De Stefani (Federauto): "Rivedere la fiscalità per il ricambio" - V&A
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AutoIn evidenza Gio 12 gennaio 2023

De Stefani (Federauto): "Elettrico entro il 2035 irrealistico. Rivedere la fiscalità per agevolare il ricambio"

De Stefani Cosentino (Federauto): "Transizione all'elettrico entro il 2035 irrealistica. Rivedere la fiscalità per agevolare il ricambio". De Stefani (Federauto): "Elettrico entro il 2035 irrealistico. Rivedere la fiscalità per agevolare il ricambio" auto elettriche
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Intervista a De Stefani Cosentino, presidente di Federauto

Il passaggio all’auto elettrica in Europa nel 2035 è irrealistico. Gli incentivi varati dal governo così come sono strutturati sono sbagliati. Per rilanciare il mercato dell’auto bisogna partire dalla fiscalità. Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, la federazione che raggruppa i concessionari di auto, a pochi giorni dall’avvio della  tranche 2023 degli incentivi per l’acquisto di veicoli a zero e basse emissioni, non usa mezzi termini dell’affrontare il problema della frenata delle vendite di auto nel nostro Paese.

“Gli incentivi sono appena partiti e già si delinea la situazione dello scorso anno – spiega De Stefani -. I fondi per le vetture endotermiche vanno a ruba, mentre quelle relative all’elettrico restano nelle casse dello Stato. E l’errore è doppio. Da un lato non favorire l’acquisto di modelli nuovi, seppur tradizionali, non permette lo svecchiamento del parco auto inquinante. Dall’altro rivolgersi solo all’utenza privata  taglia fuori una grande fetta di acquirenti che avrebbero anche le risorse per pensare al green”.

Mi sembra comunque di capire che lei non è un fan dell’elettrico….

“Non ho detto questo. Affermo soltanto che le tappe europee son fuor di logica e inoltre non si può certo costringere le famiglie italiane, già provate dalla crisi, ad aprire portafogli che non traboccano di banconote”.

Cosa intende?

“Io parto dai numeri. Il circolante in Italia è di 39-40 milioni di vetture. Un’auto su 5 ha superato i 20 anni. Quest’anno il venduto dovrebbe attestarsi  attorno a 1,5 milioni di auto. Se il trend, come è probabile, rimarrà questo ed anche tutti i nuovi acquisti fossero nell’elettrico quanto tempo ci vorrebbe a passare al green? I conti sono presto fatti e la data del 2035 non sta in piedi. Non contesto la transizione, ma occorre uscire dalle ideologie e fare i conti con la realtà di un cambiamento complesso che merita un approccio pragmatico e realistico”.

E per quanto riguarda il potere d’acquisto degli italiani?

“Lo champagne è buono, lo sappiamo. Ma occorre avere i soldi per permetterselo. Tralasciamo ogni altra considerazione e parliamo di prezzo: l’auto elettrica costa anche il 30% in più di quella tradizionale. Se pensiamo alla gamma più alta il discorso è diverso, ma per quei milioni di automobilisti che devono affrontare la spesa per una utilitaria ogni aumento è un salasso. Tra l’altro veniamo da quattro anni che hanno visto ritocchi dei listini fino al 35%”.

Come mai c’è stato un tale aumento dei prezzi delle auto?

“A giocare sono stati una serie di fattori. Certamente ha pesato il contenuto tecnologico, in alcuni casi diventato obbligatorio, e che comunque ha permesso di avere maggior comfort e sicurezza. Come pure altri miglioramenti qualitativi. E poi c’è stata la carenza di semiconduttori, la minor produzione, i costi delle materie prime e l’inflazione alle stelle che hanno favorito i rincari. Per questo dico che oggi è ancora più importante rispetto al passato intervenire sulla fiscalità”.

Dunque meno tasse sull’auto?

“Guardi non dobbiamo inventarci nulla. Basta guardare cosa si fa in Europa. In tutti gli altri Stati le detrazioni fiscali per le partite Iva arrivano anche al 100%. Da noi siamo al 40%. Stesso discorso sul fronte degli ammortamenti. Non è un caso che in Italia le percentuali di acquisto dei professionisti e piccoli imprenditori siano la metà che in Germania. Leggi favorevoli sul fronte tributario quelle tedesche che, tra l’altro, spingono il passaggio all’elettrico. Così si attua la svolta green, non con ultimatum”.

Eppure le case automobilistiche spingono sull’elettrico.

“Anche in questo caso è in atto un ripensamento…”.

Ma l’auto è ancora uno status symbol? C’è chi dice che per i giovani la vettura è ormai soltanto un mezzo per spostarsi…

“Se l’auto non fosse più un oggetto del desiderio perché si venderebbero tanti Suv e citycar dalle linee particolari? In realtà credo che l’auto continui ad avere un forte fascino. Occorre trovare formule per sostenere la domanda. Case e concessionari hanno  messo in campo vari strumenti. Ma c’è bisogno anche della lungimiranza del governo”.

Ecco, cosa pensa del nuovo esecutivo?

“Confido in questo governo. Il viceministro all’economia Maurizio Leo ha dichiarato che occorre rivedere la fiscalità sull’auto e lo stesso premier Meloni si è mostrata giustamente critica sull’ultimatum green dell’Europa. Ora attendiamo i fatti”.

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