La Meloni vuole per sé 5 ministeri, le trattative per il nuovo governo
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CronacaPrimo piano Mer 28 settembre 2022

La Meloni vuole per sé 5 ministeri, le trattative per il nuovo governo

Non c’è una scelta fatta per il nuovo governo sul ministero dell’Economia e delle Finanze. Giorgia Meloni vuole 5 ministeri. La Meloni vuole per sé 5 ministeri, le trattative per il nuovo governo
Franco Bechis
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Franco Bechis

Il nuovo governo Meloni

Il nodo più importante resta ancora una incognita: non c’è una scelta fatta per il nuovo governo sul ministero dell’Economia e delle Finanze. Giorgia Meloni aveva l’idea di portare in quel posto nomi importanti come quello di Fabio Panetta, l’italiano che siede nel comitato esecutivo della Bce (e che da ragazzo militava nel Fronte della gioventù). Ma non c’è la disponibilità del diretto interessato, che non si ritiene tagliato per quel mestiere e fin da piccolo sognava la carriera che sta facendo. Potrà essere una candidatura naturale per la successione di Ignazio Visco alla guida della Banca di Italia, ma non è lui la soluzione al problema di via Venti settembre.

Tramontata la sola candidatura vera, circolano ipotesi di incerta paternità. Fra i fedelissimi della leader di Fratelli di Italia si era sparsa la voce di una ipotesi Carlo Messina, per avere sentito nei suoi confronti parole di apprezzamento da parte della Meloni. Non c’è stato però alcun contatto fra i due e francamente sembra improbabile per più di un motivo che Messina possa essere interessato a cambiare mestiere, visto che fa benissimo il suo che non è poco redditizio. Premesso che una scelta non è ancora all’orizzonte, citiamo per dovere di cronaca le altre candidature circolate per il Mef: da quella degli ex ministri Giulio Tremonti, Domenico Siniscalco e Giovanni Tria a quella dell’attuale direttore generale del ministero, Alessandro Rivera. Nomi che circolano, e che però hanno ognuno autorevoli tiratori scelti dell’inner circle della Meloni pronti ad abbatterli appena provassero ad alzarsi in volo.

I ministri possibili

Il toto ministri è una specialità della politica romana all’indomani delle elezioni, e di nomi ne appariranno tanti nelle settimane che mancano alla vera lista per cui serviranno sia colloqui con gli alleati che un confronto abbastanza in salita con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Facendo cento nomi, qualcuno alla fine sarà vero. Ma in queste ore di serio ci sono solo alcune idee di principio. La Meloni vuole riservarsi la scelta dei ministeri chiave: di sicuro avranno l’impronta di Fratelli di Italia sia il ministero dell’Interno che quello della Difesa. Per uno dei due è in pole position Ignazio La Russa. È circolato per l’Interno il nome del prefetto di Roma, Matteo Piantedosi (già capo di gabinetto di Matteo Salvini), ma al momento non c’è stato alcun contatto con il diretto interessato. Escluso però un ritorno di Salvini nella stessa posizione ricoperta nel governo giallo verde.

Le candidature della Lega

Deciderà il leader della Lega se impegnarsi direttamente nell’esecutivo o restarne fuori per gestire la crisi elettorale del suo partito. Nel caso di ingresso la casella più probabile sarebbe quella di un passaggio di consegne con Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo economico. Come la sicurezza anche le esigenze di imprese e in particolare delle pmi fanno parte del core business politico della Lega. Possibile l’ingresso nell’esecutivo di Antonio Tajani, ma non agli Esteri, perché quella è un’altra casella che la Meloni non è disposta a condividere. Lì potrebbe andare Giulio Terzi di Santagata, che da lungo tempo consiglia la leader di Fratelli di Italia su temi di politica estera. Per Tajani possibili le infrastrutture, che sono fondamentali per la gestione del Pnrr, ma anche la presidenza della Camera dei deputati che non sembra ingolosirlo tanto. Quelle due caselle – la Camera e il Senato (ipotesi Roberto Calderoli)- sono ovviamente decisive per scegliere la squadra di governo.

Le candidature di Forza Italia

Forza Italia ha pronte altre due candidature: Anna Maria Bernini e Licia Ronzulli. La prima potrebbe essere ministro della Funzione pubblica passandosi le consegne con Renato Brunetta. La seconda vorrebbe andare al ministero della Salute, ma in Fratelli di Italia è pronto un fuoco di sbarramento (e la poltrona potrebbe essere interessante per Francesco Lollobrigida). Si cerca per lei un’altra funzione meno divisiva.

Ad affiancare la Meloni a palazzo Chigi sarà un sottosegretario alla presidenza di stretta fiducia. La candidatura più naturale per quella funzione sarebbe quella di Guido Crosetto, ma lui continua a ripetere di non volere entrare nell’esecutivo e allora l’altro candidato di fiducia diventa Giovanbattista Fazzolari, l’uomo che ha coordinato il programma di Fratelli di Italia. Alla Giustizia scontato l’invio del neo eletto parlamentare Carlo Nordio, che fu già candidato di bandiera alla presidenza della Repubblica. Alla Lega andrà anche il ministero delle risorse agricole, ma non è detto che torni lì Gianmarco Centinaio come all’epoca del governo gialloverde. Nella squadra dei ministri Fdi anche Chiara Colosimo e probabilmente Giovanni Donzelli, che potrebbe essere nome spendibile per la transizione digitale. In sospeso un’altra casella chiave, come il ministero della Transizione ecologica su cui era stato ipotizzato un mantenimento in servizio di Roberto Cingolani, ipotesi ora esclusa da entrambe le parti

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