Mai tanti soldi sui conti correnti degli italiani, ma è uno sbaglio
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EconomiaPrimo piano Mar 16 agosto 2022

Mai tanti soldi sui conti correnti degli italiani, ma con l'inflazione può essere uno sbaglio

Mai così tanti soldi sui conti correnti degli italiani. Secondo i dati di Banca d'Italia, il denaro liquido è di quasi 1400 miliardi di euro. Mai tanti soldi sui conti correnti degli italiani, ma con l'inflazione può essere uno sbaglio
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

I soldi sui conti correnti degli italiani

Mai così tanti soldi sui conti correnti degli italiani. Secondo i dati forniti da Banca d’Italia, il denaro liquido posseduto dai nostri connazionali è di quasi 1400 miliardi di euro. Una corsa al contante immediato che non si è fermata nemmeno con la pandemia e la guerra in Ucraina: “Il problema – spiega Raffaele De Leonardis, family banker di Banca Mediolanum – è che il rischio di erosione di questo importante castelletto è oggi più che reale. I dati ci dicono che, dopo 20 anni, chi aveva cash 1000 euro, sui conti o “sotto il materasso”, se ne ritrova poco meno di 590 come equivalente nel potere di acquisto. Una perdita netta causata dall’inflazione che oggi è ripartita in maniera imponente (si parla di un 7% circa): se adesso compro con 1000 euro sei pezzi di un determinato prodotto, fra qualche anno, con la stessa cifra, ne compro solo quattro. Mantenere quei soldi improduttivi è insomma un’occasione persa che, in tempi complessi come questi, non ci si può permettere”.

Le preoccupazioni degli italiani

Un tema che guarda lontano e che si intreccia con le principali preoccupazioni degli italiani. “Dalla nostra esperienza – racconta De Leonardis, autore del libro “Economia da Oscar” in cui racconta 21 storie, una per ogni lettera dell’alfabeto, per spiegare l’economia moderna – sappiamo che pensioni e futuro proprio e dei propri figli sono gli elementi di cui vuole (e deve) occuparsi un padre di famiglia o comunque chi desidera pianificare la strada per un domani migliore. Questo per far capire che sono anche i giovani a cercare soluzioni adeguate ad affrontare una vecchiaia quanto più serena possibile. Le previsioni del resto non sono proprio rosee. Proiezioni Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, dicono con chiarezza che gli ultimi entrati nel mercato del lavoro ne usciranno tardi e con cedolini decisamente più leggeri di chi li ha preceduti”.

In pensione in Italia a 71 anni

Secondo il rapporto Pensions at a Glance, il requisito di futura età pensionabile in Italia è tra i più alti d’Europa: 71 anni, contro una media Ocse di 66. In Europa la stessa età pensionabile è segnalata per Estonia e Paesi Bassi, si arriva a 74 per la Danimarca. Conta del resto l’aspettativa di vita: l’età in cui si va in pensione si calcola in base a quanti anni si vive in media nel proprio paese. Per questo l’età si alza: “L’aspettativa di vita -spiega ancora De Leonardis (che nel 2019 ha pubblicato un manuale di cultura finanziaria “I pilastri della ricchezza”, con la prefazione di Ennio Doris) è l’altra incognita con cui occorre fare i conti. Chi ha ora 50 anni non può guardare passivamente al denaro risparmiato. Rischia, in senso ironico in quanto si tratta della lunghezza della propria vita, di vivere altri 35-40 anni e questo implica la necessità di rivedere il proprio rapporto con i soldi e, più in generale, con il proprio patrimonio. Aspettativa di vita, inflazione galoppante e riforme fiscali all’orizzonte sono elementi che non vanno sottovalutati. Oggi più di ieri”.

Non lasciare troppi soldi sul conto

Sbaglia dunque, dicono gli esperti, chi lascia troppo sui conti correnti. Come, un tempo, sbagliava chi quello stesso denaro preferiva metterlo sotto il proverbiale materasso. Investire è l’unica strada percorribile per azzerare quelle incognite che rendono nuvoloso il proprio percorso di vita. “Non regge – dice ancora De Leonardis – l’argomento di chi preferisce non far fruttare quanto accumulato per paura di essere, in senso metaforico, triturato dagli ingranaggi del sistema finanziario. Esistono metodi di investimento intelligenti e meno pericolosi con i quali il rischio è vicino allo zero e chi si affida ad un consulente esperto e dal pedigree verificabile è protetto da qualsiasi fregatura. Per questo, dico sempre che il fai da te e la ricerca di “miracoli” sono errati, come è sbagliato non approfondire la conoscenza della persona e dell’istituto ai quali si affidano i propri risparmi”.

Il tasso di occupazione

Il tasso di occupazione, che in queste ultime settimane fa registrare un balzo in avanti importante, e i soldi del Pnrr, dovrebbero rilanciare l’economia e creare nuovi posti di lavoro, sono il segnale che il momento è arrivato. “Il momento – conclude De Leonardis – di non arroccarsi e di liberare le proprie energie. Un ragionamento questo che vale per le famiglie ma anche per le imprese, le quali, a loro volta, hanno aumentato la liquidità sui conti da 265 a 304 miliardi di euro. Parcheggiare così il denaro non è un bene. Ciò non significa, beninteso, che i risparmi non vadano tenuti sui conti, non significa rinunciare alla prudenza. Significa però che non bisogna esagerare. Una gestione più equilibrata della ricchezza potrebbe trasformarsi da occasione persa a ulteriore volano per il sistema Italia. La differenza fra i depositi produttivi, investiti verso l’economia reale, e quelli improduttivi, lasciati sui conti, può comportare, in un decennio, un differenziale di diversi punti di Pil in più per la ricchezza nazionale!”

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