Senza gas impossibile, la Bulgaria torna a cuccia da Putin
Non ce l'ha fatta senza il gas di Vladimir Putin la Bulgaria che rifiutò di pagare in rubli Gazprom. Torna a cuccia spinta dagli industriali GAZPROM AZIENDA ENERGETICA RUSSASenza gas russo è impossibile procedere, la Bulgaria torna a cuccia da Vladimir Putin, spezzando il fronte europeo della linea dura contro Mosca. Il governo bulgaro infatti ha deciso di riprendere le trattative con Gazprom, che aveva interrotto le forniture di gas lo scorso 27 aprile per il rifiuto da parte del governo di Sofia di pagare in rubli.
Da quel momento i prezzi del gas, che i bulgari ricevevano per il 90% da Mosca, sono andati alle stelle e il governo del filo-americano Kiril Petkov è caduto dopo soli sei mesi di vita. L’altro giorno Rossen Hristov, il ministro dell’energia del nuovo governo, nato per traghettare il paese alle urne (si voterà il 2 ottobre), ha definito «inevitabile» la ripresa di un confronto con i russi per il ripristino delle forniture. L’ambasciatrice russa in Bulgaria Eleonora Mitrofanova ha usato parole incoraggianti: «Per ripristinare le forniture di gas, non è necessario un nuovo contratto, poiché quello attuale dura fino alla fine di dicembre di quest’anno. Tutto dipende da voi».
Un governo già caduto
La questione del gas non era stata al centro della caduta del governo presieduto dall’ex studente di Harvard Petkov, determinata dall’addio del partito di Slavi Trifonov (ex showman e cantante, populista europeista, sostenitore della causa lgtb e critico delle politiche di Orban sulla famiglia) alla eterogenea coalizione di maggioranza. Ma certo i nuovi rapporti con Mosca impostati da Petkov lo avevano messo in cattiva luce presso una parte della popolazione e in difficoltà con alcuni suoi colleghi di governo (il premier a un certo punto ha chiesto e ottenuto le dimissioni del ministro della difesa Stefan Yanev, considerato troppo filorusso).
A risospingere il nuovo governo verso Mosca sono state le associazioni imprenditoriali e sindacali, alle prese con gli aumenti vertiginosi dei prezzi del gas. Il più costoso gas liquefatto americano e il gas dell’Azerbaigian non bastano a soddisfare la domanda, così la Bulgaria è costretta a rifornirsi sul mercato spot dove i prezzi stanno volando.