Pellegrino (Arcano Partners): servizi, tlc e sanità i settori sui quali scommettere - V&A
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Economia/In evidenza
EconomiaIn evidenza Lun 08 maggio 2023

Pellegrino (Arcano Partners): servizi, tlc e sanità i settori sui quali scommettere

Pellegrino (gestore Arcano Partners): i settori sui quali scommettere Telecomunicazioni, mondo dei servizi alle imprese e sanità. Questi sono i comparti azionari da tenere d’occhio secondo Alessandro Pellegrino, gestore di Arcano Partners che parlato con Verità&Affari. Quale l’impatto dell’inflazione sui settori industriali? L’inflazione sta producendo effetti non omogenei fra i diversi paesi e... Pellegrino (Arcano Partners): servizi, tlc e sanità i settori sui quali scommettere
Gianluca Baldini
di 
Gianluca Baldini

Pellegrino (gestore Arcano Partners): i settori sui quali scommettere

Telecomunicazioni, mondo dei servizi alle imprese e sanità. Questi sono i comparti azionari da tenere d’occhio secondo Alessandro Pellegrino, gestore di Arcano Partners che parlato con Verità&Affari.

Quale l’impatto dell’inflazione sui settori industriali?

L’inflazione sta producendo effetti non omogenei fra i diversi paesi e settori. Nel 2022 abbiamo assistito soprattutto a uno shock inflazionista sui costi delle materie prime. I settori industriali sono stati più interessati, mentre il settore dei servizi, preponderante negli indici di credito europeo, non ha sofferto particolarmente. Nel 2023, l’inflazione si è mossa dalle materie prime ai salari, con un impatto più forte sui settori ad alto capitale umano. Un tema da tener d’occhio nel 2023 è la gestione dei margini nel settore dei servizi, dove è più difficile trasferire l’aumento dei costi sul prezzo finale di vendita.

Qual è lo stato di salute delle imprese?

L’ultima stagione delle trimestrali ha restituito un quadro di buona salute, contraddicendo per il momento la narrativa secondo la quale l’irrigidimento delle condizioni monetarie è destinato necessariamente a penalizzare i business. Più che un aumento dei rischi di default ci aspettiamo nei prossimi mesi una crescente differenziazione fra le aziende che manterranno la flessibilità di bilancio, che saranno cioè in grado di continuare a generare flussi di cassa prevedibili, e aziende “zombie”, incapaci di restare competitive.

Chi investe nel credito, quali indicatori deve tenere presenti?

I default restano un indicatore ex post e per il momento non vediamo un loro aumento significativo. A inizio anno avevamo una stima di default sul mercato high yield del 3% ma, a metà anno, questa previsione andrà rivista al ribasso perché di fallimenti non ce ne sono stati e non vediamo molti candidati ovvi nel breve termine. La situazione si presenta simile anche per quanto riguarda il 2024. Questo perché gli interessi sul mercato restano in media ancora bassi e nei prossimi 24 mesi le necessità di rifinanziare scadenze sono limitate. Per parlare di nuovo di default occorrerà attendere il 2025.

Ci sono altri fattori di potenziali stress sul credito?

Lo stress finanziario, che si è visto nel 2022 con l’aumento dei costi di finanziamento; quello dell’inflazione sui margini, a cui assisteremo quest’anno per effetto dell’inflazione sui salari e, infine, lo stress sulle vendite, con una contrazione della domanda aggregata che, per ora, non si è manifestata neppure in settori di beni di consumo più discrezionali.

Dove vede le opportunità più interessanti?

In generale, la nostra preferenza cade su titoli europei con duration corta (2025-2026) che trattano sotto la parità e di aziende di settori difensivi e anticiclici (telecomunicazioni, business services, healthcare) che probabilmente rifinanzieranno prima della scadenza. Il nostro obiettivo è infatti quello di estrarre un flusso di reddito sostanziale e sostenibile, protetto dalla volatilità del mercato. Ci aspettiamo ritorni intorno al 6-7% su questo comparto, con una volatilità limitata. Rispetto alla duration, verifichiamo caso per caso, resistendo alla tentazione di far dipendere le decisioni da variabili di tipo macroeconomico in un contesto generale che resta molto incerto.

Quali obiettivi vi ponete a livello di portafoglio?

A livello di portafoglio, l’obiettivo è quello di prendere il rischio duration, cioè legato alla variazione dei tassi, senza esporsi al rischio spread di duration, cioè a quello che dipende dalla variazione del differenziale di rendimento con i titoli di stato, scegliendo quindi duration più lunghe (5-7 anni) solo su corporate bond con specifiche caratteristiche: innanzitutto titoli che trattano a un prezzo basso, inferiore a 85, perché più resilienti anche in caso di una eventuale vendita massiva. Si tratta, inoltre, di titoli con merito di credito intorno a “BB”, che presentano margini per essere oggetto di upgrade in futuro e, infine, emittenti i cui risultati finanziari non siano troppo correlati agli scenari macroeconomici. Ne sono un esempio i bond di Nexi con scadenza 2028 e 2029 e, nell’healthcare, quelli di IMS Quintiles 2028-2029 che risultano interessanti già oggi.

Condividi articolo