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EconomiaPrimo piano Sab 13 maggio 2023

Asili nido, Svimez: "Il Pnrr non colmerà i divari territoriali"

Secondo la Svimez "il Pnrr non colmerà i divari territoriali, perché le risorse sono state distribuite male tra Nord e Sud Asili nido, Svimez: "Il Pnrr non colmerà i divari territoriali" Una classe
Redazione Verità&Affari
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Asili nido, Svimez: “Il Pnrr non colmerà i divari territoriali”

La finalità di coesione territoriale del “Pnrr della scuola” è a rischio. I criteri ministeriali di riparto delle risorse a livello regionale non hanno tenuto conto dell’eterogeneità interna alle singole regioni in termini di fabbisogni di investimenti. Il sistema dei bandi competitivi ha spesso penalizzato i territori con carenza di servizi e strutture (tempo pieno, palestre, mense), anche a causa della debolezza delle amministrazioni. Il rischio è che aumentino le disuguaglianze territoriali, soprattutto all’interno dello stesso Mezzogiorno.
Continua il monitoraggio della Svimez sugli stanziamenti e sull’attuazione del Pnrr. L’ultimo numero di Informazioni Svimez (“Asili nido e infrastrutture scolastiche: il Pnrr non colmerà i divari territoriali”) è dedicato al tema dei servizi per la prima infanzia e dell’istruzione: settori interessati da profondi divari territoriali nella dotazione di infrastrutture adeguate, nella quantità e qualità dei servizi offerti a bambini e alunni, negli esiti dei processi di apprendimento e formazione.

Cosa serve per aumentare il lavoro femminile

La qualità e l’adeguata dotazione di infrastrutture scolastiche e per la prima infanzia rappresentano elementi strategici per la riduzione dei divari territoriali nella partecipazione femminile al mercato del lavoro e nell’accumulazione di capitale umano. Al Nord, il tasso di occupazione femminile tra i 25 e i 49 anni scende dall’85% per le donne senza figli al 66% per le madri con figli di età inferiore ai 6 anni (-22%). Nel Sud cala in maniera ancora più accentuata: dal 58% ad appena il 38 per le donne con figli in età prescolare. Anche per la carenza di servizi per l’infanzia, nelle regioni meridionali la maternità riduce il tasso di occupazione delle giovani donne di oltre un terzo.

Lo studio fornisce una prima fotografia della capacità del Pnrr di favorire il riequilibrio territoriale con riferimento a cinque linee di investimento: asili nido, mense, palestre, riqualificazione dell’edilizia scolastica e costruzione di nuove scuole. Le analisi si basano su una ricostruzione dei decreti di riparto regionali e delle graduatorie dei progetti dei Comuni ammessi al finanziamento. I progetti finanziati in ciascuna provincia italiana sono stati messi a raffronto con i relativi indicatori di bisogno.

I divari territoriali nella filiera dell’istruzione

Nelle regioni del Mezzogiorno tutti gli indicatori considerati registrano valori sensibilmente più contenuti rispetto al Centro-Nord, ma con profonde differenze interne alle macro-aree. I divari regionali più marcati si osservano per la disponibilità di mense scolastiche, la cui assenza limita la possibilità di offrire il tempo pieno. Meno del 25% degli alunni meridionali della scuola primaria frequenta scuole dotate di mensa (contro circa il 60% nel Centro-Nord); meno del 32% dei bambini nel caso delle scuole dell’infanzia (contro circa il 59% nel Centro-Nord).

Le situazioni più deficitarie interessano Sicilia e Campania, con percentuali inferiori al 15%. Dato molto preoccupante se paragonato al 66,8% raggiunto dall’Emilia-Romagna e al 69,6 % della Liguria. Il Mezzogiorno soffre inoltre di un grave ritardo nell’offerta di servizi per la prima infanzia: le regioni meridionali più distanti dall’obiettivo del LEP dei posti autorizzati da raggiungere entro il 2027 (il 33% della popolazione di età compresa tra 3 e 36 mesi) sono Campania (6,5), Sicilia (8,2), Calabria (9) e Molise (9,3)

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