Calano gli investimenti in Italia, le nostre imprese vanno all'estero
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EconomiaPrimo piano Mar 18 luglio 2023

Calano gli investimenti in Italia, le nostre imprese vanno all'estero

La fotografia scattata da EY nel suo barometro delle operazioni di fusione e acquisizione delle imprese in Italia. Calano gli investimenti in Italia, le nostre imprese vanno all'estero
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

L’attività di investimento in Italia è in calo, rispetto al picco registrato nel biennio passato, complice la situazione geopolitica e la stretta monetaria che pesa sui finanziamenti, ma più vivace rispetto al periodo pre-pandemico. È la fotografia scattata da EY nel suo barometro delle operazioni di fusione e acquisizione. Nel corso del primo semestre del 2023 sono stati registrati 531 deal con target in Italia (-14% rispetto allo stesso periodo del 2022) con un volume complessivamente investito pari a circa 25 miliardi di euro (-25%).

Gli investimenti all’estero

L’Italia accelera sugli investimenti all’estero: nel primo semestre 2023 sono state registrate 111 operazioni, con un aumento del valore medio di acquisizione rispetto al 2022. “Il numero di operazioni mappate nel corso dell’intero 2020 e ammonta a quasi il doppio della media storica delle operazioni nel primo semestre in periodo pre-Covid (tra il 2016 e il 2019). Il confronto con il 2022 è da leggersi tenendo presente che gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da un’attività M&A a livelli record, per effetto della consistente ripresa di investimenti e consumi e per la necessità di ripartire velocemente dopo i lockdown”, commenta Marco Daviddi, strategy & transactions managing partner di EY in Italia.

Il mercato dell’M&A in Italia

“All’incertezza generata dall’attuale scenario geopolitico si è aggiunta una politica monetaria restrittiva con conseguente incremento dei tassi di interesse e del costo dei finanziamenti. Tutti questi fattori stanno determinando un allungamento dei tempi dei processi M&A e una focalizzazione su operazioni di dimensione più contenuta, al fine di limitare i rischi finanziari e operativi. Tuttavia, diversi elementi suggeriscono che il mercato M&A in Italia possa comunque registrare un livello d’attività sostenuto, seppur inferiore rispetto ai numeri record registrati nel 2021 e nel 2022. Rimane abbondante la liquidità già raccolta da investire e le imprese hanno molto chiaro che l’utilizzo della leva transazionale può essere un rilevante acceleratore dei processi di trasformazione necessari a mantenere competitività, anche tenendo conto delle tensioni commerciali sempre più accentuate tra Ovest ed Est del Globo, che richiedono veloci revisioni dei mercati in cui operare”.

Il PNRR, conclude Daviddi, “rimane una straordinaria opportunità di supportare il processo di modernizzazione del nostro Paese, in particolare su tematiche specifiche, quali la trasformazione digitale, l’innovazione e la transizione energetica, specie se saprà sfruttare un effetto leva attraverso progetti in grado di coinvolgere aziende e fondi, favorendo la dinamica di investimento privato”. (Teleborsa) 

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