I distretti industriali del Mezzogiorno con il turbo, export a +11%
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EconomiaPrimo piano Mer 16 agosto 2023

I distretti industriali del Mezzogiorno mettono il turbo, export a +11%

Quanto emerge dal Monitor dei distretti industriali del Mezzogiorno, curato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo. I distretti industriali del Mezzogiorno mettono il turbo, export a +11%
Redazione Verità&Affari
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Nel primo trimestre del 2023 l’export dei distretti industriali del Mezzogiorno ha registrato un aumento tendenziale dell’11%, un dato migliore rispetto alla media dei distretti italiani (+7,1%); 21 distretti dei 28 monitorati hanno registrato una crescita nel periodo esaminato. È quanto emerge dal Monitor dei distretti industriali del Mezzogiorno, curato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, il Gruppo bancario, guidato da Carlo Messina. Tra le regioni del Mezzogiorno in cui si monitorano distretti industriali (Campania, Puglia, Abruzzo, Sicilia, Sardegna e Basilicata), solo la Puglia ha registrato esportazioni in calo rispetto al primo trimestre 2022 (-3,4%).

Le filiere del Mezzogiorno

Tra le filiere distrettuali del Mezzogiorno meglio posizionate spicca l’agro-alimentare: +197 milioni di euro, che corrispondono a un aumento del 14,2%. Nel Mezzogiorno si contano ben 15 distretti appartenenti a questo macrosettore, di cui 13 hanno chiuso il primo trimestre 2023 con livelli di export superiori allo stesso periodo del 2022, con la sola esclusione dell’Ortofrutta barese (-53,2%, -83 milioni di euro) a causa del forte calo delle vendite in Algeria e Tunisia, e dei vini e liquori della Sicilia occidentale (-5,7%). Spicca il Lattiero-caseario sardo (+61,2%), che ha incrementato notevolmente l’export (+16 milioni di euro), grazie al balzo delle vendite negli Stati Uniti che assorbono il 75% delle esportazioni del distretto e che crescono dell’86% nel trimestre; si segnala l’ottima performance anche in Cina e Giappone e il boom di vendite in Nuova Zelanda.

Crescita a doppia cifra anche per le esportazioni di Pomodoro di Pachino (+49,3%), Ortofrutta e conserve del foggiano (+46,6%), Pasta di Fara (+38,4%), Mozzarella di bufala campana (+31,9%), Caffè e confetterie del napoletano (+30,1%), Olio e pasta del barese (+27,7%), Conserve di Nocera (+25,5%), Alimentare napoletano (+18,9%), Alimentare di Avellino (+15,7%), Vini di Montepulciano d’Abruzzo (+9,3%), Ortofrutta di Catania (+8,6%) e Agricoltura della Piana del Sele (+2,4%).

I distretti del comparto

Nel primo trimestre 2023 continua la crescita del sistema moda del Mezzogiorno, che ha mostrato un +12,1% rispetto al primo trimestre 2022 (corrispondente a un aumento dell’export in valore di 40 milioni di euro). Sei distretti del comparto hanno registrato incrementi: in particolare spiccano gli aumenti dell’Abbigliamento sud abruzzese (+32,4%, pari a 2 milioni di euro), dell’Abbigliamento del napoletano (+29% pari a 27 milioni di euro), dell’Abbigliamento nord abruzzese (+24,5% pari a 5 milioni di euro) e delle Calzature napoletane (+24,1%); incrementi più contenuti per le Calzature del nord barese (+1,2%) e per l’Abbigliamento del barese (+0,2%). In calo invece, le Calzature di Casarano (-7,6%) e la Calzetteria-abbigliamento del Salento (-8,5%), ma soprattutto la Concia di Solofra (-24,6%), a causa del forte calo delle vendite in Corea del sud, Portogallo e Spagna. Risulta negativo invece, l’andamento dei distretti del sistema casa (-18,1%). Performance negativa sia per il Mobile imbottito della Murgia (-19,7%) che per il Mobilio abruzzese (-10,2%).

Nel primo trimestre 2023 è stato positivo l’andamento dell’export della Meccatronica del barese (il distretto che esporta di più tra quelli del Mezzogiorno): +11,2%, pari a 41 milioni di euro. Va segnalato l’incremento delle vendite in Germania e Romania, primi due mercati di sbocco del distretto, negli Stati Uniti e soprattutto in Francia e Repubblica Ceca; in evidenza anche il balzo di vendite a Singapore.
Le performance di questi mercati hanno più che compensato i cali in India, Cina e Iraq. Il piccolo distretto del Sughero di Calangianus ha mostrato una crescita dell’export del 23,8%, con un forte aumento delle vendite in Portogallo, Spagna, Cina, Argentina, Perù e Stati Uniti.

I mercati

L’analisi per mercati di sbocco mostra il maggiore peso delle esportazioni verso i mercati maturi (circa il 74%), dove l’export nel confronto col primo trimestre 2022 ha mostrato una buona crescita (+16,8%), mentre si è registrato un calo verso i nuovi mercati (-3,5%). I paesi in cui l’export dei distretti del Mezzogiorno ha registrato la crescita maggiore in valore sono il Regno Unito (+52 milioni di euro), la Germania (+48 milioni di euro), la Francia (+37 milioni di euro) e gli Stati Uniti (+36 milioni). Si rileva, invece, un calo delle vendite in Algeria (-82 milioni di euro), Tunisia (-18 milioni di euro) e Cina ( -11 milioni di euro).

Le esportazioni dei Poli tecnologici del Mezzogiorno nel primo trimestre 2023 sono aumentate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente di 384 milioni di euro (pari a +33,1%); si tratta di un risultato nettamente superiore all’aumento rilevato a livello nazionale (+2%). La crescita però non riguarda tutti i poli. Le esportazioni sono aumentate di 418 milioni di euro per il Polo farmaceutico di Napoli (+79,5%), 30 milioni di euro per il Polo ICT di Catania (+14,3%), 23 milioni di euro per il Polo aerospaziale della Puglia (+33,3%), 8 milioni di euro per il Polo ICT dell’Aquila (+15,9%) e solo 1 milione di euro per il Polo farmaceutico di Catania (+1,7%). Un calo dell’export ha invece riguardato il Polo aerospaziale della Campania (-95 milioni di euro, pari a una riduzione del 36,9%).

Il sostegno

“La banca continua a sostenere le imprese del territorio che investono per migliorare la propria competitività su nuovi mercati e per governare i processi di transizione ambientale e digitale – afferma Giuseppe Nargi, direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo -. Nel Mezzogiorno stiamo lavorando per favorire ulteriori insediamenti produttivi nelle Zes, alle quali abbiamo dedicato un plafond di 5 miliardi di euro e un desk di consulenza specialistica. Ci tengo inoltre a ricordare che il nostro Gruppo, ribadendo la vicinanza ai territori in cui opera e l’attenzione verso le necessità delle popolazioni, a seguito dei danni derivanti da siccità, incendi ed elevate temperature che nel mese scorso hanno colpito la Sicilia, ha predisposto delle misure a sostegno delle aziende agricole dell’isola danneggiate da tali eventi, prevedendo la possibilità di sospendere fino a 12 mesi la quota capitale dei mutui e di richiedere finanziamenti a condizioni agevolate”. (ITALPRESS)

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