset virtuali. Questo fa dell’Italia il secondo paese, tra i 10 europei con il maggior pil, per numero di prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale e di portafoglio digitale. Ossia i cosidetti Vasp. La grandissima maggioranza degli utenti attivi, il 65%, appartiene alla fascia tra 18 e 40 anni, e il 40% ha meno di 30 anni. Solo il 5% ha più di sessant’anni. Ma ci sono anche 14 minorenni tra gli utenti registrati.
Il report fotografa la situazione a fine marzo
Da qui risulta che solo il 59% degli utenti totali registrati presso gli operatori iscritti presso l’Oam detenevano in portafoglio criptovalute. Certo il primo trimestre è stato caratterizzato da un clima di incertezza sulle crìypto con quotazioni crollate dal picco di quasi 65mila dollari nel novembre 2021 fino a 16mila un anno dopo, con il fallimento di Terra-Luna e soprattutto di Ftx.
Ora le quotazioni sono arrivate a superare quota 30mila. La conferma di un clima dominato dalla prudenza viene dai numeri legati alle operazioni: il controvalore delle transazioni in uscita dalle valute virtuale è pari nei tre mesi a 811,9 milioni di euro, su livelli superiori rispetto ai 725,5 milioni di conversione verso le cripto.
Da sottolineare che la quasi totalità degli utenti iscritti presso i Vasp sono persone fisiche, mentre le persone giuridiche rappresentano solo lo 0,12% del totale, per la gran parte concentrate al Centro-Nord, oltre il 60% dei saldi e più del 55% del numero di transazioni viene effettuata attraverso i sei operatori “grandi, con più di 50mila clienti anche se il valore totale delle transazioni effettuate dagli operatori di medie dimensioni ( da 500 a 50mila utenti) è più del doppio di quello dei sei operatori più grandi.
Non tutti gli operatori in crypto hanno fornito i dati
Ben 74 su 105 hanno non rispettato l’obbligo. Ma spiega Oam, si tratta degli operatori più piccoli, dato che quelli maggiori hanno tutto l’interesse di rispettare la compliance per poter continuare l’attività. In totale i Vasp sono 109 e sono iscritti nella forma di persone giuridiche iscritti alla sezione speciale del Registro Oam: erogano i servizi alla clientela anche attraverso punti fisici (127) e Atm (77).
I punti fisici sono concentrati in Lombardia (18%), seguita dal Lazio (17%) e Toscana (13%). Sul fronte della lotta all’abusivismo, l’Oam ha individuato 16 soggetti che sembrerebbero svolgere l’attività di Vasp senza essere iscritti al Registro speciale. In particolare, sono stati analizzati 65 soggetti: il 25% del campione (16 soggetti su 65) ha un sito internet in lingua italiana e il 5% (3 soggetti su 65) un social network in lingua italiana.