Bce: dai tassi attuali un contributo sostanziale al calo dell'inflazione
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Economia/In evidenza
EconomiaIn evidenza Gio 11 gennaio 2024

Bce: dai tassi attuali un contributo sostanziale al calo dell'inflazione

Per il consiglio direttivo della banca centrale, la politica restrittiva sui tassi d'interesse ha fatto bene anche allo spread Bce: dai tassi attuali un contributo sostanziale al calo dell'inflazione
Redazione Verità&Affari
di 
Redazione Verità&Affari

 Il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea “ritiene che i tassi di interesse di riferimento si collochino su livelli che, se mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo”.

Nel Bollettino economico la BCE ha ripetuto questa formula in cui, da mesi, i mercati leggono il segnale dello stop alla manovra di rialzo dei tassi. Il Consiglio ha ribadito di essere “determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine” e che “le decisioni assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché sarà necessario”.

Focus inflazione

Per questo, ha aggiunto, la BCE “continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati dell’orientamento restrittivo. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria“.

Dal Bollettino è emerso inoltre che lo spread, il differenziale dei tassi tra i titoli di Stato dell’Italia e quelli della Germania è tornato a calare sul finale dell’anno passato, dopo che le agenzie di rating hanno confermato le loro valutazioni di affidabilità creditizia dell’Italia. “L’incremento registrato all’inizio del periodo in esame dal differenziale sui titoli di Stato italiani si è poi attenuato – si legge nel Bollettino che esamina gli sviluppi dei mercati tra 14 settembre e 13 dicembre 2023 – in quanto le agenzie di rating hanno confermato le proprie valutazioni sull’Italia”.

Occhio ai titoli di Stato

Più in generale, secondo la BCE, “i rendimenti dei titoli di Stato dell’area dell’euro hanno registrato una flessione pressoché analoga a quella dei tassi privi di rischio e i differenziali sono rimasti quasi invariati. Il rendimento dei titoli di Stato dell’area dell’euro a dieci anni ponderato per il PIL è diminuito di circa 40 punti base, attestandosi al 2,8 per cento. Nel periodo in esame, il differenziale tra la media ponderata per il PIL dei titoli di Stato dell’area e il tasso Ois basato sull’STR ha fatto registrare solo un lieve incremento. Nella maggior parte dei paesi dell’area dell’euro i differenziali sui rendimenti dei titoli di Stato hanno avuto un andamento molto simile. Unica eccezione è rappresentata dal differenziale sui titoli di Stato greci, che è diminuito di 10 punti base in quanto i rating del credito sovrano del paese sono stati elevati a investment grade”.

Intanto l’economia rallenta

Il Bollettino ha infine rilevato che “nel terzo trimestre del 2023 l’economia dell’area dell’euro ha registrato una lieve contrazione, principalmente per effetto di un calo delle scorte. Le condizioni di finanziamento più restrittive e la modesta domanda estera continueranno probabilmente a gravare sull’attività economica nel breve termine. Si delineano prospettive particolarmente deboli per i settori manifatturiero e delle costruzioni, i due comparti colpiti in misura maggiore dai più elevati tassi di interesse”.

“Anche nel settore dei servizi l’attività dovrebbe rallentare nei prossimi mesi”, si legge nel bollettino che riporta invece che “il mercato del lavoro continua a sostenere l’economia”. “Il tasso di disoccupazione – ha aggiunto la BCE – si è collocato al 6,5 per cento a ottobre e l’occupazione è cresciuta dello 0,2 per cento nel terzo trimestre. Nel contempo, l’indebolimento dell’economia frena la domanda di manodopera, con un calo degli annunci di offerte di lavoro da parte delle imprese negli ultimi mesi. Nonostante il maggior numero di occupati, inoltre, il totale delle ore lavorate e’ sceso dello 0,1 per cento nel terzo trimestre”.

Ottimismo per il nuovo anno

Secondo le previsioni del dicembre scorso, “gli indicatori di breve periodo disponibili suggeriscono il protrarsi della debolezza dell’attività economica nel quarto trimestre del 2023″. Mentre “l’espansione economica dovrebbe tuttavia rafforzarsi a partire dagli inizi del 2024 – ha aggiunto la BCE – con l’aumentare del reddito disponibile reale, sostenuto dall’inflazione in calo, dalla robusta crescita dei salari e dalla tenuta dell’occupazione, e con l’allinearsi della dinamica delle esportazioni ai miglioramenti della domanda estera”.

Condividi articolo