Unione europea, quanti soldi servono per la transizione verde
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EuropaPrimo piano Mar 18 luglio 2023

Ue, servono oltre 700 miliardi all'anno per la transizione verde

La transizione verde dell'Unione europea richiede "investimenti senza precedenti" e saranno necessari investimenti aggiuntivi. Ue, servono oltre 700 miliardi all'anno per la transizione verde
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

La transizione verde dell’Unione europea richiede “investimenti senza precedenti” e complessivamente saranno necessari investimenti aggiuntivi di circa 620 miliardi di euro all’anno per raggiungere gli obiettivi del green deal e del nostro piano REPowerEU, con ulteriori 92 miliardi di euro necessari per raggiungere gli obiettivi del Net-Zero Industry Act nel periodo 2023-2030 periodo. Lo ha comunicato la Commissione Ue presentando la relazione di previsione strategica 2023, nella quale analizza le modalità per porre “la sostenibilità e il benessere della persona al centro dell’autonomia strategica aperta dell’Europa” e propone interventi concreti a tal fine.

Di gran lunga la maggior parte di questi investimenti dovrà provenire da finanziamenti privati, afferma il documento. Anche i bilanci degli Stati membri svolgeranno un ruolo importante: l’Ue è già pronta a spendere 578 miliardi di euro, almeno il 30% del suo bilancio, per azioni rilevanti per il clima per il periodo 2021-2027.

Ma non c’è solo la transizione green, con la Commissione che spiega come siano in crescita anche altri investimenti strategici. Colmare il divario di investimenti dell’UE per la transizione digitale costerà almeno 125 miliardi di euro all’anno, ad esempio. Anche il prezzo della nuova geopolitica sarà elevato: ad esempio, nel 2021 la spesa per la difesa degli Stati membri è aumentata in modo significativo fino a raggiungere i 214 miliardi di euro, con una spesa aggiuntiva di 75 miliardi di euro prevista fino al 2025 per costruire adeguate capacità di difesa. Infine, la ricostruzione dell’Ucraina richiederà a tutti i partner 384 miliardi di euro nei prossimi 10 anni.

La relazione indica dieci ambiti in cui occorre una risposta politica dell’UE affinché la transizione verso la sostenibilità rimanga incentrata sul benessere della persona e della società: (1) Nuovo contratto sociale europeo, con rinnovate politiche di protezione sociale e un’attenzione particolare alla disponibilità di servizi sociali di alta qualità. (2) Approfondimento del mercato unico per promuovere un’economia resiliente a zero emissioni nette, con particolare attenzione all’autonomia strategica aperta e alla sicurezza economica. (3) Aumento dell’offerta dell’UE sulla scena mondiale per rafforzare la cooperazione con i partner fondamentali. (4) Sostegno all’evoluzione di produzione e consumo verso la sostenibilità, orientando la regolamentazione e promuovendo stili di vita equilibrati. (5) Evoluzione in una “Europa degli investimenti” mediante interventi pubblici per incentivare i flussi finanziari verso le transizioni.

E ancora: (6) Adeguamento dei bilanci pubblici alla sostenibilità grazie all’efficienza dell’imposizione e della spesa pubblica. (7) Ulteriore spostamento degli indicatori politici ed economici verso il benessere sostenibile e inclusivo, anche adeguando il PIL relativamente a diversi fattori. (8) Possibilità per tutti gli europei di contribuire alla transizione tramite una maggiore partecipazione al mercato del lavoro e l’enfasi sulle competenze future. (9) Rafforzamento della democrazia imperniando la formazione delle politiche sull’equità generazionale così da rafforzare il sostegno alle transizioni. (10) Integrazione della protezione civile con la “prevenzione civile” tramite il potenziamento dello strumentario dell’UE in materia di preparazione e risposta.

“L’intento è quello di mantenere l’Europa in prima linea nella transizione verso la sostenibilità, facendo leva sul nostro modello peculiare di economia sociale di mercato e sulla nostra potenza commerciale nel mondo – ha commentato Maros Sefcovic, vicepresidente per le Relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche -. Aiuteremo così l’Europa a rafforzare la leadership nel mondo e concreteremo la nostra capacità di stare in piedi da soli stringendo nel contempo solidi partenariati con gli altri – vale a dire l’autonomia strategica aperta dell’Europa“. (Teleborsa) 

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