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CriptovalutePrimo piano Sab 28 ottobre 2023

Tassazione criptovalute, i chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate

Pronti i chiarimenti del Fisco sulla tassazione delle cripto-attività introdotta dall'ultima legge di Bilancio. Tassazione criptovalute, i chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

(Teleborsa) – Pronti i chiarimenti del Fisco sulla tassazione delle cripto-attività introdotta dall’ultima legge di Bilancio. Lo annuncia l’Agenzia delle Entrate spiegando che sono definite cripto-attività, spiega l’Agenzia, tutte quelle rappresentazioni digitali di valore o di diritti che non rientrano tra gli strumenti finanziari.

Per le persone fisiche le plusvalenze da cripto-attività sono imponibili con la stessa aliquota applicabile alle attività finanziarie (26%) a patto che il reddito non sia conseguito nell’esercizio di attività d’impresa, arti o professioni o in qualità di lavoratore dipendente. Le stesse plusvalenze sono soggette a tassazione anche in capo agli enti non commerciali (se l’operazione non è effettuata nell’esercizio di impresa commerciale), alle società semplici ed equiparate e ai soggetti non residenti senza stabile organizzazione quando il reddito si considera prodotto nel territorio dello Stato.

La circolare ricorda che si considerano prodotti in Italia i “redditi diversi” derivanti da “attività svolte” nel territorio dello Stato e da “beni” che si trovano nello stesso territorio. Rientrano dunque nella nuova disciplina anche i redditi realizzati da soggetti non residenti se relativi a cripto-attività detenute nel nostro Paese presso prestatori di servizi o intermediari residenti in Italia o presso la loro stabile organizzazione se non residenti.

Se le criptovalute si trovano su una chiavetta Usb

Nei casi in cui le cripto-attività (ovvero le chiavi che danno accesso alle stesse) siano detenute “direttamente” dal soggetto tramite supporti di archiviazione (come ad esempio chiavette Usb) senza l’intervento degli intermediari o prestatori di servizi citati, il reddito si considera prodotto in Italia se il supporto di archiviazione si trova nel territorio dello Stato.

A tal fine, prosegue l’Agenzia delle Entrate, si presume che il reddito sia prodotto in Italia se il soggetto che detiene il supporto di archiviazione è ivi residente nel periodo di imposta di produzione del reddito. Resta ferma la facoltà per il contribuente di provare l’effettivo luogo di localizzazione del supporto di archiviazione. Prevista la possibilità per i soggetti che già detenevano cripto-attività al 1 gennaio 2023 di rideterminare il costo o il valore di acquisto delle stesse a condizione che lo stesso valore sia assoggettato a una imposta sostitutiva pari al 14%.

Per beneficiare di questo regime agevolato è necessario che il contribuente versi l’imposta sostitutiva per intero, o la prima delle tre rate annuali di pari importo, entro il 15 novembre 2023.

(Foto: Kanchanara on Unsplash)

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