Cessione Autostrade, il regalo di Stato ai Benetton non è più così al sicuro
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EconomiaPrimo piano Mar 31 maggio 2022

Ricorso sulla cessione delle Autostrade, il regalo di Stato ai Benetton non è più così al sicuro

Ieri, è stata impugnato al Tar del Lazio l’atto di governo che ha permesso che Atlantia potesse vendere l’88% di Autostrade per l’Italia. Ricorso sulla cessione delle Autostrade, il regalo di Stato ai Benetton non è più così al sicuro Imagoeconomica
Francesco Bonazzi
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Francesco Bonazzi

Il ricorso sulla cessione delle Autostrade

Il regalo di Stato ai Benetton non è esattamente al sicuro. Ieri, è stata impugnato al Tar del Lazio l’atto di governo che ha permesso che Atlantia potesse vendere l’88% di Autostrade per l’Italia a una cordata formata da Cassa depositi e prestiti, Macquarie e Blackstone per 20 miliardi di euro, debiti compresi. Il punto centrale del ricorso è che per cambiare i proprietari del concessionario pubblico, con o senza strage del Ponte Morandi, sarebbe stato necessario un passaggio in Parlamento con un atto di legge. Mentre qui la trattativa Stato-Benetton è stata fatta tutta nelle segrete stanze.

Non solo, ma dalla lettura delle 32 pagine del ricorso emerge chiaramente che partirà presto un conflitto di attribuzione anche in Corte Costituzionale per la presunta violazione delle competenze del Parlamento, nonché un’impugnazione in sede Ue, perché le concessioni che i Benetton sono stati “costretti” a scaricare alla cordata pubblico-privata, in cambio di un assegno da favola, avrebbero dovute essere rimesse sul mercato con regolare asta europea. Invece, la remunerazione della copertura privata all’operazione del governo fornita dai fondi Usa verrà pagata dagli automobilisti con maggiori pedaggi nell’arco dei prossimi 15 anni.

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