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EconomiaIn evidenza Gio 18 gennaio 2024

Confcommercio, Pil a gennaio in calo dello 0,1%

Nel 2023 la crescita italiana è stata pari allo 0,8%, mentre per quest'anno la stima è più bassa per via dell'inflazione. Confcommercio, Pil a gennaio in calo dello 0,1%
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

“Confermiamo la stima della variazione del prodotto lordo nel 2023 pari a +0,8%, con piena valorizzazione dei segnali favorevoli emersi nella parte finale dell’anno (crescita della fiducia di imprese e famiglie, tenuta dell’occupazione, sviluppo delle vendite al dettaglio in novembre, ottobre record per le presenze turistiche, conclamata sconfitta dell’inflazione)”.

E’ quanto emerge dalla congiuntura Confcommercio di gennaio. “Eppure, lo stesso quadro congiunturale che valutiamo positivamente, presenta anche elementi negativi che ne impediscono una nitida e rilassata lettura. La produzione industriale è tornata a flettere a novembre e le stesse presenze turistiche in novembre destano perplessità: alla solidità dei flussi degli stranieri si contrappone, in modo piuttosto netto, una riduzione delle presenze degli italiani, sia nel confronto con il 2019 sia, che è ben peggio, rispetto al 2022. Il record 2023 di notti nelle strutture ricettive è tramontato (a meno che i dati di dicembre rivelino un raddoppio delle presenze, cosa molto improbabile, se non impossibile). Infine, in prospettiva futura di breve termine, bisogna evidenziare che la meteorologia ha impedito un buon avvio dei saldi invernali, nonostante il positivo contributo dei turisti stranieri”.

Pil in calo a gennaio

In sintesi, il Pil appare già in riduzione congiunturale (-0,1%) a gennaio 2024: gli elementi di fragilità fanno aggio sugli spunti positivi. Ciò non toglie che i consumi abbiano chiuso bene il 2023: a dicembre si osservano importanti crescite tendenziali per automotive e motocicli, trasporti passeggeri in generale, servizi ricettivi e di ristorazione, servizi ricreativi e culturali, giocattoli, profumeria e cosmesi. Verso la stabilizzazione anche gli alimentari.

Nel complesso, a dicembre, i consumi, misurati nella metrica dell’ICC, sarebbero cresciuti di mezzo punto percentuale in termini reali tendenziali.
Per il 2024, il rientro ordinato dell’inflazione e un possibile miglioramento della dinamica salariale costituirebbero i pilastri di sostegno della propensione al consumo. La nostra stima di una variazione dei prezzi nel mese in corso dello 0,2% su dicembre porterebbe solo ad un minimo aumento (0,7%) su base annua. L’obiettivo della Nadef di una crescita del PIL all’1,2% appare, tuttavia, piuttosto ottimistico. Una crescita poco sotto l’1% è, comunque, alla portata del sistema Italia. In quest’ipotesi, anche un’eventuale manovra correttiva dei conti pubblici assumerebbe entità non dirompente. La doppia sfida della crescita e della finanza pubblica si può affrontare con ragionevole serenità. Sempre che le recenti tensioni geopolitiche non si trasformino in nuove e inattese strozzature nelle catene di fornitura globali, con riflessi negativi sui costi e sui prezzi e conseguenze (im)prevedibili su consumi e investimenti.
-foto ufficio stampa Confcommercio-
(ITALPRESS).

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