Caro scuola, il business dei libri vale 1 miliardo di euro all'anno
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ApprofondimentiFamiglie Mar 22 agosto 2023

Caro scuola, il business dei libri vale 1 miliardo di euro all'anno

Il business degli editori sui libri scolastici vale 780 milioni di euro all'anno, ai quali vanno aggiunti 335 milioni dei servizi Internet. Caro scuola, il business dei libri vale 1 miliardo di euro all'anno
Redazione Verità&Affari
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Con la riapertura delle scuole le famiglie italiane vanno incontro ad una nuova stangata legata all’acquisto di libri e materiale scolastico per i propri figli. Quest’anno affrontare l’anno scolastico costerà un media tra il +8 e il +10% a studente. L’allarme arriva da Assoutenti, che diffonde le prime stime sul “caro-scuola”.

Nel dettaglio i prodotti di cartoleria registrano un incremento medio del 9,2% su base annua, a causa dei rincari delle materie prime e dei maggiori costi di produzione. Prezzi che – evidenzia Assoutenti – raggiungono livelli sempre più elevati se si scelgono prodotti delle marche dedicate ai più giovani o sponsorizzati dall’influencer del momento: una famiglia che deve acquistare da zero per il proprio figlio tutto il corredo per l’intero anno scolastico (zaino, diario, astuccio, penne, matite, quaderni, ecc.) si ritrova così a spendere circa 50 euro in più rispetto al 2022.

Per i libri di testo la spesa è molto variabile e sale in base dal grado di istruzione: si passa dai circa 300 euro a studente della prima media ai 600 euro del liceo, compresi i dizionari, ma si può arrivare anche a 700 euro in alcune classi, un business che supera quota 1 miliardo di euro all’anno. Sul fronte dei testi scolastici i rincari sono dell’ordine del +8/+10% rispetto allo scorso anno e la spesa media solo per i libri salirà in media di circa 45 euro a studente, con un aggravio totale di +95 euro.

“Se si scelgono prodotti delle marche più costose e nuovi edizioni dei testi, tra corredo e libri la spesa può facilmente superare i 1.200 euro a studente – avvisa il presidente di Assoutenti Furio Truzzi –. Per evitare l’ennesima stangata in capo alle famiglie è necessario intervenire su più fronti: da un lato i genitori devono evitare i prodotti legati alle mode del momento e alle pubblicità martellanti dirette ai giovanissimi, che hanno prezzi sensibilmente più alti rispetto a quelli senza marca, dall’altro il Governo deve studiare in collaborazione con Gdo, commercio al dettaglio e produttori dei ‘kit scuola’ da vendere negli esercizi commerciali con prodotti base a prezzi ribassati (diario, astuccio, zaino, quaderni, ecc.), adottando al contempo misure sui listini dei libri di testo, che ingiustificatamente aumentano di anno in anno. È inaccettabile poi che le scuole sforino puntualmente i tetti di spesa fissati dal Ministero, ed in tal senso invitiamo i genitori a denunciare quegli istituti che non rispettano i limiti massimi ministeriali. Le scuole stesse devono attivarsi per aiutare le famiglie a risparmiare sull’acquisto dei libri, incentivando scambi tra studenti e potenziando le biblioteche scolastiche. Occorre bloccare il business degli editori sui libri scolastici, un settore – conclude Truzzi – che vale da solo la bellezza di 780 milioni di euro all’anno, ai quali vanno aggiunti 335 milioni dei servizi Internet, in totale oltre un terzo dell’intero mercato librario nazionale”.

Ma per gli editori le cifre sono diverse. “La crescita del prezzo dei libri scolastici anche nel 2023 – ribatte l’Associazione Italiana Editori (AIE) – si mantiene sotto l’inflazione: per i testi della scuola secondaria di primo grado è pari al 3,04%, per quelli della scuola secondaria di secondo grado al 3,42% rispetto l’anno precedente (dati AIE sul totale dei libri per la scuola, listino su listino). Nel mese di giugno 2023, Istat stima un incremento dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) del 6,4% su base annua”.

“Il prezzo dei libri di testo è fissato a inizio d’anno e non può variare nel corso dell’anno stesso – ricorda Paolo Tartaglino, presidente del gruppo Educativo dell’AIE –. I tetti di spesa, bloccati dal 2012 senza tener conto dell’incremento inflattivo e dell’inserimento di nuove materie, fissano l’importo complessivo massimo della spesa per ogni classe di ogni ordine di scuola, oggi inadeguato, con elevato disagio per le istituzioni scolastiche. I numeri testimoniano il senso di responsabilità degli editori in una congiuntura molto difficile, in attesa di un’azione compensativa che ponga attenzione a questo problema. Come Associazione Italiana Editori – continua il presidente degli editori scolastici – ribadiamo che garantire a ogni studente l’effettivo diritto allo studio deve essere obiettivo prioritario delle politiche pubbliche del Paese, tanto più oggi che gli indici di povertà mostrano come in difficoltà siano soprattutto le famiglie con minori, con immaginabili conseguenze sulla dispersione scolastica. È importante che i fondi per l’acquisto dei testi scolastici da parte delle famiglie meno abbienti, pari a 133 milioni l’anno, siano erogati dalle Regioni a chi ne ha diritto nella maniera più efficiente e veloce possibile. Siamo in contatto con il Ministero dell’Istruzione e del Merito che molto sta operando in questa direzione. In questo clima di difficoltà complessiva – conclude – gli editori scolastici sono impegnati a garantire che tutti gli studenti e le famiglie abbiano i libri di testo pronti per l’avvio dell’anno scolastico. Le ristampe sono state avviate con grande tempestività. In questo mese di agosto stampatori e legatorie hanno lavorato ininterrottamente di concerto con i settori produttivi e distributivi delle case editrici e, con il contributo fattivo di tutta la filiera. Contiamo di essere pronti con i testi per l’inizio dell’anno scolastico”. (Teleborsa)

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