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ApprofondimentiEconomia Sab 28 gennaio 2023

Calvo (Scope Ratings): "Il debito pubblico italiano è pesante ma sostenibile"

Secondo Luigi Calvo dell'agenzia Scope Ratings Italia la valutazione del nostro paese è BBB+ con outlook stabile Calvo (Scope Ratings): "Il debito pubblico italiano è pesante ma sostenibile" Luigi Calvo di Scope Ratings
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Rating, la valutazione dell’Italia è BBB+

“Per noi la valutazione dell’Italia è BBB+ con outlook stabile”. Per chi non ha dimestichezza con queste classifiche significa un giudizio di un paio di gradini migliore di quello delle grandi agenzie americane (S&P, Moody’s e Fitch). A esprimerlo l’agenzia europea Scope Ratings fondata vent’anni fa in Germania da Florian Schoeller che ancora oggi mantiene la posizione di primo azionista. Nel frattempo il colosso assicurativo francese Axa è entrato come azionista strategico e, nelle intenzioni del fondatore, la compagine azionaria dovrebbe aprirsi ad altre istituzioni europee di primo livello. L’obiettivo è quello di creare l’agenzia di rating in Europa in grado di rappresentare un’alternativa  alle tre big Usa. “Un progetto ambizioso ma non certo impossibile” dice Luigi Calvo, direttore commerciale di Scope Ratings in Italia. “Qualche decennio fa l’industria aeronautica mondiale era dominata dalla Boeing. Gli europei unirono le forze per creare Airbus che ora compete degnamente con gli americani”.

Secondo voi  l’Italia , se fosse un titolo azionario, sarebbe troppo sottovalutato?

Le differenze fra il rating assegnato da Scope all’Italia e quelli delle agenzie americane riflettono un diverso approccio metodologico, tra cui un peso maggiore da noi attribuito all’architettura istituzionale europea. I principali elementi che supportano il rating dell’Italia secondo i nostri analisti sono un’economia grande e diversificata, una posizione forte nel commercio internazionale con la bilancia dei pagamenti in attivo e un basso debito privato.

Resta il problema del debito molto elevato.

Certamente. Le nostre analisi evidenziano come l’elevato debito pubblico rimane uno dei principali limiti per il merito creditizio dell’Italia, anche nel contesto di una traiettoria del debito-PIL leggermente discendente con un parametro  che dovrebbe attestarsi intorno al 145%. Alcuni elementi mitigano i rischi relativi all’alto debito pubblico nel contesto di costi di finanziamento più elevanti, tra cui una solida base di investitori domestici, con solo il 30% del debito pubblico detenuto da non residenti, e una scadenza media lunga, di oltre 7 anni.

I frequenti richiami per un possibile default sono quindi immotivati?

Al momento non c’è ragione d’allarme. Tuttavia oltre all’elevato debito pubblico, le nostre analisi evidenziano altre criticità.

Quali?

Le strozzature strutturali ostacolano la crescita limitando l’aumento della produttività. Creano molte rigidità che frenano la crescita dell’occupazione e la partecipazione al lavoro. Poi c’è la debolezza demografica, con l’invecchiamento e il calo della popolazione attiva che continueranno a pesare sulle finanze pubbliche e sulla crescita.

E se avessero ragione le tre sorelle americane del rating?

Siamo convinti che il nostro rating BBB+ sull’Italia rifletta i punti di forza del merito creditizio del Paese, tra i quali l’appartenenza all’architettura istituzionale europea.

I mercati temono il nuovo governo?

Come emerge dalle analisi più recenti il team si aspetta che il nuovo governo mantenga politiche fiscali prudenti, bilanciando la necessità di sostenere l’economia di fronte alla crisi energetica con il rispetto della credibilità del Paese. di fronte ai mercati. Per il momento il rapporto è buono come dimostra la  stabilizzazione del costo del finanziamento per il Tesoro nelle ultime settimane. Il nuovo governo vanta anche una maggioranza forte. E’ importante che la stabilità politica si traduca nella capacità di avviare riforme di lungo periodo per affrontare le sfide strutturali del Paese supportando la crescita e la riduzione del debito.

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