Flat tax, che cos’è, come funziona e a cosa serve
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Economia Ven 19 agosto 2022

Flat tax, che cos’è, come funziona e a cosa serve

La flat tax è uno dei cavalli di battaglia del centrodestra nella campagna elettorale 2022. Ma, in realtà, è già da tempo che si parla. Flat tax, che cos’è, come funziona e a cosa serve
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Che cos’è la flat tax

La flat tax è uno dei cavalli di battaglia del centrodestra nella campagna elettorale 2022. Ma, in realtà, è già da tempo che si parla e si valuta la possibilità di introdurla in Italia. Il tema era stato già affrontato da Silvio Berlusconi per poi essere riproposto dal leader della Lega Matteo Salvini nel programma elettorale del 2018. Ma di che cosa si tratta esattamente? È un cambio radicale del sistema di tassazione che in Italia è attualmente basato su quattro scaglioni di aliquote Irpef. Prevede l’introduzione di un’aliquota unica per tutti (al 15% per la Lega, 23% per Forza Italia) come accade in alcuni Paesi delle ex Repubbliche sovietiche e anche in Russia.

In un certo senso, il meccanismo è già rodato anche in Italia. Ci sono infatti 1,8 milioni di lavoratori con partita Iva e con un reddito fino a 65mila euro, che sono già oggi in regime di tassa piatta o flat tax, E cioè pagano le tasse sulla base di un’aliquota del 15%. La Lega vorrebbe ampliare la platea dei soggetti che possono pagare le imposte in questo modo portando la soglia di reddito massimo fino a 100mila euro. E successivamente estendere la flat tax a tutti: imprese e lavoratori. Poco importa che si tratti di dipendenti o autonomi o che operino nel settore pubblico o in quello privato. Intanto si dovrà diradare l’attuale giungla di deduzioni e detrazioni.

Funzionerà? E soprattutto si tratta di una soluzione sostenibile per i conti dello Stato? I detrattori della flat tax sostengono che la tassa piatta porterà minori incassi per lo Stato rischiando di creare una voragine nei conti pubblici. Non a caso da tempo al Ministero del Tesoro sono stati avviati studi e realizzate proiezioni per valutarne gli effetti sul bilancio dello Stato. Inoltre gli oppositori della tassa piatta ritengono che si tratti di un regime fiscalmente iniquo perché la tassazione non aumenta al crescere del reddito prodotte come accade invece oggi per l’Irpef.

La flat tax per il centrodestra

In particolare, secondo la Lega, la flat tax è assolutamente un’opzione percorribile nelle due fasi proposte. Nella visione di Salvini, infatti, l’allargamento della tassa piatta ai lavoratori con partita Iva e reddito fino a 100mila euro avrà un effetto positivo sull’economia perché metterà più soldi in tasca a molti lavoratori. Denaro che può essere speso per acquistare beni e servizi ponendo le basi per la creazione di nuovi posti di lavoro. Detta in altri termini, per la Lega, la seconda fase della flat tax ha un effetto propulsivo sull’economia tale da far ripartire il sistema. Con vantaggio anche per le casse dello Stato.

Per Fratelli d’Italia, proprio a tutela dei conti pubblici, si può pensare di introdurre una flat tax incrementale che prevede l’aliquota fissa del 15 % soltanto al reddito prodotto in più rispetto al l’anno precedente. Per il partito di Giorgia Meloni, questa soluzione ha un doppio merito: da un lato mette al riparo i conti pubblici , dall’altro crea le condizioni per l’effetto propulsivo immaginato dalla Lega e da Forza Italia. Tuttavia, secondo alcuni esperti, l’ipotesi di lavoro potrebbe essere incostituzionale perché viola il principio di equità fiscale. In quale modo? Due contribuenti con lo stesso reddito potrebbero trovarsi a pagare le tasse con aliquote diverse perché legate a doppio filo con l’aumento del reddito realizzato nell’anno di imposta rispetto alla stagione precedente.

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