Dalla lotta all'evasione lo Stato vuole incassare 2,8 miliardi in più
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EconomiaPrimo piano Lun 21 agosto 2023

Dalla lotta all'evasione lo Stato vuole incassare 2,8 miliardi in più

L'impegno nella Convenzione triennale tra il Mef e l'Agenzia delle Entrate dovrà portare nelle casse dello Stato 2,8 mld di entrate in più. Dalla lotta all'evasione lo Stato vuole incassare 2,8 miliardi in più
Redazione Verità&Affari
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Un maggior impegno sul recupero di imposte evase che in tre anni, tra il 2022 e il 2025, dovrà portare nelle casse dello Stato 2,8 miliardi di entrate in più. È l’impegno contenuto nella Convenzione triennale tra il Mef e l’Agenzia delle Entrate – siglata pochi giorni fa dal viceministro all’Economia Maurizio Leo e dal direttore dell’Agenzia, Ernesto Maria Ruffini e registrata dalla Corte dei Conti lo scorso 17 agosto – che individua gli obiettivi qualitativi e quantitativi – in termini di erogazione dei servizi ai contribuenti e di recupero di gettito da evasione fiscale – che dovrà raggiungere l’Agenzia delle Entrate negli anni 2023, 2024 e 2025.

Nella Convenzione sono indicate, inoltre, le risorse assegnate per il conseguimento degli obiettivi previsti e le modalità di verifica dei risultati. Nel dettaglio l’Agenzia delle Entrate conferma per quest’anno di puntare ad incassare 18,1 miliardi (1,3 in più del 2022), di salire a 19,3 miliardi nel 2024 (con un incremento di 400 milioni) e a 19,6 miliardi nel 2025 (altri 300 milioni in più).

L’incasso previsto

L’incasso di 18,1 miliardi previsto per quest’anno sarà relativo per 4,25 miliardi ai versamenti dovuti ad accertamenti e controlli, per 6 miliardi alle comunicazioni di irregolarità, per 5,1 miliardi dagli incassi dovuti agli agenti della riscossione e per 2,8 miliardi da attività di promozione della “compliance”, cioè di adeguamenti spontanei da parte dei contribuenti ai quali sono state segnalati problemi.

Nel 2024 questi valori salgono a 4,6 miliardi per i versamenti da accertamenti e controlli, a 6,2 miliardi per le comunicazioni di irregolarità, a 5,5 miliardi dalle agenzie di riscossione, per 3 miliardi dalla “compliance”: in totale 19,3 miliardi che salgono a 19,6 miliardi nel 2025 per un maggior apporto (5,8 miliardi) delle entrate incassate tramite gli agenti della riscossione.

L’Agenzia delle Entrate – recita la Convenzione – “punterà sulla qualità dei controlli attraverso selezioni più mirate dei contribuenti a maggiore rischio di evasione, rese possibili dall’applicazione di strumenti di data analysis più avanzati – quali lo sfruttamento dei big data – e dall’interoperabilità delle banche dati“. I criteri di attività nella lotta all’evasione prevedono, infatti, anche scambi informativi internazionali. Prevista una successiva verifica sui risultati ottenuti anche con l’uso di intelligenza artificiale e text mining.

“L’Agenzia – si legge nella Convenzione con il Mef – monitorerà, inoltre, il comportamento dei contribuenti che hanno subito un controllo fiscale per verificare nel tempo il loro grado di propensione all’adempimento e, più in generale, per valutare il livello di fedeltà fiscale; sarà incrementata la capacità operativa nell’ottica di favorire il miglioramento della qualità dei controlli, attraverso nuovi strumenti e progetti di analisi avanzata dei dati, l’applicazione di tecniche come l‘intelligenza artificiale, il machine learning e il text mining”.

Gli incentivi per l’Agenzia delle Entrate

La quota incentivante della retribuzione dei lavoratori dell’Agenzia è quantificata in base ad alcuni parametri, tra cui: l’incremento dei servizi telematici resi disponibili, la lavorazione dei rimborsi IVA e delle imposte dirette, il numero dei soggetti sottoposti ad analisi congiunta con altre amministrazioni ai fini della rispettiva attività di controllo, la percentuale delle costituzioni in giudizio presso le commissioni tributarie di primo e secondo grado.

Le video chiamate, l’invio telematico di documenti e la firma digitale diventeranno strumenti sempre più diffusi del fisco italiano. Non sarà più necessario andare fisicamente in un ufficio fiscale ed affrontare le file. La convenzione tra l’Agenzia delle Entrate e il ministero dell’Economia da un’ulteriore spinta ai servizi telematici da remoto.

La convenzione prevede infatti “l’evoluzione, la semplificazione e la diversificazione secondo un’ottica customer oriented dei servizi di assistenza, incrementando il tasso di digitalizzazione e la fruizione dei servizi on line, privilegiando l’utilizzo dei mezzi di erogazione da remoto quali il canale telefonico mediante il consolidamento del sistema di videochiamata, quello telematico, avvalendosi di soluzioni tecnologiche innovative come la condivisione delle schermo, lo scambio documentale all’interno delle sessioni di assistenza e la possibilità di sottoscrizione digitale dei documenti”.

Si punta anche a nuove e più avanzate forme di comunicazione con il contribuente, ad esempio attraverso piattaforme integrate con altre pubbliche amministrazioni e migliorare il set informativo della precompilata che diventerà il “metodo ordinario” per dichiarare i redditi al fisco. (Teleborsa) 

 

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